2 GIUGNO – Festa della Repubblica, festa di un popolo coraggioso

La pandemia ci ha resi più fragili, ma ancor più legati alla Patria e alle nostre radici storiche, che han fatto di noi un popolo coraggioso, che ama la libertà e che spera in un futuro migliore per le nuove generazioni. Sventola alta oggi la bandiera tricolore: è il simbolo della democrazia e porta inevitabilmente con sé un po’ di commozione per chi un tempo ha combattuto per i grandi ideali, ma anche dolore per chi oggi non c’è più a causa del virus.

Nel 74° anniversario della Festa della Repubblica, poco fa, s’è tenuta la classica cerimonia presso il Famedio in piazza Duomo, naturalmente con un numero contingentato di invitati, le mascherine e la distanza sociale. Presenti i rappresentanti delle forze dell’ordine – Carabinieri, Polizia, Guardia di finanza e Polizia Locale – e quelli delle associazioni combattentistiche e d’arma, con labari e stendardi, ma anche le forze consigliari cittadine, i membri di Giunta e il presidente del Consiglio comunale Gianluca Giossi. A fianco del sindaco Stefania Bonaldi, la presidente del Comitato per la promozione dei principi della Costituzione, Graziella Della Giovanna. Significative, dopo l’Inno d’Italia, le parole del sindaco.

RIPARTIAMO DAI VALORI MORALI

“Anche quest’anno siamo reduci da un lungo referendum, una consultazione molto diversa da quella che si tenne 2 e il 3 giugno del 1946, quando si chiese agli italiani di decidere fra Monarchia e Repubblica. A noi, in questi mesi, è stato chiesto di scegliere tra tutto ciò che abbiamo costruito, qui nella nostra Crema, e la desolazione di una realtà che minacciava di ricacciarci indietro nel tempo, privandoci della nostra gioia di esserci. 74 anni fa, l’Italia usciva da una guerra di inimmaginabile crudeltà. C’erano solo macerie intorno ai nostri connazionali, macerie fisiche, morali e politiche, alimentate dall’intrusione violenta del Fascismo, una macchia scura che grava ancora nel cuore di troppi. Anche oggi usciamo dalla prova di una minaccia violenta, di carattere sanitario, ma anche esistenziale, perché s’è collocata tra di noi impedendoci di avvicinarci, di stare insieme, di esprimere la nostra natura di relazione. Una minaccia vigliacca perché invisibile, capace di minacciare le nostre famiglie, la nostra memoria, portandosi via i nostri anziani, e non solo loro”, ha affermato Bonaldi.

“Ebbene sì, questo è stato il nostro referendum del 2020, abbiamo votato in massa, e abbiamo già i risultati. Schiaccianti – ha proseguito il sindaco -. Il 100% dei cremaschi ha scelto di riprendere da dove avevamo dovuto interrompere, continuando a produrre meraviglie, valori familiari, civili, culturali, imprenditoriali e, permettetemi, morali, perché quello che in questi mesi tutti noi abbiamo mostrato al resto del Paese, dando coraggio anche agli altri, è che nulla è impossibile alle donne e agli uomini quando sono mossi da un amore per la vita così travolgente. Così come il 2 giugno del 1946 ci schierammo a difesa dei valori democratici, della libertà, dell’eguaglianza, dei diritti, del lavoro, pietra angolare del Paese, e della partecipazione collettiva al bene Comune, ciascuno facendo la propria parte, secondo il proprio ruolo, oggi, 2 giugno 2020, ci siamo ancora schierati, sospinti proprio dalla forza che ci arriva da quella fatidica giornata quando abbiamo capito che il nostro destino, quello collettivo e quello individuale, si può scegliere, dipende da noi”, ha proseguito il sindaco in un altro passaggio del suo discorso ufficiale.

LA COSTITUZIONE AI NEO DICIOTTENNI

Il primo cittadino, sottolineandone la grande attualità e consigliandone la lettura, ha poi consegnato a due neo diciottenni di Crema, Benedetta Fugazzola del Liceo scientifico Racchetti-Da Vinci e Filippo De Stefani del Liceo Artistico, una copia della Costituzione italiana. “Leggetela e vivetela”, ha aggiunto Della Giovanna, spronando i due giovani. Anche agli altri 280 neo maggiorenni, come da tradizione, la Carta costituzionale verrà consegnata, ma nei prossimi giorni, a domicilio, grazie a un gruppo di volontari. Peccato per la consueta cerimonia “generale” in Sala degli Ostaggi. Si recupererà l’anno prossimo.

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