Camisano. Oggi Samanta Facchi pronuncerà i voti perpetui

Intervista Camisano

È una notizia gioiosa e assolutamente rara di questi tempi, scrivere che una giovane donna cremasca, di Camisano, ha scelto la vita religiosa e oggi, sabato 30 luglio, pronuncerà i voti perpetui.
Si tratta di Samanta Facchi, 38 anni, della Congregazione delle Figlie dello Spirito Santo che prenderà il nome di Samanta dell’Amore del Salvatore.
La professione avverrà alle ore 13, nella chiesa parrocchiale di Camisano e presiederà la celebrazione lo zio don Attilio Premoli.
L’abbiamo ascoltata per farci raccontare la sua straordinaria esperienza.

Samanta, raccontaci la storia della tua vocazione.

“Vengo da una famiglia cattolica, lavoravo come parrucchiera. In un momento della mia vita, a 29 anni, quando non mi mancava nulla a livello materiale e di amicizia, ho cominciato a sentire il bisogno e quindi a cercare la piena felicità.
I Missionari dello Spirito Santo di Santa Maria della Croce mi avevano proposto in precedenza una vacanza di missione in Messico nel 2010. Sono stata in una zona povera della realtà messicana, dove il nostro gruppo di giovani si dedicava a far giocare i bambini, a stare con le famiglie, a partecipare a una realtà completamente diversa dalla nostra.
Vedendo questi bambini poveri, che non avevano niente dal punto di vista materiale, eppure erano contenti, mi ha fatto riflettere. Mi sono chiesta: ‘Che cosa il Signore vorrà da me, che cosa ha preparato per me?’ Mi sono messa dunque in ricerca.”

Ti sei affidata ancora ai Missionari dello Spirito?

“Sì, per rispondere alle domande che emergevano con forza, i Missionari dello Spirito Santo mi hanno inserito nel gruppo giovanile Apostolato della Croce, e ho continuato la direzione spirituale con loro. Tutto questo mi aiutava a scoprire, giorno per giorno, cosa il Signore voleva da me. Continuavo intanto a collaborare nella mia parrocchia di Camisano, facevo anche catechismo.
Mi sentivo bene, ma mi mancava sempre qualcosa. Fino a che nel 2011, i Missionari dello Spirito mi hanno consigliato di prendere un momento di pausa e di riflessione personale, e vivere un’esperienza di volontariato a Città del Messico in uno dei collegi delle Figlie dello Spirito Santo. In questa esperienza sono riuscita a trovare alcune risposte chiave alle mie domande, a conoscere la realtà della vita religiosa e comunitaria. Vivevo infatti con le suore e le aiutavo nel servizio ai bambini più poveri del loro collegio.”

È qui che hai scoperto la vita religiosa?

“Ho scoperto che la forza per svegliarmi ogni giorno, affrontare una cultura e una lingua diversa, mi veniva dal Signore. La preghiera e la riflessione mi hanno poi aiutato a sentirmi in casa.
Finita questa esperienza che è durata tre mesi, spiritualmente accompagnata da una missionaria dello Spirito Santo, ho preso le mie decisioni.
Sono tornata in Messico nel 2013 per entrare nel postulantato, poi nel noviziato, quindi, nel 2016, ho fatto la mia prima professione, i voti temporanei.
In quegli anni sono sempre stata in Messico e tornavo ogni tre anni per trovare la famiglia. Il postulantato l’ho vissuto in una parte del Messico, il noviziato in un’altra e quando ho pronunciato i miei primi voti, mi hanno dato il mio primo incarico nella città di Ensenada, in un collegio. Prima con i bambini piccoli che ho preparato alla Comunione, poi con i ragazzi delle Medie per prepararli alla Cresima.
Questo servizio è durato quattro anni e mezzo e poi ho ricevuto la proposta di svolgere gli studi universitari a Roma, approfittando della presenza di una consorella. Abitavamo in un appartamentino in Roma e ho iniziato il baccellierato in Scienze Religiose. Ho finito il secondo anno. Ora pronuncerò i voti perpetui e, alla fine di agosto, andrò in Cile per una mia nuova missione.”

