Ieri pomeriggio, presso la Proloco di Crema, è stata inaugurata “Percorsi” – la mostra antologica di Francesco Tersini. Nella rassegna, aperta al pubblico fino al 18 dicembre, il noto e apprezzato artista di Casalpusterlengo propone una scelta di lavori che documentano efficacemente il suo percorso artistico – compositivo dagli anni Settanta a oggi.
La sua prima personale è avvenuta nel 1976, presso il Centro Culturale Puecher. Successivamente ha esposto con successo in numerosi eventi di carattere nazionale a Milano, Piacenza, Modena, Como e Lodi. Negli anni Ottanta inizia una lunga e proficua esperienza come light designer che lo porta a collaborare con artisti del calibro di Christo e Arnaldo Pomodoro, oltre che con l’architetto Gae Aulenti.
Dopo il saluto introduttivo del presidente del sodalizio, Vincenzo Cappelli, il critico d’arte Simone Fappanni si è soffermato sulla produzione creativa dell’artista evidenziando come quello di Tersini sia un “segno profondo che entra nella e sulla superficie del supporto telaceo con una forza espressiva capace d’imporre un equilibrio sospeso fra le forme che si agitano nei suoi quadri. Non di meno il nero e il bianco, i colori opposti per eccellenza, si pongono a guisa di architrave in questo dipingere che nasce essenzialmente dal cuore e dal desiderio di esprimere emozioni e sentimenti personalissimi, essi non vengono mai a collidere, anzi, si armonizzano in maniera sorprendente. Infatti, davvero magistrali sono quegli accordi timbrici che vedono emergere dalla tela una oggettualità fluttuante, latente, tanto simile agli effetti del trascorrere ciclico del tempo su muri che, seppure sberciati, esalano un fascino davvero irresistibile, quasi di vaga e sospesa memoria montaliana, con quel senso di quiete e pace assoluta che solo l’incanto dell’alternarsi ciclico delle stagioni è in grado di suscitare. A questo effetto di passaggio Francesco imprime una ulteriore commistione: quella di una luce biancastra ed estremamente ficcante che emerge a volte silenziosamente in atri casi in modo più evidente e deciso nei suoi pezzi unici. Questa è dunque una pittura d’occasione e non, si badi bene, occasionale; dal momento che ogni quadro è frutto del vissuto dell’artista: il retaggio di uno scorcio che emerge dalla memoria, il ricordo di una passeggiata in un bosco e tanti non dissimile “episodi” di vita, sono trasposti, quasi in maniera onirica, nei quadri di Tersini. Egli però, al contrario dei maggiori maestri della surrealité, non traspone queste “impressioni di vita” in una dimensione meta-formale, ma in uno spazio fisico dove la profondità espressiva diventa suggestione pura ed esala passione seduttiva”.
La mostra è visitabile gratuitamente nei consueti orari di apertura della Proloco.
La sua prima personale è avvenuta nel 1976, presso il Centro Culturale Puecher. Successivamente ha esposto con successo in numerosi eventi di carattere nazionale a Milano, Piacenza, Modena, Como e Lodi. Negli anni Ottanta inizia una lunga e proficua esperienza come light designer che lo porta a collaborare con artisti del calibro di Christo e Arnaldo Pomodoro, oltre che con l’architetto Gae Aulenti.
Dopo il saluto introduttivo del presidente del sodalizio, Vincenzo Cappelli, il critico d’arte Simone Fappanni si è soffermato sulla produzione creativa dell’artista evidenziando come quello di Tersini sia un “segno profondo che entra nella e sulla superficie del supporto telaceo con una forza espressiva capace d’imporre un equilibrio sospeso fra le forme che si agitano nei suoi quadri. Non di meno il nero e il bianco, i colori opposti per eccellenza, si pongono a guisa di architrave in questo dipingere che nasce essenzialmente dal cuore e dal desiderio di esprimere emozioni e sentimenti personalissimi, essi non vengono mai a collidere, anzi, si armonizzano in maniera sorprendente. Infatti, davvero magistrali sono quegli accordi timbrici che vedono emergere dalla tela una oggettualità fluttuante, latente, tanto simile agli effetti del trascorrere ciclico del tempo su muri che, seppure sberciati, esalano un fascino davvero irresistibile, quasi di vaga e sospesa memoria montaliana, con quel senso di quiete e pace assoluta che solo l’incanto dell’alternarsi ciclico delle stagioni è in grado di suscitare. A questo effetto di passaggio Francesco imprime una ulteriore commistione: quella di una luce biancastra ed estremamente ficcante che emerge a volte silenziosamente in atri casi in modo più evidente e deciso nei suoi pezzi unici. Questa è dunque una pittura d’occasione e non, si badi bene, occasionale; dal momento che ogni quadro è frutto del vissuto dell’artista: il retaggio di uno scorcio che emerge dalla memoria, il ricordo di una passeggiata in un bosco e tanti non dissimile “episodi” di vita, sono trasposti, quasi in maniera onirica, nei quadri di Tersini. Egli però, al contrario dei maggiori maestri della surrealité, non traspone queste “impressioni di vita” in una dimensione meta-formale, ma in uno spazio fisico dove la profondità espressiva diventa suggestione pura ed esala passione seduttiva”.
La mostra è visitabile gratuitamente nei consueti orari di apertura della Proloco.