Itinerari dello Spirito/4. A Casalmaggiore il santuario della Madonna della Fontana

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L'esterno del santuario Madonna della Fontana

Andiamo ora in visita a un santuario abbastanza vicino: lo troviamo nella pianura cremonese, presso le rive del Po, a Casalmaggiore sulla strada che conduce a Sabbioneta. È il Santuario della Madonna della Fontana, da secoli un centro di spiritualità e di devozione. È preceduto da un lungo viale alberato.
La Madonna della Fontana richiama ovviamente l’acqua che nella tradizione biblica e cristiana ha un posto chiave, basti pensare al Battesimo. L’acqua quindi come fonte di grazia che la Madonna dona ai suoi fedeli. E qui a Casalmaggiore alla fontana di Maria Vergine i fedeli si recano da millenni.
Il Santuario è una bella sorpresa per i pellegrini, non tanto per la sua struttura architettonica, ma per il gran numero di affreschi medievali che contiene: quasi tutti ex voto di fedeli che ringraziavano Maria per i doni ricevuti.

La visita

Arriviamo al Santuario percorrendo il lungo viale che lo precede. La facciata, preceduta da alcuni alberi, è a tre salienti che corrispondono alla navata centrale e alle due laterali. Molto elevato quello centrale. Prima di entrare in Santuario, ammiriamo il bel portale del XV sec. con le due lesene decorate in cotto e una trabeazione di stile rinascimentale e un lunotto che contiene il mosaico (moderno) de La Madonna e i santi Francesco e Antonio.
L’interno è a tre navate delimitate da pilastri poligonali con capitelli a cubo smussato, dai quali si levano gli archi a sesto acuto che reggono la volta a botte; nelle navate laterali le volte sono a crociera.
La decorazione, che orna la volta a botte e l’alto fregio sottostante, è da attribuire ai primi decenni del 500. Sopra la bussola, un’imponente balconata e la struttura in legno intarsiato del settecentesco organo con sovrastante lo stemma dell’Ordine dei Frati Servi di Maria. I quadri in cotto della Via Crucis sono opera dell’artista Guido Germani (1928).
Gli affreschi, come dicevamo, sono tantissimi e appartengono tutti ai secoli XV-XVI.
Incominciamo dalla navata destra. Nella controfacciata l’affresco, molto rovinato dal muro costruito per sostenere la cantoria, de La Vergine con il Bambino fra s. Giovanni Battista, s. Rocco e la beata Toscana Gualtieri. Accanto è visibile un altro affresco della stessa epoca raffigurante San Giobbe, Sant’Antonio Abate e San Bernardo. Nella seconda cappella troviamo l’immagine de La Madonna della Fontana del pittore Odoardo Ghepardi di Parma del 1957 (collocata all’inizio nella cripta): venne incoronata il 15 Agosto 1963 da mons. Dario Bolognini, vescovo di Cremona, nel V centenario della costruzione del Santuario. La stella d’oro, appuntata dal medesimo vescovo l’anno 1964, ricorda la proclamazione della Beata Vergine della Fontana a patrona del Casalasco.
Nella terza cappella, la tela del pittore veneto Giambattista Damini (1727) rappresentante L’omaggio alla Madonna dei Sette Santi Fondatori dei Servi di Maria.
Nella quinta cappella, un affresco del sec. XV rappresentante Sant’Agostino trasformato in Sant’Antonio Abate, secondo la scritta che appare sopra l’affresco. Nella sesta cappella, l’affresco di Santa Caterina d’Alessandria, con la corona in capo, la palma in mano e la ruota infranta. È di un autore ignoto sempre del sec. XV. Ai lati scene del suo martirio molto rovinate.

Gli affreschi dell’abside destra

L’abside della navata destra è dedicata a san Francesco, la cui statua è sopra l’altare. Vi troviamo notevoli affreschi: sulla volta Il Padre Eterno, La Gloria della Ss. Trinità e Gesù Risorto (molto rovinati). Sulla parete destra una Madonna del Latte di squisita fattura, su quella sinistra alcuni santi indecifrabili. Sull’intradosso dell’arco altro ex-voto a destra e a sinistra, tra cui una Madonna con Bambino che porge una rosa e Santa Caterina; una Madonna del latte e un Sant’Antonio.
Il presbiterio, sollevato di otto gradini sopra la cripta nella quale si scende con una scala che divide in due parti la scalinata, presenta sulle pareti laterali due belle tele del pittore locale Francesco Antonio Ghiozzi (1730-1785). La pala d’altare che rappresenta L’Annunciazione, non di grande valore, è di un pittore bergamasco sconosciuto.
Nella navata sinistra le prime quattro cappelle hanno subìto restauri che ne hanno compromesso irrimediabilmente l’apparato ad affresco.
Notiamo, nella seconda, la stele commemorativa del pittore Francesco Mazzola, detto il Parmigianino (1503-1540): morto a Casalmaggiore probabilmente di peste, volle essere sepolto qui in Santuario. Nella cappella troviamo anche due antichi affreschi: una Santa Lucia (datata 1506) e una Madonna della rosa.

