Sala degli Ostaggi piena di gente per il primo incontro della rassegna A immagine del Leone. Storia, istituzioni e architetture del potere a Crema in età veneziana, svoltosi sabato 21 settembre.
Gli interventi di Cappelli e Cardile
In occasione del primo appuntamento (ne sono previsti altri 8 fino ad aprile 2025), numerosi sono stati gli interventi istituzionali e i ringraziamenti reciproci tra organizzatori, mondo accademico e mondo culturale cremasco a partire dal presidente di Pro Loco e Uni-Crema Vincenzo Cappelli, moderatore dell’incontro che ha ringraziato in particolare il dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Bergamo, commentando poi gli oltre 300 anni di presenza di Venezia a Crema, “un’occupazione quasi cercata dalla nostra città che, con lungimiranza, ha visto nella Serenissima un potere equo e che sarebbe stato utile per la sua crescita”.
Giorgio Cardile, assessore alla Cultura, ha sottolineato l’importanza dei Municipalia Cremae – il volume che si sarebbe presentato – in quanto conferma la necessità degli studi della cultura giuridica che, con rigore scientifico, portano a comprendere la storia anche sociale e le caratteristiche di una comunità.
Le voci accademiche
Francesca Pasquali prorettrice alla Comunicazione dell’Università di Bergamo, ha ringraziato per l’invito e, come cremasca, ha ribadito i fortissimi legami tra Bergamo e il nostro territorio. Quindi Corrado Del Bo, direttore del dipartimento di Giurisprudenza dell’università bergamasca, ha parlato, a proposito della ricerca e degli studi che hanno portato alla pubblicazione dei Municipalia, come di un “lavoro egregio, nato dall’idea di allargare lo sguardo oltre il prodotto editoriale in sé puntando a una divulgazione dei suoi contenuti”.
Matteo Facchi e Alessandro Tira
Matteo Facchi, presidente della Società Storica Cremasca, ha ricordato che quando è stata fondata la Società, desiderio primario era che studiosi accademici si occupassero di storia di Crema e l’obiettivo è stato raggiunto anche con la pubblicazione del volume dei Municipalia.
Alessandro Tira (curatore del volume insieme a Elisabetta Fusar Poli), altro cremasco “prestato” all’Università di Bergamo, ha parlato di completa condivisione di intenti nella realizzazione di questo progetto; ha quindi ceduto la parola al primo dei due relatori che hanno approfondito i contenuti del libro.
Marco Pellegrino e Claudia Storti, docenti universitari
Marco Pellegrino, ordinario di Storia rinascimentale, ha contestualizzato il periodo della stesura dei Municipalia (le leggi e gli statuti che governavano la vita di Crema in tutti i suoi aspetti). “Crema puntava a divenire città. Da Venezia venne riconosciuta civitas, ma essendo priva di una diocesi non ancora città. Sembrava che tutto potesse risolversi celermente ma le Guerre d’Italia, la disfatta ad Agnadello e le sue conseguenze spostarono la nascita della diocesi al 1580. La stesura degli Statuti, nel 1535, che si rifacevano a quelli medievali, ma con l’evidente presenza veneziana, influenza che puntava al rafforzamento dello Stato di Terra Ferma, è l’oggetto di questo studio.
Dopo il Quattrocento e Cinquecento sia Venezia sia, per osmosi, Crema vissero un momento di crescita e grandezza, aspetto che nel Seicento e soprattutto nel Settecentosi tramutò quasi in decadenza.
Infine, la docente Claudia Storti ordinaria di Diritto Medievale e Moderno presso l’Università Statale di Milano ha approfondito la tematica: “Gli Statuti sono una vera Costituzione dell’identità di una città e il lavoro svolto dai ricercatori è stato esemplare. Si vengono a conoscere le radici del suo carattere e della sua cultura lungo oltre 3 secoli. I Muncipalia Cremae rappresentano la ricerca della libertà da parte di una comunità solerte fin dai suoi albori, ricordiamo la difesa contro l’attacco del Barbarossa. Molti sono gli aspetti toccati dagli Statuti: sociali, religiosi, organizzativi, il concetto di proprietà, le classi sociali, la tutela del territorio, delle acque e delle strade, l’amministrazione della giustizia, argomenti quanto mai attuali. Nel XIX secolo tutto cambiò perché il diritto pubblico in età moderna era flessibile”.
Il prossimo appuntamento
Una trattazione di alto livello, come lo è la nostra storia, la sua conoscenza, il suo studio.
Prossimo appuntamento della rassegna giovedì 17 ottobre, ore 21 in sala Ricevimenti: affronterà il tema Lo Stato di Terra nel “mito politico” di Venezia.