Cremasco, terra ricca di campioni dello sport. Proprio come Miriam Vece, ciclista classe 1997 di Romanengo. Nel 2020 ha vinto la medaglia di bronzo nei 500 metri a cronometro ai Campionati del mondo, il suo risultato più prestigioso finora, ed è tuttora impegnata ai Giochi olimpici di Parigi 2024, i primi a cui partecipa. L’abbiamo intervistata.
Hai iniziato a gareggiare da piccolissima, in quale squadra è cominciato tutto?
“Ho iniziato nell’Eurobike di Romanengo, quindi sono passata alla Imbalplast Soncino e ora sono alla Valcar, formazione emiratina. Da piccola non pensavo potessi arrivare dove sono ora. Non fosse stato per mio fratello, non penso sarei mai arrivata al ciclismo”.
I primi anni, da adolescente, conciliavi sia strada sia pista?
“Esatto, solo da Juniores ho iniziato a dedicarmi unicamente alla pista. Per due-tre anni ho provato a conciliare le due discipline. In realtà non riuscivo. Non facevo male, ma non andavo nemmeno bene né in una né nell’altra specialità. Ho capito che la via giusta era la pista. In più, ai tempi, c’era di mezzo anche la scuola ed era un impegno non indifferente”.
A dicembre eri presente all’inaugurazione del velodromo di Crema. Può essere un modo per avvicinare i ragazzi anche alla pista?
“Se sono giovani è giusto far provare loro tutto e sperimentare più discipline. Tra l’altro il velodromo Baffi è stato realizzato davvero bene, quindi girarci è piacevole. Sicuramente, poi, chi si occuperà della gestione sarà in grado di aiutare i ragazzi, saprà il fatto suo”.
Credi che il ciclismo femminile oggi sia più accessibile?
“Non è che sia tutto rose e fiori. O sei davvero forte ed entri in un Corpo (Esercito) come ho fatto io, e sei stipendiato, altrimenti è un disastro. Noi donne facciamo la stessa fatica degli uomini, ci mettiamo lo stesso impegno, ma non siamo ripagate alla stessa maniera. Speriamo che la situazione cambi e prenda un’altra direzione”.
Tornando alla pista, qual è la tua principale specialità?
“Una volta ti avrei detto in ordine 500 metri a cronometro, velocità e keirin (la gara altamente spettacolare, ndr). Adesso è tutto l’opposto: keirin, velocità e 500 metri”.
Passiamo al tuo prossimo obiettivo: le Olimpiadi. Come hai affrontato la strada verso questo importante appuntamento?
“Sono stati tre mesi intensi quelli prima dei Giochi: lunedì pista, martedì doppio allenamento, mercoledì e giovedì pista e venerdì ancora doppio allenamento. Poi il weekend tornavo a casa ed uscivo su strada. Prima, però, mi sono presa un periodo di riposo. Serve anche quello per la mente: non è semplice essere continuamente chiusa in pista”.
Quali sono i tuoi hobby e le tue passioni?
“Penso sia lo shopping, ma sono sempre più stanca e non ho voglia. Quindi è diventato fare shopping online. Mi piace uscire, andare al lago, bere caffè… sto invecchiando! Ma una mia passione sono i Lego. Quello sì, passo le serate a costruire con i mattoncini”.
Nella tua vita, lavorativa o personale, chi ti ha spronato e ti è stato vicino?
“La mia famiglia e la mia migliore amica, Giulia. Sempre. Devo dire, purtroppo, che ci sono state anche persone di passaggio. Adesso ho tanta gente che mi sta vicina, però bisogna vedere chi resta e chi no quando le cose dovessero andare male”.