GIOVEDÌ I FUNERALI DI DON BRUNO

“Non c'era nessuno a cui don Bruno non fosse entrato nel cuore; egli era riuscito a conoscere tutti e tutti lo ritenevano come un padre.” Queste parole di un parrocchiano, dicono chi era don Ginoli, pastore a Moscazzano, trovato senza vita, lunedì pomeriggio, nel suo giardino.
E a confermarlo, giovedì mattina al funerale, la chiesa strapiena, le lacrime agli occhi, persino il pianto dei bimbi; e quasi tutti i sacerdoti della diocesi con il vescovo Oscar accorsi per l'ultimo saluto.
“La nostra Comunità ecclesiale – ha detto mons. Cantoni – scossa per l'improvvisa morte di don Bruno, partecipa al dolore dei familiari e di tutto il presbiterio diocesano, che riconosce in don Bruno un prete zelante, colto, appassionato di ecumenismo, ma soprattutto capace di belle relazioni, di amore alla Chiesa e di premura per il gregge del Signore.” Poi si è rivolto a lui direttamente: “Don Bruno, permettimi che riveli un particolare del tuo recente ministero: ti costò molto lasciare la parrocchia di Ombriano, tuttavia non hai avanzato riserve, proprio perché la amavi. Eri consapevole che nuove forze più giovani avrebbero potuto dar vita a un rinnovamento, a beneficio di tutta la parrocchia, soprattutto della gioventù. Da qui ho avuto la prova che non eri alla ricerca di te stesso, perché non hai voluto difendere un tuo progetto personale o semplicemente abbandonarti a un quieto vivere: hai accettato di cambiare come frutto di un amore che si dona anche distaccandosi. Quindi, subito, ti sei inserito nella nuova parrocchia di Moscazzano, più piccola, ma bisognosa anch'essa di cure pastorali e lì ti sei donato con generosità piena, senza risparmio, e con amabilità ti sei conquistato la fiducia di tutti. Così ci hai insegnato che l'obbedienza è feconda e genera sempre nuove opportunità. Ci hai dato l'esempio di un uomo veramente ecclesiale.”
Lunedì sera, dunque, alle 18, orario della Messa quotidiana, i fedeli di Moscazzano aspettavano in chiesa il parroco che non arrivava. Insospettiti, sono andati a cercarlo, hanno suonato il campanello di casa, ma non rispondeva, sono entrati in giardino e l'hanno trovato riverso a terra senza vita. La sua scomparsa ha gettato tutti nello sconcerto.
Nato a Izano il 24 giugno 1943, don Bruno è stato ordinato sacerdote il 28 giugno 1968, licenziato in Teologia, ha insegnato alla Dante Alighieri dal 1968 al 1979, è stato curato a Castelnuovo dal 1968 al 1980. Missionario in Svizzera per un anno (1980-81), è diventato nel 1981 parroco di Monte. In seguito è passato a Ombriano, dove ha svolto il suo ministero per ben 21 anni, dal 1991 al 2012, infine a Moscazzano. Esperto in ecumenismo, è stato responsabile della relativa Commissione dal 1991 al 2012 e l'ha insegnato presso lo studio teologico dei seminari di Crema, Cremona, Lodi e Vigevano dal 1983. Dal 2012 era assistente spirituale della Commissione famiglia.
Ma chi era davvero don Bruno? Era un prete-padre della sua gente, capace – appunto – di entrare nel cuore di tutti. Lo hanno detto il signor Arpini di Ombriano, la signora Lucia di Moscazzano, il sindaco Savoldi, il seminarista Cristofer e la sorella che l'hanno salutato al termine della Messa.
