GIOVANI: Via Crucis e professione di fede dei diciannovenni

I diciannovenni davanti al vescovo

A pochi giorni dalla firma dell’esortazione apostolica Christus vivit, i giovani cremaschi hanno celebrato ieri sera, sabato 13 aprile, la Giornata Mondiale della Gioventù diocesana nella tradizionale vigilia della Domenica delle Palme. Una Via Crucis drammatizzata con diverse scene in piazza del Duomo che si è conclusa in cattedrale con la professione di fede di nove diciannovenni. 

Ritrovo dunque, alle ore 21, nel Giardino degli Ulivi, preparato in piazza Duomo nei pressi dell’edicola con diversi vasi d’ulivo. Da qui i numerosi giovani presenti sono stati chiamati a gran voce presso l’androne del Comune dove Ponzio Pilato (era la prima “stazione”) ha espresso tutto il suo dolore per la propria debolezza e di aver detto di sì alla crocifissione di Gesù, per cui l’acqua con cui si è lavato le mani si è tinta di sangue. 

È seguito un momento di attualizzazione con il racconto dell’accoglienza di una bambina malata di cancro da parte di tante infermiere sollecite, buone, sempre con il sorriso sulle labbra: “Voi siete il nostro Gesù ogni giorno… salvate i nostri bambini e noi senza di voi non potremmo farlo.” Poi una croce di stoffa stesa per terra e sulla quale si è steso Gesù, assieme a tanti giovani, condividendo dolore e salvezza.

La terza scena è stata Veronica, nei pressi di via Manzoni: Gesù cade e lascia l’immagine del suo volto sul suo velo. E poi la storia di una ragazzo cinese, finito in carcere e alla fine attratto fortemente da Gesù, grazie ad alcuni amici della cooperativa presente in carcere… fino alla sua conversione, gioia della sua vita.

Tutti passano in un grande telo con l’immagine di Gesù e si entra in cattedrale… accompagnati da un ossessivo colpo di martello che sembra compire le menti e i cuori: è il soldato che inchioda Gesù sulla croce. Lo si vede in trasparenza, al di là di un sipario bianco. Intanto viene letto il Vangelo della crocifissione con la voce dei due ladroni e di quello che gli chiede misericordia: “Oggi sarai con me in paradiso!”, gli dice Gesù e poi “Eli Eli. Dio mio mio…” e muore.

LA PAROLA DEL VESCOVO

La Via Crucis è finita. Il vescovo Daniele legge un celebre testo di Primo Mazzolari che l’ha colpito da adolescente, quello di “mio fratello Giuda”. Venerdì ricorrevano i sessant’anni dalla morte del parroco di Bozzolo che diceva: “Non vergognatevi di questa fratellanza perché so quante volte anch’io ho tradito il Signore. Gesù lo ha chiamato amico… il che indica la tenerezza dell’amore del Signore. Giuda dunque è un amico del Signore.

E il vescovo Daniele: “Il più grande dei peccati non è quello di tradire il Signore, ma quello di disperare. Anche Giuda, se avesse voluto tornare sarebbe stato salvato, come tutti i discepoli che hanno tradito il Signore e sono tornati a chiedere perdono. Chiedo a Gesù che mi chiami amico, questa è la nostra Pasqua!”

LA PROFESSIONE DI FEDE

È seguita la professione di fede di nove giovani che hanno seguito particolari percorsi nell’anno trascorso. Dopo la presentazione nome per nome dei ragazzi, una preghiera recitata a cori alterni e la particolare benedizione da parte del vescovo. Poi un abbraccio ad uno ad uno e la consegna della Bibbia, perché accompagni giorno per giorno il loro cammino. 

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