Diocesi. Claudio Dagheti ordinato diacono permanente

La Chiesa di Crema ha un nuovo diacono permanente. È Claudio Dagheti, della Parrocchia cittadina di San Giacomo, attuale direttore della Caritas diocesana al cui interno – ormai da 18 anni – svolge con passione quel particolare servizio rivolto ai poveri e agli ultimi. Sposato con Miriel e papà di tre bambini (Rebecca, Mattia e Sofia), Claudio è stato ordinato nel pomeriggio di oggi in Cattedrale a Crema dal vescovo Daniele. Una data non casuale: il 26 dicembre è la festa di Santo Stefano, il primo dei sette diaconi scelti dagli apostoli. Il diacono può svolgere diversi servizi nella Chiesa, ma si connota in particolare nello stile del servizio: e Claudio ha scelto per la sua ordinazione la frase “Io sto in mezzo a voi come colui che serve” (Lc 22,27).

L’inizio della Messa

In una Cattedrale dove in tanti sono accorsi, la celebrazione è iniziata con l’ingresso del Vescovo e dei concelebranti, tra cui i sacerdoti responsabili del cammino spirituale dei diaconi: don Bruno Ginelli e don Pier Luigi Ferrari. Presenti anche i diaconi Alessandro Benzi e Antonino Andronico. La corale ha guidato il canto Oggi annunciamo la gioia. Dopo i riti d’introduzione ecco la liturgia della Parola: il brano degli Atti degli Apostoli (6,1-7b) con la scelta di Stefano e degli altri diaconi, la lettera di San Paolo ai Romani (12,4-8) sull’importanza di mettere a disposizione doni diversi all’interno dell’unico corpo della Chiesa e, infine, il Vangelo di Matteo (20,25b-28) dove Gesù invita, sul suo esempio, a servire e a dare la propria vita.

La liturgia di ordinazione

Dopo il Vangelo, la liturgia di ordinazione è iniziata con il rito di presentazione. Don Bruno Ginelli ha chiamato il candidato al diaconato Claudio e ha chiesto al Vescovo che fosse ordinato. Dopo alcune domande e il consenso ricevuto da Miriel – necessario in quanto Claudio vive già il ministero di coniuge nella famiglia e nella Chiesa – monsignor Gianotti ha detto: “Con l’aiuto di Dio e di Gesù Cristo nostro Salvatore, noi scegliamo questo nostro fratello per l’ordine del diaconato”. E tutti hanno cantato: “Benediciamo il Signore, a Lui onore e gloria nei secoli”. Miriel e i figli sono tornati nell’assemblea, mentre Claudio ha raggiunto il posto a lui assegnato.

L’omelia del Vescovo

Nell’omelia monsignor Gianotti ha richiamato in particolare la seconda lettura, invitando tutti a ringraziare Dio per la diversità dei doni e delle chiamate che continuamente suscita nella Chiesa: è questa, ha detto, “la grazia multiforme dello Spirito, che si orienta sempre a Gesù Cristo che tutti siamo chiamati a testimoniare”. È con le persone, ha aggiunto, “che i doni e i diversi servizi prendono corpo” e, in particolare, nel diaconato si è chiamati a vivere la propria vita guardando al Signore quando si proclama il Vangelo, quando si è ministri della Comunione, quando si viva la carità autentica”.
A Claudio il vescovo Daniele ha raccomandato l’assunzione di tre caratteristiche: la semplicità di un servizio cordiale, la diligenza nell’attenzione prioritaria per i poveri, la gioia nell’esercizio della carità, anche nei momenti più difficili.

Gli impegni dell’eletto e l’ordinazione

Subito dopo l’omelia, Claudio s’è messo davanti al vescovo Daniele che gli ha rivolto alcune domande, alle quali ha risposto con “Sì, lo voglio” e “Sì, lo prometto”. E monsignor Gianotti ha concluso con la frase: “Dio che ha iniziato in te la sua opera, la porti a compimento”. È seguito il canto delle Litanie dei Santi, con Caudio prostrato a terra. Al termine s’è posto in ginocchio davanti al Vescovo, il quale gli ha prima imposto le mani sul capo e poi, con le braccia allargate, ha letto la preghiera di ordinazione.

I riti esplicativi

La funzione e la dignità del nuovo diacono si sono quindi manifestati con i riti esplicativi: la vestizione degli abiti diaconali (la stola e la dalmatica), portati a Claudio da sua moglie e dai figli e indossati con l’aiuto di don Michele Nufi (parroco di San Giacomo-San Bartolomeo), e la consegna del Libro dei Vangeli da parte del Vescovo con queste parole: “Ricevi il Vangelo di Cristo del quale sei diventato l’annunziatore: credi sempre ciò che proclami, insegna ciò che hai appreso nella fede, vivi ciò che insegni”. L’abbraccio di pace tra monsignor Gianotti e il diacono Claudio ha chiuso il suggestivo e intenso momento.

La liturgia eucaristica e la benedizione finale

La Messa è proseguita come solito, con Claudio che ha servito all’altare e ha poi invitato allo scambio della pace. Insieme al Vescovo e ad altri sacerdoti, ha quindi distribuito la Comunione. Infine, la preghiera finale affinché Claudio sia strumento di carità, testimone del Vangelo e ministro di unità e pace.
Il neo diacono ha preso brevemente la parola per una serie di ringraziamenti: a tutti i presenti e a quanti sostengono il suo cammino, con un sentito pensiero per la comunità d’origine di Bagnolo Cremasco (rappresentata, oltre che dal parroco don Mario Pavesi, dal vecchio parroco don Ennio Raimondi che, pur a fatica, non ha voluto mancare), per l’Unità pastorale di San Giacomo-San Bartolomeo, per la Caritas diocesana di Crema (“la mia seconda famiglia”) e per le altre Caritas lombarde, per la comunità dei diaconi e dei presbiteri, per tutti gli amici di ieri (la “vecchia” Pastorale giovanile) e di oggi. E, il più grande ringraziamento,  è andato “a mia moglie Miriel e ai mei figli”.
Poi, la benedizione del Vescovo e il congedo dell’assemblea da parte di Claudio. Spazio quindi alle foto di rito e a un po’ di festa insieme al Centro San Luigi.