“One day you’ll leave this world behind, so live a life you will remember” è una frase contenuta nel ritornello di una canzone degli AVCII intitolata The nights e significa “un giorno ti lascerai alle spalle questo mondo, quindi vivi la vita che vorrai ricordare”.
Nel brano è un consiglio detto da un padre a un figlio; gli suggerisce di vivere a pieno la sua vita, dando sempre il meglio di se perché ci sarà una sola occasione di poterlo fare.
IT’S ALL LIVE!
La nostra vita è uno spettacolo teatrale che non ha prove iniziali, è tutto in diretta. Durante il corso dello spettacolo capiterà di subire critiche e giudizi, alcuni costruttivi altri meno, quindi balla, canta e vivi per te stesso e non curare di quello che la gente pensa e dice su di te, e quando capiterà di sbagliare, inciampare o cadere si devono avere la costanza e al determinazione di rialzarsi, perché lo spettacolo non si può interrompere e come cantavano i Queen “The show must go on”, “lo spettacolo deve continuare”.
TENTARE L’IMPOSSIBILE
La vita poi, come dice Bauman “è un’opera d’arte” e “per viverla come esige l’arte della vita” “dobbiamo porci delle sfide difficili”, “dobbiamo scegliere obiettivi che siano ben oltre la nostra portata” e “tentare l’impossibile”.
Queste affermazioni sono una provocazione nel tentativo di spingere le persone a dare il meglio di sé, a valorizzarsi, ad andare oltre i propri limiti e rischiare.
CHI SI ACCONTENTA GODE
Non tutti però sono in grado di lottare per ciò a cui tengono veramente. “Chi si accontenta gode così così…” dice Ligabue in Certe notti e fa riferimento proprio alle persone che non si pongono obiettivi nella vita, oppure si limitano alla monotonia per paura del rischio, a quelli
che si accontentano, che piuttosto di faticare preferiscono non puntare in alto e che in un certo senso non vivono a pieno e non godono la vita.
Queste persone non sono in grado di provare le emozioni che provano i coraggiosi, gli audaci, i folli e i sognatori, quelli che farebbero di tutto pur di lottare per quello in cui credono e che ogni giorno inseguono i propri sogni, anche a costo di sacrifici e fatica.
RISCHIARE O NON RISCHIARE?
L’uomo si trova quindi di fronte a una scelta: rischiare o non rischiare? Come spiega Kierkegaard nell’ “Aut-aut” “esistere significa poter scegliere” se la “possibilità che sí” o “la possibilità che no”. Bisognerebbe valutare l’opzione più vantaggiosa…
Blaise Pascal ha elaborato la teoria della “scommessa su Dio” questa invece è più una “scommessa sulla vita”: se si decide di rischiare e provare ad avere una vita nella quale ci si possa sentire realizzati, ma il tentativo non va a buon fine, allora si avrà una minima perdita di tempo e sforzi, in caso contrario si avrà un guadagno infinito che porterà alla felicità assoluta.
Se invece si decide di non rischiare, non ci sarà nessuno sforzo invano, ma nemmeno si potrà immaginare di raggiungere i propri obiettivi e si vivrà con il rimorso di non averci provato. Perciò vale la pena rischiare e “buttarsi” prima che sia troppo tardi e che il nostro sipario si chiuda senza applausi. Prima o poi questo momento però arriverà per tutti; quel momento che spaventa e inquieta un giorno sopraggiungerà.
SALI SUL PALCO E DAI IL MEGLIO DI TE
La morte è uno degli elementi della “bellezza collaterale” della vita insieme all’amore e al tempo, perché come viene citato nel film Collateral beauty: “tutti desideriamo l’amore ed essere amati, tutti vorremmo avere più tempo e tutti indistintamente abbiamo paura della morte”.
Ogni singolo istante della vita è prezioso, bello o brutto che sia, farà guadagnare a ognuno di noi esperienza per poter continuare a vivere e nessun momento andrebbe sprecato.
Per quanto bella e affascinante possa essere la vita non c’è tempo di stare in platea, seduti su una poltrona a guardare il tempo che scorre, bisogna salire sul palco e dare il meglio di sé, mettere un pezzo di cuore in tutto ciò che si fa e se qualcosa va storto non bisogna abbattersi. A volte quindi dovemmo trovare in noi stessi quell’audacia, quel coraggio e quella follia e correre il rischio di essere felici.
Daniela, IV Liceo Scientifico