Papa Francesco: “Non stanchiamoci di dire no alla guerra, no alla violenza, sì al dialogo, sì alla pace”

Angelus
Foto Vatican Media/SIR (foto di repertorio)

“Sono vicino alla popolazione dell’Isola d’Ischia, colpita da un’alluvione. Prego per le vittime, per quanti soffrono e per tutti coloro che sono intervenuti in soccorso”. Lo ha detto il Papa, al termine dell’Angelus di ieri, in cui ha ricordato ancora una volta Burkhard Scheffler, il clochard morto tre giorni fa sotto il colonnato di San Pietro: “morto di freddo”, ha precisato Francesco, che ha inoltre salutato i partecipanti alla Marcia svoltasi a Roma per denunciare la violenza sessuale sulle donne: “Purtroppo una realtà generale e diffusa dappertutto e utilizzata anche come arma di guerra”, ha denunciato il Papa.
“Non stanchiamoci di dire no alla guerra, no alla violenza, sì al dialogo, sì alla pace; in particolare per il martoriato popolo ucraino”, l’appello di Francesco: “Ieri abbiamo ricordato la tragedia dell’Holodomor”, il riferimento allo sterminio per fame voluto da Stalin.

Palestina e Israele

“Seguo con preoccupazione l’aumento della violenza e degli scontri che da mesi avvengono nello Stato di Palestina e in quello di Israele”. Lo ha detto il Papa, al termine dell’Angelus di ieri in piazza San Pietro.
“Mercoledì scorso – ha ricordato – due vili attentati a Gerusalemme hanno ferito tante persone e ucciso un ragazzo israeliano; e lo stesso giorno, durante gli scontri armati a Nablus, è morto un ragazzo palestinese”.
“La violenza uccide il futuro, spezzando la vita dei più giovani e indebolendo le speranze di pace”, il monito di Francesco: “Preghiamo per questi giovani morti e per le loro famiglie, in particolare per le loro mamme. Auspico che le autorità israeliane e palestinesi abbiano maggiormente a cuore la ricerca del dialogo, costruendo la fiducia reciproca, senza la quale non ci sarà mai una soluzione di pace in Terra Santa”.