Perché hai scelto la Congregazione delle Figlie dello Spirito Santo?

“Mi ha colpito la realtà messicana e la spiritualità della Croce e sinceramente non ho neanche voluto cercare altre esperienze. Mi sono sentita bene, in casa e ho capito che il Signore mi voleva lì.”

Qual è il carisma di questa Congregazione?

“La nostra Congregazione nasce, in Messico all’inizio del ‘900, in piena persecuzione religiosa. Tutti i sacerdoti stranieri vengono cacciati via e il nostro fondatore si preoccupa perché in breve tempo i preti sarebbero scomparsi. Fa quindi la proposta alla fondatrice di far nascere una Congregazione con il preciso scopo di mettere il segno della vocazione nel cuore dei bambini.
Nei nostri collegi sviluppiamo nei ragazzi la coscienza di che cosa il Signore ha pensato per ciascuno di loro, soprattutto per quanto riguarda la vocazione sacerdotale. Non è facile. In questo periodo… non è facile… però non è impossibile.”

Vi distinguete con un abito?

“L’abito religioso lo indossiamo solo nelle grandi occasioni. Normalmente ci distingue una medaglia che portiamo al collo: sul davanti è raffigurato lo Spirito Santo, sul retro è scritto: Dio Dio Dio.”

Sei felice? Cosa dici alle tue coetanee che, oggi, ti guardano un po’ con gli occhi sorpresi?

“Voglio dire loro quanto mi ha fatto bene saper entrare nel silenzio di me stessa, in mezzo a un mondo che grida dappertutto. Quello che il mondo ti propone ti può far divertire per qualche giorno, ma non ti soddisfa davvero.
In questa mia scelta mi sento profondamente felice. Qualcuno mi dirà che sono diventata schiava, ma io ero più schiava prima che non ora. Ero schiava di cose che non mi davano felicità, ora il Signore mi dà la gioia della vita!”

Cosa consigli alle giovani?

“Il mio consiglio è di ascoltarsi e di non mettere da parte anche questa possibilità. Può essere ritenuta una cosa da pazzi, ma è una pazzia che ti dà una vita piena d’amore e di gioia. Per scoprire chi sei, il Signore ti mette poi a fianco le persone giuste che ti accompagnano. Alla fine una persona si sente felice, leggera e serena.”

Vivrai in una comunità?

“Vivrò con altre due consorelle e ci dedicheremo al servizio pastorale in due parrocchie. Per quanto mi riguarda, continuerò anche gli studi che ho iniziato a Roma.”

Si parla spesso di protagonismo delle donne nella Chiesa. Il Papa ha inserito nella commissione che sceglie i vescovi ben tre donne. Tu che ne pensi?

“Si stanno facendo dei grandi passi e mi fa piacere. Io non sono superfemminista, ma credo che se una persona può dare qualcosa a servizio della Chiesa, in qualunque ambito, le si debba aprire le porte senza considerare se è uomo o donna. Mi emoziona il carisma di papa Francesco che sta facendo in questo senso grandi progressi.”

Perché pronuncerai i tuoi voti perpetui a Camisano e nelle mani di tuo zio?

“La mia scelta è per valorizzare il significato della famiglia: quando entri in congregazione, ti rendi conto che è iniziato tutto dalle basi della tua famiglia. Ho voluto fare la professione nella mia parrocchia, dove ho ricevuto tutti i sacramenti: le pareti della chiesa di Camisano risuonano di tutte le mie promesse. La mia scelta religiosa ha meravigliato tantissimo, però io mi sono sentita molto accompagnata da Camisano e quindi per me è molto significativo fare i voti lì dove ho percorso tutte le tappe della mia vita cristiana. Inoltre quando sono entrata in congregazione ho capito sempre più il valore e la grazia di avere un sacerdote nella mia famiglia con il quale mi sono confidata tante volte. Mi sta accompagnando con molta serenità e la sua presenza mi fa stare bene e tranquilla.”