Prevista da mercoledì scorso, è partita con un giorno d’anticipo – martedì 12 gennaio – la campagna di vaccinazione antiCovid nelle strutture cittadine gestite da Fondazione Benefattori Cremaschi.
Le prime dosi, arrivate direttamente dall’Asst di Crema, sono state quasi 300, utili a coprire gli utenti della Rsa “Camillo Lucchi” di via Zurla (167 anziani) e gli operatori sanitari. Per ora circa l’80% di quest’ultimi ha manifestato la volontà di sottoporsi
alla vaccinazione, che rappresenta una sicurezza per se stessi e per i degenti.
“Tutto si è svolto regolarmente, in un clima positivo e di ottima collaborazione”, spiega la presidente Fbc Bianca Baruelli, che abbiamo incontrato per questa intervista.
Un momento tanto atteso
Quattro i medici della Rsa impegnati, coordinati dalla dottoressa Roberta Colombetti, presenti la direttrice Gloria Regazzi e la Direzione Santaria della Fondazione Benefattori Cremaschi nella persona del dottor Fabio Bombelli. Il coordinamento infermieristico
era affidato a Mara Milanesi.
“Aspettavamo da tanto questo momento perché il Covid qui ha lasciato il segno. E grandi sofferenze e tensioni in operatori, medici e ospiti, oltre che in tutti i familiari, che ci hanno seguito in questo lunghissimo anno di fatiche. Auspichiamo ora che anche coloro che, a oggi, non hanno ancora aderito alla campagna vaccinale si convincano dell’importanza per sé e per tutta la società di ricevere il vaccino, che, ne sono convinta, è un dovere civico, oltre che sanitario”. Qualche segnale in tal senso già è arrivato.
La stessa presidente Baruelli si sottoporrà a vaccinazione e – anche se non vuole farlo trapelare – sappiamo che lo farà per ultima.
Arriverà il vaccino anche per gli operatori delle cure intermedie?
“In effetti come struttura sociosanitaria, avendo unità d’offerta che sono come vasi comunicanti, abbiamo la necessità di sottoporre a vaccino tutti gli operatori dipendenti e i collaboratori in quanto l’Ente è un unico datore di lavoro, che gestisce le diverse attività.
Per i pazienti ricoverati nelle cure intermedie/riabilitazione siamo in attesa delle indicazioni regionali e dell’Ats Val Padana, perché si aprono alcune difficoltà circa la somministrazione della doppia dose in questi casi di permanenza anche breve”.
Cambiamo tema. La riforma del Terzo Settore ha riguardato anche voi. Cosa ci dice in tal senso?
“Ricordiamo che la revisione dello Statuto è tema già affrontato nel 2019, ai sensi della riforma, momento in cui abbiamo anche provveduto a mettere in luce le peculiarità di un Ente come il nostro, che si deve anche affrancare da impostazioni che potevano pure suonare come anacronistiche. Enti del Terzo Settore come Fbc devono anche mettere a tema la raccolta fondi, che deve essere strutturata declinando al meglio la propria natura di Onlus. La Fondazione sta lavorando da anni per organizzare al meglio pure la gestione della propria immagine, per far sì che questa diventi funzionale alla raccolta fondi, necessaria per il sostegno delle attività della struttura e per perseguire gli scopi statutari”.
Cosa risponde a chi dice che le Fondazioni avranno più “potere”?
“Chi dice questo non è a conoscenza del contesto normativo. Già dal 2004 eravamo comunque Fondazione, Ente di stampo privatistico né partecipato né controllato da alcuno.
Oggi si rafforza la nostra autonomia, ma come realtà radicata nel territorio e portatrice d’interessi sociali anche pubblici, per la città e il Cremasco, la collaborazione e l’ascolto di tutti gli stakeholder, compresa l’amministrazione comunale rimane sempre fondamentale. Al di là di ogni polemica sterile”.
Qualcuno ha criticato i 50.000 euro ricevuti dal Comune come sostegno.
“Innanzitutto ricordo che ogni anno spendiamo oltre 100.000 euro per Imu, Tasi e Tari, versati al Comune diCrema. Ma al di là di questo, è stato deliberato dalla Giunta un Piano di sostegno alle aziende del territorio e noi rientriamo in questa categoria, piaccia o meno. Siamo erogatori di un servizio pubblico di estrema importanza, di cui beneficia la comunità intera. Ho apprezzato molto, insieme a tutto il CdA, questo segnale forte di sostegno da parte dell’amministrazione in quest’anno terribile, che ha colpito tutti noi e i nostri anziani”.
Che ne pensa della proposta di fusione tra la Fondazione Finalpia e Fondazione Benefattori Cremaschi?
“Ha solleticato molti pensieri, lo ammetto, ma noi in Fondazione siamo abituati a realizzare le azioni valutandone la sostenibilità economica e a ragionare su numeri e proposte concrete dai diversi punti di vista. A oggi pensare a un progetto che veda coinvolta quella struttura, pur bellissima e importante, nel nostro settore è abbastanza complicato. Per essere alberghiera quella struttura è piccola, mentre per l’eventuale impiego sociosanitario ciò diventa una partita tutta da giocare con la regione Liguria. Non so quanto questo sia realizzabile. Ma fino a ora nessuna proposta ci è arrivata ”.
Come siete messi con le visite dei parenti in Rsa “Camillo Lucchi” e al “Kennedy?”
“Siamo riusciti ad attivare interfoni per permettere ad ospiti e familiari di vedersi e sentirsi. Alla Rsa di via Zurla, sotto il portico, sono previste più postazioni e questa modalità funziona: è apprezzata da famiglie e ospiti. Ricordiamo sempre che, con le dovute cautele e su precisa richiesta, la Direzione Sanitaria può autorizzare anche visite in presenza. Certo ci auguriamo presto un ritorno al passato, ma bisogna essere realisti e ancora cauti”.