Martedì 15 febbraio, il dottor Luciano Orsi – medico palliativista, direttore scientifico della Rivista Italiana di Cure Palliative, dal 2016 al 2020 vicepresidente della Società Italiana di Cure Palliative – è stato ospite e apprezzato relatore al Rotary Club Crema sul tema Fine vita: la prospettiva delle cure palliative.
“Un argomento mai facile da affrontare, ma che descrive una realtà con la quale, purtroppo, prima o poi, tutti siamo chiamati ineluttabilmente a confrontarci, per esperienze che coinvolgono i nostri affetti e, un giorno ci interesseranno in prima persona”, ha premesso il presidente del sodalizio Antonio Agazzi.
Una legge del 2010 ha disciplinato la materia e istituito negli ospedali il servizio di cure palliative, che a poco a poco si è organizzato in veri reparti. I cosiddetti hospice sono parte integrante di un sistema complesso che punta ad accompagnare il malato nella fase terminale della vita, attraverso un approccio multidisciplinare. La gran parte delle cure palliative si svolge sul territorio; quando è possibile seguire il paziente a domicilio, in ambito familiare.
“Un argomento mai facile da affrontare, ma che descrive una realtà con la quale, purtroppo, prima o poi, tutti siamo chiamati ineluttabilmente a confrontarci, per esperienze che coinvolgono i nostri affetti e, un giorno ci interesseranno in prima persona”, ha premesso il presidente del sodalizio Antonio Agazzi.
Una legge del 2010 ha disciplinato la materia e istituito negli ospedali il servizio di cure palliative, che a poco a poco si è organizzato in veri reparti. I cosiddetti hospice sono parte integrante di un sistema complesso che punta ad accompagnare il malato nella fase terminale della vita, attraverso un approccio multidisciplinare. La gran parte delle cure palliative si svolge sul territorio; quando è possibile seguire il paziente a domicilio, in ambito familiare.
Controllo del dolore
Il medico ha spiegato che il sintomo principale del malato neoplastico è il dolore continuo e ingravescente, che impedisce al paziente una vita di relazione e crea ansia e agitazione anche nei familiari. Con le cure palliative il dolore viene mitigato e quasi annullato, lasciando al paziente le proprie facoltà relativamente integre, grazie a una multiterapia farmacologica (principalmente basata sulla morfina).
“Il controllo del dolore è aspetto terapeutico molto importante, ma fondamentale è la relazione che si instaura fra paziente, operatori sanitari e familiari. La capacità di entrare in relazione con il malato non s’impara sui libri di testo, viene dall’esperienza sul campo e da una predisposizione particolare ad ascoltare, quasi a condividere le preoccupazioni del malato, per attenuarne l’ansia e le paure”, ha chiarito Orsi. Con questo supporto, anche la famiglia affronta il cammino terminale del congiunto, con la certezza di avere fatto tutto il possibile e ciò attenua la sofferenza per il distacco imminente.
“Anche negli hospice, il malato è in camera singola, con tutte le comodità e si cerca di creare un ambiente familiare, come a domicilio”.
“Il controllo del dolore è aspetto terapeutico molto importante, ma fondamentale è la relazione che si instaura fra paziente, operatori sanitari e familiari. La capacità di entrare in relazione con il malato non s’impara sui libri di testo, viene dall’esperienza sul campo e da una predisposizione particolare ad ascoltare, quasi a condividere le preoccupazioni del malato, per attenuarne l’ansia e le paure”, ha chiarito Orsi. Con questo supporto, anche la famiglia affronta il cammino terminale del congiunto, con la certezza di avere fatto tutto il possibile e ciò attenua la sofferenza per il distacco imminente.
“Anche negli hospice, il malato è in camera singola, con tutte le comodità e si cerca di creare un ambiente familiare, come a domicilio”.
Vicinanza fisica e delicatezza
Da ultimo, il relatore ha raccomandato, in questo cammino, la vicinanza fisica, fatta di gesti semplici: una carezza, lo stringere la mano… Ormai le cure palliative sono patrimonio sostanzialmente condiviso, puntando a curare il dolore, eliminando una quota di inutile sofferenza. Qualche sacca di propensione al “dolorismo” resta, come marginale lascito di concezioni che, nei fatti, hanno, razionalmente, sempre meno senso.
Al dottor Orsi è arrivato il ringraziamento corale dei soci del Rotary Club Crema, per aver sviluppato l’argomento con competenza professionale e con tanta, umana delicatezza.
Al dottor Orsi è arrivato il ringraziamento corale dei soci del Rotary Club Crema, per aver sviluppato l’argomento con competenza professionale e con tanta, umana delicatezza.