“Dono mandato dal cielo – ha detto Lucia – bella persona positiva, giocosa, allegra, saggia, generosa, sempre pronta al saluto e ottimista sempre e dovunque. Nelle sue omelie sempre azzeccate, belle e semplici, sapeva emozionare ed emozionarsi; pastore buono, con lo sguardo aperto al futuro, ai bambini, ma senza dimenticare gli anziani, gli emarginati e i bisognosi. Per questo aveva voluto formare un gruppo che seguisse spiritualmente e fisicamente gli ammalati.” E ancora: “Amava le cose belle, la natura, il suo giardino che chiamava con orgoglio un piccolo angolo di paradiso. E il Signore l'ha chiamato proprio lì, per aprirgli le porte del paradiso vero.”
E Arpini: “Vorremmo riecheggiassero nel nostro intimo quelle indelebili indicazioni che tu hai saputo trasmetterci nelle tue appassionate omelie, le tue riflessioni pastorali e teologiche che ci dettavi ispirato dalla Parola di Dio; il tuo insegnamento nella capacità di ricercare la gioia perfetta e inesauribile per l'umanità che tu esprimevi ogni giorno con la tua proverbiale giovialità; la tua squisita capacità di esaltare il bello, la natura, l'arte, l'armonia dei valori nell'uomo. Vorremmo dirti la nostra ammirazione per la tua raffinata intelligenza, la tua grande preparazione culturale mai ostentata; per la forza che ti rendeva disponibile a tutti, senza cercare niente in cambio. Vorremmo saper conoscere così profondamente, amare così gratuitamente e servire così fedelmente Dio e i fratelli, come tu ci hai insegnato e testimoniato, grande maestro di vita.”
Hanno detto tutto di lui questi laici che l'hanno conosciuto e avuto come padre-parroco.
Ricordiamo qui i suoi anni a Ombriano, le sue apprezzate riflessioni su La Campana; la sua attenzione alla preghiera e alla liturgia, la vicinanza ai malati, la determinazione di avvicinare i lontani, le Missioni nell'anno santo del 2000. E l'attenzione alle famiglie ai giovani con la messa a norma dell'oratorio e delle aule di catechismo, nonché l'allestimento della sala polifunzionale. E la forte serenità anche in momenti difficili, come durante l'indagine giudiziaria scaturita dalla denuncia per un presunto disturbo delle campane.
E le opere strutturali? Innumerevoli. Accompagnato da un efficientissimo Consiglio Pastorale ha ristrutturato la casa parrocchiale, il già citato oratorio, le campane e l'organo, l'oratorio dei Morti delle tre bocche… ecc. Ma soprattutto il riassetto della bellissima chiesa parrocchiale: progettato, finanziato e iniziato… per lasciarlo come dono ai suoi parrocchiani.
Ho vissuto di fianco a lui tutta la vita fin dagli anni di seminario. E con la sua scomparsa perdo un po' di me stesso. Grazie don Bruno.
Giorgio Zucchelli

L'OMELIA DEL VESCOVO MONS. OSCAR CANTONI

Davanti alla tomba dell' amico Lazzaro, che già da quattro giorni giaceva nel sepolcro, Gesù si commosse profondamente e “scoppiò in pianto”. La sua umanità, tanto simile alla nostra, sentiva fortemente il distacco dall'amico. Egli è vulnerabile, pieno d'amore ed è mosso a compassione.
Le lacrime sgorgano quando qualcosa nel nostro profondo viene toccato. Le lacrime di Gesù esprimono una relazione colma di tenerezza, manifestano un legame di vivo affetto per Lazzaro, ma anche di vicinanza e di consolazione per chi resta: le due sorelle Marta e Maria.
La nostra Comunità ecclesiale, scossa per l'improvvisa morte di don Bruno, partecipa al dolore dei familiari, e insieme, in modo speciale, di tutto il presbiterio diocesano, che riconosce in don Bruno un prete zelante, colto, appassionato di ecumenismo, ma soprattutto capace di belle relazioni, di amore alla Chiesa e di premura per il gregge del Signore.
