Pasqua. Il messaggio del vescovo Daniele Gianotti: “Su te sia pace”

Il vescovo con il cero
Vescovo Daniele Gianotti (foto di Massimo Marinoni)

Ci addentriamo nel Triduo pasquale. La Chiesa di Crema si prepara a celebrare la Pasqua, la Resurrezione di Cristo, la vittoria della vita sulla morte. Quest’anno, nel suo messaggio di auguri a tutti i fedeli cremaschi, il vescovo Daniele Gianotti si sofferma sulla speranza che la Pasqua possa diventare un annuncio di pace. La speranza che le armi possano finalmente, una volta per tutte, in tutto il mondo. La speranza è che a Kiev, a Gaza e in tanti altri Paesi segnati da conflitti armati si possa arrivare alla tanto sperata pace.
Di seguito pubblichiamo il messaggio di Sua Eccellenza.

La speranza di pace

La cena pasquale ebraica si chiude con l’augurio: “L’anno prossimo a Gerusalemme!” È l’augurio che ogni discendente di Abramo si fa, quando è in esilio, di poter celebrare la Pasqua in pienezza, e di veder realizzato l’augurio del Salmo: «Chiedete pace per Gerusalemme: vivano sicuri quelli che ti amano; sia pace nelle tue mura, sicurezza nei tuoi palazzi» (Salmo 122,6-7).
Da cristiani, ci ostiniamo a sperare che questo augurio si possa realizzare, anzitutto per i nostri “fratelli maggiori”: lo desideriamo per loro, ovunque vivano; ma ci ostiniamo a desiderarlo anche per tutti. Ci ostiniamo a sperare nel giorno in cui la Pasqua, festa della vittoria della vita sulla morte, della libertà sulla schiavitù, del perdono sulla vendetta, della pace sulla guerra, potrà essere celebrata e testimoniata a Gerusalemme e a Kiev come a Gaza, in Sudan e in Myanmar, a Mosca e in Siria e in Libano, nel Sahel o nello Yemen, su tutte le rive di tutti gli oceani…
Ci ostiniamo a sperare che la Pasqua possa diventare un annuncio di pace offerto a tutti, credenti o no, seguaci di Gesù Cristo morto e risorto o in cammino su altre vie dell’incontro con Dio, santi e peccatori, buoni e cattivi, liberi e prigionieri… Non per fare di tutti un’unica massa indistinta, ma per abbracciare tutti e ciascuno, per dire a ogni uomo e donna, quale che sia la sua storia: c’è speranza anche per te, c’è una promessa di vita, c’è un orizzonte di pace e di convivenza e fraternità che è stato dischiuso anche per te…
Noi cristiani vorremmo gridare questo, e invece anche noi ci sentiamo con le mani legate, impotenti a vincere il male con il bene e a volte, purtroppo, anche complici di questo male. Per questo, celebriamo la Pasqua anche con umiltà, consapevoli che dipende anche da noi, se i frutti dell’amore fedele di Dio non si manifestano appieno nel mondo, e troppe nubi oscurano la luce pasquale.
Ma non ci perdiamo d’animo: e continuiamo a fidarci dell’annuncio che ancora una volta risuona nella festa di Pasqua: Cristo, mia speranza, è risorto!
E con questa fiducia preghiamo: «Per i miei fratelli e i miei amici io dirò: “Su te sia pace!”» (Salmo 122,8) nella verità, nella giustizia, nel perdono, nella carità.

Buona santa Pasqua.

+ Daniele Gianotti