Può una madre abbandonare il proprio figlio appena dato alla luce? Può un uomo non accorgersi della gravidanza e del parto della donna che ama?
Sembra assurdo eppure la risposta è sì, è possibile; è infatti accaduto questo qualche tempo fa: una donna, una madre, ha abbandonato il proprio figlio dietro ad un supermercato, apparentemente senza che il suo compagno si sia accorto di nulla, a casa ad aspettarli un’altra bimba.
Questo non è un fatto sparuto, avvenuto in un qualche paese sottosviluppato dell’Africa o dell’Indocina; lo scenario di questa tragedia la nostra bella patria, sullo sfondo dell’omicidio i colli umbri. Il piccolo è stato ritrovato morto asfissiato da una donna che aveva appena fatto la spesa, si trovava chiuso in una busta di plastica in mezzo ad un cespuglio; quando la madre è stata interrogata ha confessato che avrebbe voluto qualcuno lo prendesse, ma la motivazione per cui l’ha lasciato lì, solo e senza difese, è agghiacciante per la realtà dei nostri giorni, quasi incredibile: non aveva le possibilità economiche per crescerlo.
Eppure siamo in Italia viene da dirsi, nel 2018, una madre non può fare questo, ci sono milioni di possibilità e la vita di Francesco (nome dato dalla comunità religiosa al bambino) vale quanto la vita di chiunque altro, non gliela si può togliere. Ma allora perché la sua mamma l’ha lasciato? Come ha fatto a non sentirne il dolore? Come ha fatto il suo papà a non accorgersi di lui?
Forse è il caso di pensare bene alla risposta che la donna ha dato agli inquirenti. Cosa significa davvero non avere le possibilità economiche per crescere il proprio bambino? Normalmente se una persona è in una grave situazione economica si rivolge allo Stato per farsi aiutare, ci sono strumenti creati apposta per queste situazioni, ultimo fra tutti il Reddito di Inclusione riconosciuto l’1 gennaio di quest’anno.
È d’altra parte vero che il nostro paese sta attraversando un lungo periodo di crisi, nell’ultimo decennio il reddito netto familiare medio non ha fatto che diminuire continuamente ed è circa del 25% inferiore rispetto al reddito familiare degli stati appartenenti all’Ue.
Non è solo il mercato economico del paese a impoverire le famiglie italiane, ma anche le decisioni prese dallo stato riguardo le imposte e l’aumento delle detrazioni incide sul reddito familiare; ci sono stati vari interventi durante gli anni, da Letta a Renzi e tuttoggi si cerca una soluzione, ma fino ad ora gli esiti sono stati tutti pressoché fallimentari e a pagarne il prezzo sempre più alto sono le famiglie, è il piccolo Francesco abbandonato al supermercato.
È stata recentemente approvata una nuova agevolazione, il Rei, entrato in vigore l’1 gennaio 2018. Il Rei, sigla che sta per reddito d’inclusione, permette alle famiglie di ricevere dallo Stato un contributo economico, tuttavia accedervi richiede dei requisiti molto specifici che tagliano fuori gran parte della popolazione povera, in oltre per fare domanda e ricevere il contributo si hanno avuti solo sei mesi, infatti l’assegno di povertà è stato dato solo a coloro che hanno inoltrato la richiesta entro e non oltre il 31 maggio 2018. Più che una soluzione al problema delle famiglie italiane in crisi questa manovra è sembrata una toppa momentanea, atta a contentare la popolazione e non a dare un vero aiuto ai soggetti maggiormente colpiti dalla crisi.
Tutto ciò, queste difficoltà burocratiche e sociali, non giustificano ovviamente il gesto della 27enne terniana, che è stato qualcosa di assurdo e inconcepibile, tuttavia quella donna non è l’unica responsabile della morte del figlio. Lo Stato in cui vive, in cui noi viviamo, non l’ha aiutata minimamente nonostante lei ne avesse ogni diritto.
Di questa stessa opinione è monsignor Piemontese, il quale ha chiesto ai fedeli di pregare per quella famiglia distrutta dalla perdita del figlio, vittima di un sistema incapace di aiutare chi si trova in situazioni di disagio.Ed è proprio la chiesa cattolica italiana la promotrice di molte iniziative a sostegno delle famiglie con difficoltà economiche; ne è esempio la parrocchia di Santo Stefano a Osnago (nel milanese) dove il parroco ha dato via al progetto “Adotta una famiglia” che ha riscosso talmente tanto successo da venir copiato poi da altri enti ed associazioni.
Don Costantino Prina, parroco della diocesi milanese, ha spiegato che tramite questa iniziativa ha dato sostegno a più di 40 famiglie a cui sono stati dati circa €30.000 per far fronte alle spese scolastiche, mediche e condominiali e che vengono aiutate anche tramite raccolte alimentari, ma nel vero spirito della cristianità le famiglie aiutate hanno in cambio dato una mano alla comunità che li ha sostenuti, mettendosi a disposizione per pulire e sistemare i luoghi pubblici.
Se la Chiesa, pur nella sua più piccola espressione parrocchiale, è riuscita a fare questo perché anche lo stato non ha aiuta le famiglie?
Forse se chi guida il nostro paese pensasse maggiormente a governarlo con saggezza al posto che usarlo per il proprio guadagno oggi Francesco sarebbe vivo e sua madre non avrebbe dovuto abbandonarlo, cieca di ogni speranza per il futuro del suo bambino.
*Giada, V Liceo Scientifico