Lo piangono e pregano per lui anche i fedeli delle parrocchie in cui egli è stato pastore: prima come vicario parrocchiale a Castelnuovo (per dodici anni), poi come parroco a Monte Cremasco (1881-1991), quindi a Ombriano, per ventuno anni, infine a Moscazzano, negli ultimi quattro anni.
Lo affidiamo perciò nella preghiera a Cristo, buon pastore, perché lo consegni al Padre e così goda la pienezza della vita, quella che egli assicura a quanti hanno seguito Gesù e lo hanno servito nei fratelli.
Chi davvero ha conosciuto Gesù, proprio perché ha dato la sua vita per noi, sa che “anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli”.
In questo consiste il mistero dell'essere umano: esso è fatto per l'amore e la comunione ed è in forza dell'amore che diviene fecondo, cioè in grado di dare la vita.
Secondo un misterioso disegno di Dio, don Bruno è spirato lo scorso lunedì improvvisamente.
Una morte come la sua genera inevitabilmente tanti interrogativi, suscita anche riflessioni sulla provvisorietà dell'esistenza, dentro la quale l'uomo si crede padrone assoluto, ma poi avverte che la vita gli sfugge tra le mani e che non gli appartiene. Come Marta, la sorella di Lazzaro, che esclama: “so che risorgerà nella risurrezione dell' ultimo giorno”, anche noi facciamo la nostra bella professione di fede, nella certezza che don Bruno vive in Cristo e attende la risurrezione.
Noi crediamo che la nostra vita è sempre e comunque sotto lo sguardo amoroso di Dio; noi crediamo che in vita e in morte siamo del Signore, giudice misericordioso e pietoso, grande nell'amore senza limiti. Noi crediamo che la vita non si giudica per la lunghezza degli anni, ma per l'intensità delle opere compiute nello spazio del tempo che ci è donato, e questo ci obbliga ad amare i fratelli che Dio ci dona, oggi, senza riserve. Noi crediamo, infine, che siamo chiamati a divenire misericordiosi come il Padre: ecco il programma che ci è affidato lungo il nostro pellegrinaggio terreno, lungo o breve che sia.
Don Bruno, permettimi che riveli un particolare del tuo recente ministero: ti costò molto lasciare la parrocchia di Ombriano, tuttavia non hai avanzato riserve, proprio perché la amavi. Eri consapevole che nuove forze più giovani avrebbero potuto dar vita a un rinnovamento, a beneficio di tutta la parrocchia, soprattutto della gioventù. Da qui ho avuto la prova che non eri alla ricerca di te stesso, perché non hai voluto difendere un tuo progetto personale o semplicemente abbandonarti a un quieto vivere: hai accettato di cambiare come frutto di un amore che si dona anche distaccandosi. Quindi, subito, ti sei inserito nella nuova parrocchia di Moscazzano, più piccola, ma bisognosa anch'essa di cure pastorali e lì ti sei donato con generosità piena, senza risparmio, e con amabilità ti sei conquistato la fiducia di tutti. Così ci hai insegnato che l' obbedienza è feconda e genera sempre nuove opportunità. Ci hai dato l'esempio di un uomo veramente ecclesiale.
Entra, dunque, nella gioia del tuo Signore!

IL SALUTO DELLA COMUNITÀ DI OMBRIANO
Nostro amatissimo don Bruno, te ne sei andato improvvisamente, in punta di piedi. Come ultima compagnia hai scelto i tuoi amati fiori, dopo aver atteso ancora in mattinata ai tuoi servizi ministeriali.
Impietriti come siamo è difficile pronunciare parole di commiato da te; non avremmo mai voluto pronunciarle.
