La chiesa parrocchiale di Santo Stefano Protomartire ha riavuto le sue campane. Da questa settimana, Bagnolo ha potuto risentirle rintoccare e suonare, grazie all’intervento di restauro da 70mila euro, avviato nel novembre 2019 e prolungatosi per quasi un anno, complice anche il Covid.
Castello campanario guasto, giunti spezzati e le otto campane ormai stonate sono state l’oggetto dell’intervento, affidato dal parroco don Mario Pavesi e dal Consiglio per gli affari economici della parrocchia dapprima al compianto Arch. Giorgio Severgnini, che ha condotto la parte fondamentale di avvio dei lavori, quindi all’Arch. Alan Romiti. Il restauro è stato eseguito dall’officina ‘Rubagotti’ di Chiari, specializzata in interventi di restauro per campane, incastellature e orologi. L’opera è stata finanziata per metà (“solo per il momento metà” ha precisato, ironico, don Mario) dalla Cassa Rurale del Cremasco e di Caravaggio, diretta dal Presidente Giorgio Merigo e dal Vice Quinto Ginelli, mentre i restanti 35mila euro verranno coperti dalle offerte dei parrocchiani che vorranno contribuire alla spesa mediante l’acquisto dei campanelli, in vendita a 20 euro l’uno.
“Le campane ci mancavano al mattino, a mezzogiorno e alla sera – ha detto in piazza don Mario, prima della Messa delle ore 10 –. Ci mancavano a evidenziare le solennità, le celebrazioni sacramentali, gli eventi parrocchiali, comunitari e civili. Ora finalmente le possiamo ammirare di nuovo, più belle che mai, finché non le avremo di nuovo lassù a guardarci, a guidarci, a sorridere con noi nei momenti lieti e a piangere con noi nei momenti drammatici. Le campane sono come gli angeli: spesso la Parola di Dio ci giunge anche attraverso la voce delle campane”. Voce che i numerosi bagnolesi accorsi hanno potuto riascoltare nel Concerto tenuto dalla Federazione Bresciana Campanari.
Anche per don Piergiorgio Fiori il ritorno dei bronzi è stato un evento storico ed emozionante, che ha permesso di vederli da vicino, in tutta la loro bellezza, nei quattro giorni in cui sono rimasti a terra.
I lavori di preparazione del sito campanario e il montaggio del castello hanno preceduto la ricollocazione dei sacri bronzi nella cella campanaria. Quindi l’accordatura e la preparazione dei concerti a opera dei maestri campanari.
Leggi l’articolo in versione integrale su Il Nuovo Torrazzo di sabato 24 ottobre
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