“La guerra è un mostro vorace, mai sazio. La tentazione di moltiplicare i conflitti è sullo sfondo dell’avventura bellicista intrapresa da Mosca. La devastazione apportata alle regole della comunità internazionale potrebbe propagare i suoi effetti se non si riuscisse a fermare subito questa deriva”. È un passaggio del lungo discorso tenuto dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’emiciclo del Consiglio d’Europa a Strasburgo.
Il capo dello Stato ha affrontato diversi temi: il ruolo del Consiglio d’Europa come “casa degli europei”, la tutela della democrazia e dei diritti nei 46 Stati membri, e, naturalmente, ampio spazio ha assegnato al conflitto innescato dalla Russia in Ucraina, per il quale Mosca è stata estromessa dal CdE.
Pace, ostinata fiducia verso l’umanità e senso di responsabilità
“Dobbiamo saper opporre” alla guerra, ha detto Mattarella, “la decisa volontà della pace. Diversamente ne saremo travolti”.
“Quanto la guerra ha la pretesa di essere lampo, e non le riesce, tanto la pace è frutto del paziente e inarrestabile fluire dello spirito e della pratica di collaborazione tra i popoli, della capacità di passare dallo scontro e dalla corsa agli armamenti, al dialogo, al controllo e alla riduzione bilanciata delle armi. La pace è frutto di un’ostinata fiducia verso l’umanità e di senso di responsabilità nei suoi confronti”.
Al termine del suo intervento, Mattarella ha discusso con i deputati del CdE, che gli hanno rivolto alcune domande di politica e d’attualità.
Per la pace tra i popoli importante anche il dialogo interreligioso
“Il dialogo interreligioso è elemento prezioso per la pace e la convivenza tra i popoli”: ha affermato Mattarella rispondendo a una domanda postagli da un componente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.
Mattarella ha citato due esempi: il documento sulla “Fratellanza umana”, firmato nel febbraio 2019 da papa Francesco e il grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb, e l’incontro interreligioso tenutosi a Roma lo scorso ottobre.
Il Presidente ha indicato il valore del dialogo al fine di “ragionare insieme per le migliori sorti dell’umanità”. Dialogo intessuto per il “rispetto dei diritti umani, di ogni idea, dei credenti e dei non credenti”, e inteso anche a superare ogni radicalismo.
“L’Italia – ha aggiunto – riconosce alle fedi religiose un importante contributo sul piano civile”.