Via Crucis a San Benedetto con il vescovo Daniele

Tradizionale Via Crucis, questa sera alle 21, per la comunità parrocchiale di San Benedetto e per la città. Ha presieduto il vescovo Daniele. Hanno partecipato autorità civili e militari, tra cui il sindaco Fabio Bergamaschi, e rappresentanti di associazioni di volontariato.

Il parroco don Luigi Agazzi ha introdotto la Via Crucis spiegando che la storia dei primi pellegrini a Gerusalemme ci rivela, già nei primissimi secoli, la presenza di un itinerario di preghiera attraverso i luoghi fondamentali della Passione. La Via Crucis attuale risale al Medioevo.

Giovanni Paolo II, nel 1991, ha voluto dare al percorso un particolare riferimento biblico, che è stata seguito questa sera. Non figurano le tre cadute, l’incontro con Gesù con la madre e la Veronica di cui non si parla nel Vangelo. Si sono invece inserite le “stazioni” di  Gesù nell’orto degli ulivi, del giudizio di Pilato, della promessa del paradiso al ladrone pentito, della presenza della Madre e del discepolo presso la croce. Momenti raccontati dal Vangelo.

Il cammino

Dopo l’introduzione, si è snodata la processione, preceduta dalla Croce portata dal diacono Alessandro. Di seguito i fedeli, i sacerdoti della comunità con il vescovo Daniele, la statua del Cristo Morto, portata a spalla dai giovani della parrocchia, e le autorità.

Il cammino della croce ha seguito il percorso di piazza Garibaldi, via Griffini, via Borgo San Pietro (passando davanti all’omonima chiesa parrocchiale), via Cavour, le Quattro Vie, via Mazzini e, di nuovo, piazza Garibaldi per rientrare nella chiesa di San Benedetto.

Durante il tragitto, grazie a un ottimo impianto di altoparlanti, sono state proposte da un gruppo di lettori le varie stazioni. Ciascuna si concludeva con una preghiera, il Padre Nostro e un canto eseguito dal coro parrocchiale.

Le parole del vescovo Daniele

Rientrati in chiesa parrocchiale, il vescovo Daniele ha proposto un breve commento alla liturgia celebrata.

“Paolo ricorda che di fronte alla sapienza dei greci e del popolo ebraico – ha detto – noi cristiani predichiamo Cristo crocifisso, stoltezza per i pagani, ma sapienza e potenza di Dio.
Una sapienza paradossale”. E mons. Gianotti, alla luce di Cristo, ha proposto tre aspetti di questa sapienza dell croce che contesta quella umana.

Innanzitutto come si affronta il dolore e la sofferenza. “Oggi c’è un eccesso di rimozione del dolore che potrebbe avere negative conseguenze, ha spiegato. Nel passato si è proposto una sorte di dolorismo, che oggi non ha più senso. Il dolore lo si può combattere, ma può anche essere accolto come esperienza di crescita e di maturazione.”

Come secondo esempio, il Vescovo ha proposto il modo con cui Gesù reagisce al male, rinunciando di rispondere al male con il male, rinunciando persino a una legittima difesa. E ha chiesto: “Come reagiamo noi al male, anche di fronte alle forme di violenza di oggi? Può esiste qualche modo di reagire al male non con gli stessi suoi strumenti?”

Infine, la Sapienza della croce ci invita a considerare il senso della nostra libertà. Noi la consideriamo solo come libertà di scelta. Il Signore ci insegna come intendere la libertà: la capacità di assumere ciò che la vita ci pone davanti e affrontarla con coraggio. Ciò che conta non è una vita libera, ma una vita donata.

Prima della benedizione del vescovo che ha concluso la Via Crucis, il parroco don Luigi ha ringraziato tutti fedeli e autorità presenti, il vescovo mons. Gianotti e coloro che hanno preparato e condotto la liturgia.

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