Scannabue: una via dedicata a mons. Vito Groppelli

Il momento della benedizione da parte del card. Joao

Dedicata a mons. Vito Groppelli, questa mattina alle 12.15, una via a Scannabue. Parrocchia nella quale è stato coadiutore dal 1964 al 1970 prima di partire, nel 1972, per la missione a Londrina in Brasile.

Come già si è detto, protagonista dell’iniziative il card. Joao  Braz De Aviz, prefetto per il Dicastero degli Istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica. È stato rettore del seminario a Londrina e amico di don Vito che ai quei tempi era vicario generale.

LA MESSA AL BUON PASTORE

In mattinata, alle ore 8.00, il card. Joao, assieme al vescovo Daniele, ha celebrato l’Eucarestia nella cappella dell’Istituto del Buon Pastore, per tutte le consacrate e i consacrati della diocesi. 

LE CRESIME A SCANNABUE

Poi ha presieduto l’Eucarestia delle ore 10.30 nella chiesa parrocchiale di Scannabue,  gremita all’inverosimile, durante la quale ha conferito il sacramento della Cresima a sette ragazze e ragazzi della comunità. Hanno concelebrato il parroco don Giancarlo Camastra e don Giovanni Terzi che ha collaborato con don Vito nella missione di Londrina per diversi anni. Cerimoniere don Emilio Luppo, ha cantato il coro don Sergio Serina.

Presenti il sindaco di Palazzo-Scannabue e varie autorità, nonché i parenti di don Vito, tra cui il fratello Giacomo, che ha organizzato l’iniziativa, le sorelle Piera e Franca.

IL CORTEO E LA BANDA

Dopo la santa Messa, s’è snodato il corteo, al suono della banda di Pandino, verso la via da dedicare al missionario cremasco.

Si tratta, ovviamente di una via nuova con un’urbanizzazione ancora in corso, come ha detto il sindaco Giuseppe Dossena. “Qui – ha aggiunto – rimarrà sempre la memoria di don Vito. Questo è molto importante!”

Ha dato poi il benvenuto al cardinal Joao, “la sua presenza ci ha reso felici”. E ha ricordato come a Scannabue ancora oggi il ricordo del curato di un tempo sia molto vivo. “Don Vito arriva come collaboratore di don Aldo Moruzzi, ha aggiunto. Non c’era la casa e gli abbiamo adattato un appartamento. Ha fondato l’oratorio arricchendolo anche di una piccola biblioteca. Portava i ragazzi a vivere esperienze in altre comunità ad esempio a Bienne in Svizzera e probabilmente in questi incontri è nata la sua vocazione missionaria.

Nel 1970 è passato a San Michele in una piccola comunità sacerdotale. Le suore laiche di Scannabue che lo stimavano molto, l’hanno seguito.”

E ha ricordato che “quanto don Vito ha fatto fatto a Londrina, in particolare la casa Nazareth, Santuario della Famiglia, è frutto anche della nostra comunità.” Ha concluso ricordando che don Vito era anche un poeta e scrittore e ha recitato due sue liriche.

È seguito l’intervento dell’assessore Annalisa Crea che ha saluto il cardinale e il vescovo Gianotti a nome del consiglio comunale. Ha invitato l’illustre ospite a tornare a Palazzo per visitare il suo grande patrimonio storico ed archeologico. E ha ricordato alcuni passi dell’inno nazionale italiano: “Uniamoci, amiamoci, l’unione e l’amore rivelano ai popoli le vie del Signore. Uniti per Dio, chi vincer ci può!?”

Giacomo Groppelli, il fratello di don Vito, da parte sua ha ringraziato tutti, in particolare la giunta di Palazzo: “Tutto è andato per il verso giusto.” 

L’INTERVENTO DI DON GIOVANNI TERZI

È poi toccato a don Giovanni Terzi che ha raccontato la sua esperienza con don Vito “nato in una famiglia che era una piccola chiesa dove si parlava di Dio in continuazione.” Ha ricordato la casa Nazareth per le famiglie realizzata a Londrina. “Don Vito è rimasto  in missione per 42 anni. Il missionario è una persona innamorata di Gesù, profondamente conoscitore della Bibbia che va nel mondo a portare in Vangelo. Così era don Groppelli. Ho vissuto con lui la fraternità sacerdotale e missionaria per 16 anni assieme alle suore clarettiane.”

E ha citato una lettera di don Vito sulla diocesi di Crema. “La Chiesa parla cremasco nel mondo intero” grazie a più di 100 missionari e missionarie, sacerdoti, religiosi e laici, presenti nei cinque continenti. Un grande spirito missionario ha caratterizzato don Vito. Ora lo incarichiamo di intercedere perché la Pentecoste della chiesa missionaria cremasca continui anche ai nostri giorni.”

Il vescovo Daniele ha ricordato, da parte sua, di aver conosciuto don Vito negli ultimi mesi della sua vita, alla propria ordinazione episcopale e in due o tre incontri prima della sua morte. “Ho conosciuto il grande segno che ha lasciato in missione. E anche qui a Scannabue nonostante sia rimasto solo per cinque anni.”

Il card. Joao ha ricordato di aver vissuto a Londrina con don Vito, quando era rettore del seminario regionale con 60-100 alunni. “A Londrina si parla ancora molto di don Vito soprattutto per il centro Nazareth.” E ha concluso: “In questo mondo ci vuole una forte testimonianza di comunità che rimarrà sempre: il resto cadrà!”

LA BENEDIZIONE

Ed ecco il momento dello scoprimento della targa (via mons. Vito Groppelli 1939-2017) da parte del sindaco e della benedizione della strada dedicata a don Vito, prima da parte del card. Joao, poi del vescovo Daniele.

A conclusione, l’inno di Mameli e le foto di rito.

 

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