Le Madonne dell’abside sinistra

Ma veniamo alla quinta cappella, che è certamente la più bella dell’intero Santuario. È la cappella di San Rocco e le scene principali si devono ai fratelli Andrea e Galeazzo Pesenti. Al centro della parete di fondo si trova San Rocco, patrono contro la peste, in piedi all’interno di un arco trilobato con relativa trabeazione; a sinistra San Luigi Gonzaga, in piedi con la spada, in atto di rendere omaggio alla Madonna della Rosa con Bambino, con simboli gonzagheschi sul manto. È affiancato dal committente, raffigurato in piccole proporzioni, in ginocchio. A destra Sant’Apollonia che regge la palma del martirio e le tenaglie; al suo fianco Sant’Antonio: ha nella mano destra il bastone con il campanello, nella sinistra il fuoco. In alto dell’affresco vi è la bella scena de L’Annunciazione: a sinistra l’angelo, a destra la Madonna con la donatrice inginocchiata davanti a lei.
Affrescato anche il lato destro della cappella con La Sacra Famiglia (san Giuseppe a sinistra con una croce in mano e inginocchiato ai suoi piedi – in misura ridotta – il donatore). Sotto, a sinistra, una Madonna in piedi con Bambino in braccio e la piccola figura del donatore inginocchiato; a destra il martire Santo Stefano. In una piccola nicchia trilobata sottostante, una Madonna del latte.
La sesta cappella, dedicata a sant’Omobono, vediamo lacerti di vari affreschi, tra cui: al centro, vicino alla porta che mette in sacrestia, una Madonna in trono con manto rosso e il Bimbo in braccio. Nel lato sinistro in alto un gruppo di donne presso il Sacro Fonte e, sotto, le figure di tre Santi: San Bernardino con il suo tipico simbolo, San Sebastiano e sant’Omobono in abiti da mercante, che dà la carità a uno storpio.
Ci resta da visitare l’abside della navata sinistra, dedicata a Sant’Antonio. Da ammirare, a destra, una serie di Madonne votive molto belle, dei secoli XV e XVI: a sinistra una Madonna con sant’Omobono, poi una Madonna del Latte, una Madonna della Rosa (la tiene in mano) e una Madonna con Bambino e devoto in ginocchio. Alla parete sinistra, altra graziosissima immagine della Madonna con Bambino del sec. XV.

La cripta

Non ci resta che visitare la cripta, il luogo più sacro del Santuario, dove possiamo attingere l’acqua della salvezza. È il tempietto costruito nel 1450 circa e vi si scende con una scala tra le due che salgono al presbiterio: sull’arco d’ingresso la scritta Huarietis aquas de fontibus Salvatoris (Voi attingerete le acque dalle fonti del Salvatore. Is XII,3). Vi si accede anche per due scale laterali.
È un ambiente con volta a ombrello: sul fondo la venerata immagine della Madonna della Fontana (una Madonna del latte) eseguita dai fratelli Andrea e Galeazzo Pesenti di Sabbioneta in sostituzione di quella antica sul pilastro, quando venne costruito il tempietto. Fu ritoccata innumerevoli volte e quando, nel 1957, si restaurò la cripta, la Sovrintendenza di Verona fece diversi tentativi di strappo dell’affresco per salvarlo dal totale deperimento. Non avendo dato esito positivo, si ricorse al pennello di Odoardo Gherardi che, nel 1957, ridipinse l’immagine. Ma rimaneva sempre vivo il desiderio di venerare quella antica. Così, nel dicembre del 1990, si rifecero altri tentativi per farla ricomparire con risultato positivo. Il dipinto del pittore Gherardi di Parma venne collocato sull’altare della seconda cappella destra.
L’immagine è all’interno di una nicchia delimitata da una cornice di mattoni a vista. Tutti gli affreschi votivi e no, di cui la cripta era ricca, sono scomparsi. Di fianco all’affresco della Madonna due finestre ad arco. Il tutto chiuso oggi da una balaustra in ferro battuto, davanti alla quale si trova la settecentesca vasca rotonda dell’acqua con due rubinetti in bronzo da cui scorre.
Infine, dalla navata sinistra è possibile accedere alla sacrestia e ai relativi corridoi, con tantissimi quadri votivi di varie epoche, 16 riquadri in terracotta dei Misteri del Rosario di Guido Germani e una statua dell’Addolorata di scarso valore artistico.