L’offensiva delle Ardenne

Scherl Bilderdienst: Im Kampfraum Luxemburg Lagebesprechnung bei einer Kampfgruppe, die zum Angriff gegen Höhenstellungen, die von den US-Amerikanern besetzt sind, angetreten ist. PK-Aufnahme: Kriegsberichter Göttert 4.1.45 [Herausgabedatum]

L’offensiva delle Ardenne fu l’ultimo tentativo da parte di Hitler e del suo Stato Maggiore per fermare l’attacco degli Alleati. La seconda guerra mondiale, infatti, stava volgendo al termine e la Germania era quasi al collasso sia il suo esercito che il sistema industriale di produzione degli armamenti e di sostegno alla popolazione non erano più ad un livello sufficiente per permettere allo Stato tedesco e al suo esercito di continuare la guerra. Per Hitler, che ormai era oltre la pazzia, il sogno di portare il suo popolo al governo dell’Europa si era trasformato in un incubo di morte.

Dopo lo sbarco in Normandia, chiamato anche D-Day e avvenuto il 6 giugno 1944, gli Alleati stavano travolgendo la Wehrmacht con un’avanzata quasi inarrestabile. Le Forze armate tedesche nella loro globalità: aviazione, esercito e marina erano in condizioni molto difficili, scarseggiavano i beni di prima necessità e le perdite umane erano state moltissime. Inoltre le difese erano quasi del tutto compromesse e Berlino rischiava di essere conquistata dai russi e dagli anglo-americani nel giro di pochi mesi come di fatto poi avvenne.

Nel dicembre del 1944, in una vera e propria scommessa per costringere gli Alleati a chiedere la pace, Adolf Hitler ordinò la più grande controffensiva tedesca della seconda guerra mondiale nel nord-ovest Europa.

Il suo obiettivo era quello di dividere gli eserciti alleati con un colpo a sorpresa, una guerra-lampo attraverso le Ardenne verso Anversa, replicando ciò che i tedeschi avevano fatto tre volte in precedenza – nel settembre del 1870, agosto 1914 e maggio 1940. Nonostante la tendenza storica della Germania a effettuare controffensive quando le cose si evolvono per il peggio, la leadership degli alleati sottovalutò l’attacco e lasciò la zona dell’attacco nelle Ardenne poco difesa con solo due divisioni americane di cui una mal equipaggiata e inesperta.
Malgrado la sua debilità fisica Hitler comandò l’operazione dall’inizio alla fine, riuscendo ad infondere in alcuni ufficiali ancora ottimismo e determinazione per questo ultimo scontro. Il 16 dicembre 1944 fu ordinato l’attacco e le truppe tedesche si mossero protette dalla nebbia e su un territorio impervio. Mentre gli Alleati rispondevano all’attacco un gruppo formato da 2.000 soldati delle SS si infiltrò fra le linee degli anglo-americani creando problemi con le comunicazioni. In seguito vennero scoperti, arrestati e fucilati tutti i sabotatori.

Il 21 dicembre la risposta alleata crebbe di intensità raggiungendo il suo apice nella battaglia di Bastogne, la città belga era infatti una delle chiavi di accesso per la conquista del Belgio.I tedeschi attaccarono ripetutamente ma gli americani, anche grazie ad un continuo afflusso di rinforzi, riuscirono a tenere. Inoltre le truppe che erano penetrate in Belgio e che erano state bloccate dalla difesa di Bastogne subirono pesanti attacchi dagli eserciti alleati.

Il 28 dicembre era chiaro che l’esercito tedesco era già sconfitto. Lo Stato Maggiore, su indicazione di Hitler, inviò altre truppe che non cambiarono la situazione.

La battaglia terminò, dopo un mese di scontri, con la vittoria finale degli Alleati e il fallimento dell’offensiva tedesca.

L’invasione era fallita, i tedeschi avevano combattuto bene ma le loro perdite erano state ingenti, 120.000 uomini, ma anche gli Alleati subirono molte perdite. Dopo quest’ultimo attacco il fronte orientale e il fronte occidentale non tennero più: la Germania capitolò in pochi mesi.

La Battaglia delle Ardenne è stata l’azione più gravosa mai combattuta dall’esercito americano, che dovette sopportare oltre 100.000 morti.

*Andrea, II Liceo Scientifico