CONVEGNO: IL CUORE DELLA CURA

Stimolante convegno ieri pomeriggio nella Sala dei ricevimenti del Municipio sul tema IL CUORE DELLA CURA. PRENDERSI CURA DEGLI ANZIANI A CREMA E IN LOMBARDIA. Iniziativa organizzata dall'Ucid (Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti) in occasione della festa patronale di san Pantaleone, medico e martire. Presenti Giuseppe Pozzi segretario regionale dell'associazione e il consulente regionale mons. Vincenzo Rini.
Ha aperto i lavori il presidente della sezione di Crema ing. Franco Agosti, che ha spiegatola mission dell'UCID, fondata nel 1945 con lo scopo di diffondere la dottrina sociale della Chiesa, soprattutto nel mondo imprenditoriale.
È seguito il saluto del vescovo Oscar che ha citato madre Teresa per affermare che “gli Stati si riconoscono efficienti se sono aperti ai più deboli”. E ha invitato ad accompagnare gli anziani sostenendoli con tenerezza, loro che sono la riserva sapienziale del nostro popolo.
Saluto anche del sindaco Stefania Bonaldi che, da ex direttore di RSA, ha accennato ai presidi costituiti sul territorio in collaborazione con le parrocchie e altre realtà per sostenere in modo integrato, e non più settorialmente, coloro che hanno bisogno di assistenza.
Ha moderato il convegno la dr. Vincenza Scaccabarozzi.
Numerosi gli interventi. Il vescovo ausiliare di Milano, mons. Paolo Martinelli, ha illustrato la dottrina sociale della Chiesa offrendo spunti per un nuovo umanesimo che considera inviolabile la dignità della persona ed essenziale il suo rapportarsi agli altri.
Gli interventi del dott. Stanghellini del Comune di Crema, del prof. Carlo Mozzanica dell'Università statale di Milano, dell'avv. Luca Degani esperto di diritto sanitario, del prof. Davide Maggi dell'università Bocconi e del dott. Walter Donzelli (Presidente Associazione Regionale Lombarda Enti di Assistenza) hanno tutti sottolineato – nei diversi ambiti e da diversi punti di vista – una nuova visione dell'assistenza dell'anziano. L'attuale modello di assistenza pubblica è in crisi, non più sostenibile e non adatto alla società di oggi, data l'esplosione del numero di anziani e le poche risorse. Bisogna lavorare sul contesto con un nuovo modello comunitario, con una progettualità che non deriva solo da finanziamento pubblico. Bisogna sviluppare azioni collettive a partire dalla lettura di fenomeni e che portino i contesti a condizioni di maggiori disponibilità alla cura di chi ha bisogno.
Insomma, deve essere la comunità a farsi carico dei più deboli: il cuore della cura è proprio la comunità.