Vorremmo, invece, che ci pervadesse ancora quello Spirito alto, capace di farci vedere oltre le nubi la Luce che illumina e riscalda i nostri cuori affranti e disorientati,
vorremmo riecheggiassero nel nostro intimo quelle indelebili indicazioni che tu hai saputo trasmetterci nelle tue appassionate omelie, durante i lunghi anni da parroco di Ombriano,
vorremmo ancora poter volare leggeri nel mondo del Bene, sospinti dalle tue riflessioni pastorali e teologiche che ci dettavi con naturalezza, sempre a braccio, ispirato dalla Parola di Dio,
vorremmo saper riscoprire ogni giorno il tuo insegnamento nella capacità di ricercare la Gioia perfetta e inesauribile per l'umanità di tutti i tempi, che tu esprimevi ogni giorno con la tua proverbiale giovialità,
vorremmo gustare ancora la tua squisita capacità di esaltare il bello, la natura, l'arte, l'armonia di valori nell'uomo,
vorremmo dirti la nostra ammirazione per la tua raffinata intelligenza, la tua grande preparazione culturale mai ostentata, ma diventata baluardo e riferimento sicuro per chi ti ha incontrato in questa vita,
vorremmo saperti imitare e trovare anche noi la Forza che ti rendeva disponibile a tutti, senza cercare niente in cambio,
vorremmo saper conoscere così profondamente, amare così gratuitamente e servire così fedelmente Dio e i fratelli, come tu ci hai insegnato e testimoniato,
vorremmo dirti grazie nostro grande maestro di vita e chiederti di guidarci ancora dal cielo!
Il Bene che hai seminato, l'Amore che hai elargito, gli Insegnamenti che ci hai donato non si esauriscono con la tua vita terrena, nostro amato don Bruno, continuano a permeare i nostri spiriti, a vivere nei nostri cuori, insieme al ricordo di te.
La tua comunità di Ombriano

IL SALUTO DELLA COMUNITÀ DI MOSCAZZANO

Signore, non ti domandiamo perché ce l'hai tolto, ma ti ringraziamo per il tempo che ce l'hai donato. Sì, donato, perché don Bruno è stato un dono mandato dal cielo in un momento triste, per aiutarci a riprendere il cammino interrotto, un faro luminoso nella tempesta, una luce che indica la strada. Con la sua bella persona, positivo, giocoso, allegro, saggio, generoso, sempre pronto al saluto e ottimista sempre e dovunque. Nelle sue omelie sempre azzeccate, belle e semplici, sapeva emozionare ed emozionarsi. E non lo nascondeva.
Don Bruno è stato un pastore buono, con lo sguardo aperto al futuro, ai bambini, ma senza dimenticare gli anziani, gli emarginati e i bisognosi che regolarmente visitava. Per questo motivo aveva voluto con determinazione formare un gruppo che seguisse spiritualmente e fisicamente gli ammalati.
Lui che aveva sperimentato la sofferenza, amava le cose belle, la natura, il suo giardino che chiamava con orgoglio un piccolo angolo di paradiso. E il Signore l'ha chiamato proprio lì, per aprirgli le porte del paradiso vero, dove adesso è bello immaginarlo passeggiare fra le aiuole perennemente fiorite, per strappare i fili d'erba o le foglie secche, oppure cogliere un fiore e sentirne il profumo.
Caro don, il tuo passaggio tra noi è stato breve ma intenso e pieno di ricordi, insieme abbiamo fatto tante cose e avremmo potuto farne ancora, ma il Signore ha voluto così. Sia fatta la sua volontà. Ora che sei vicino a Lui, fissa i tuoi occhi luminosi nei nostri pieni di lacrime e aiutaci ad andare avanti, sempre e comunque.
Un'ultima cosa: la carità, questa parola a te molto cara. La carità: tra tutte la più grande è la carità, prendersi cura del prossimo anche e soprattutto se questo è scomodo. Don Bruno, tu ce la lasci come eredità e noi ti promettiamo di impegnarci veramente perché tu possa essere fiero di noi.
Alla tua famiglia le più sentite condoglianze e un forte abbraccio.
La tua comunità