Filippo Forni e la fede di un calciatore. “Testimoniare Cristo si può. Noi cristiani dovremmo avere più coraggio”

Ac Crema 1908
Filippo Fonri in maglia nera

“Testimoniare la fede in Cristo si può, in ogni ambito. Dovremmo avere più coraggio di esprimerci noi cristiani”. Però! Filippo Forni, 21enne, nato a Codogno, residente a Castiglione d’Adda – primi paesi colpiti dal Covid – difensore centrale dell’AC Crema, si impegna quotidianamente a fare bene, del bene.
LibroFilippo è tra i protagonisti del libro Se aveste fede come un calciatore (Edizioni San Paolo 2020) di don Marco D’Agostino (prefazione di Alessandro Bastoni, esterno sinistro dell’Inter, compagno di classe e ancora grande amico di Filippo), sacerdote dal 1995, rettore del Seminario vescovile di Cremona, insegnante di Lettere al ‘Vida’, un tempo scuola destinata ai seminaristi, oggi Liceo Classico e Scientifico paritario, anche con indirizzo sportivo.
Don Marco, con questa fatica ricostruisce tanti incontri avuti proprio alla sua scuola, raccogliendo storie che non finiscono mai nei volumi sul calcio. Un libro corredato da meravigliose figurine, ben 50, disegnate da Paolo Mazzini.
Tra queste c’è quella di Filippo Forni, che ha avuto “don Marco come professore, stimato da tutti, costruttivo e stimolante” e che ci ha raccontato la sua esperienza di calciatore e cristiano: basti pensare che lo scorso autunno ha ottenuto la deroga, richiesta dal suo parroco, monsignor Gabriele Bernardelli, dal vescovo di Lodi, monsignor Maurizio Malvestiti, per poter esercitare il delicato ruolo di ministro straordinario dell’Eucarestia (si può ottenere al compimento dei 25 anni) della parrocchia di Castiglione d’Adda dove risiede con la famiglia, molto unita.

Al centro giovanile parrocchiale si cresce nel corpo e nello spirito

“All’inizio – dice Filippo – quando portavo l’Eucarestia agli ammalati con una signora che già conoscevano, credevano fossi un chierichetto”, ruolo che, a 21 anni, svolge ancora con grande passione ed entusiasmo e che dall’alto dei suoi 192 centimetri non passa inosservato sull’altare: ha servito Messa anche il giorno di Pasqua, in pieno lockdown, “ed è stata un’esperienza toccante. Siamo cinque chierichetti adulti in parrocchia, gestiamo i più piccoli che svolgono questo servizio anche in settimana. Siamo circa 35, tantissimi se si considera che Castiglione d’Adda è un paese di 5 mila abitanti. L’investitura dei nuovi avviene nel contesto di una cerimonia sempre molto frequentata”. Filippo e la sua fidanzata (aiuto catechista) sono attivi anche in oratorio, “vissuto intensamente dagli adolescenti e giovani. È al centro giovanile parrocchiale dove nascono le amicizie più belle, dove si vivono esperienze che ci rendono felici, dove si cresce nel corpo e nello spirito”.
Il difensore lodigiano del Crema osserva con una punta di rammarico che “la pratica religiosa non è sempre compresa nel mondo del calcio e dell’università (è iscritto al terzo anno di Lettere) da chi non frequenta la chiesa e l’oratorio. Non ho grossi problemi di relazione, ma penso che noi giovani cristiani, senza la pretesa di insegnare, senza giudicare, ponendoci quindi nella condizione di non essere giudicati, dovremmo avere più coraggio a esprimerci”.

La carriera calcistica

ForniFilippo è entrato nel vivaio della Cremonese a 11 anni e a 17 è stato in ritiro con la prima squadra, che militava in Lega Pro, “momento in cui si inizia a pensare seriamente al calcio come una bella opportunità, ma mi sono rotto i legamenti crociati due volte tra i 17 e i 19 anni e tra il primo e il secondo infortunio avevo sottoscritto il contratto di un anno con la Cremonese. In quei momenti difficili, se non hai altro cui ancorarti, tutto si complica. I miei genitori, straordinari, mi hanno trasmesso la fede standomi molto vicini”.
Ora è iniziata una nuova avventura… “Sono contento di essere approdato al Crema, società molto ben strutturata, dove regna un bel clima. Si lavora tantissimo, mister Dossena è preparato ed esigente, e va bene così. Il gruppo è ben assortito, nelle amichevoli e domenica all’esordio in campionato abbiamo ben figurato un po’ con tutte le avversarie. Possiamo disputare un buon campionato”.
L’importante… “è avere fede. Credere in Dio, che mi ha aiutato a non mollare nei momenti difficili”.