OGGI il Torrazzo compie 95 anni

Il primo numero de Il Nuovo Torrazzo del 20 febbraio 1926

 

Il 20 febbraio 1926 usciva il primo numero di un nuovo settimanale diocesano cremasco, Il Nuovo Torrazzo. Proprio oggi ne festeggiamo il 95° compleanno. Riappariva con grande apprensione, dopo che ben sette precedenti testate (con inizio nel 1892) erano nate e poi – dopo qualche anno – erano state chiuse per mancanza di fondi.

Anni difficili quelli, di povertà! Tuttavia la Chiesa italiana, e il papa in primo piano, avevano dato un fortissimo impulso alla stampa di ispirazione cristiana: la ritenevano una scelta chiave per la diffusione dei valori del Vangelo. Non avevano torto!

Era così nata una corsa da parte di tutte le diocesi ad attivare testate quotidiane (ben 25 a inizio Novecento) e settimanali, che non si era mai vista – e non si vedrà più – nella storia della Chiesa italiana. 

Clima di entusiasmo e di coraggio nello stesso tempo. All’interno, appunto, di questo clima nacque anche la stampa diocesana cremasca e Il Nuovo Torrazzo nel 1926, riprendendo la testata di un precedente settimanale che si chiamava Il Torrazzo. Da dove venisse il nome è inutile spiegarlo ai cremaschi. Faccio notare che la scelta di un simbolo laico, diceva molto sull’idea di giornale che si voleva stampare. È quanto poi espresse il vescovo Piazzi: “Fate un giornale cittadino.”

Dunque, pronti via: il 20 febbraio 1926 Il Nuovo Torrazzo (con una veste grafica che oggi ci fa sorridere…) inizia le pubblicazioni. Credo proprio che nessuno degli attori di quel tempo sperasse in una lunga vita. E invece… eccoci qua oggi a festeggiarne addirittura il 95° compleanno. 

Siamo vecchi? No, siamo giovani. E lo vogliamo dimostrare con un  ulteriore rinnovamento (ringiovanimento) della grafica che parte proprio oggi, in occasione del compleanno. Diteci, cari lettori, se vi piace!

Perché Il Torrazzo è arrivato fino ad oggi? Due credo i motivi. Il primo quanto dicevo prima: il giornale è un settimanale cittadino che racconta la storia dei cremaschi a 360 gradi. Non è un giornalino di Chiesa, chiuso in se stesso. Secondo, la passione di tutti coloro che vi lavorano: ieri, spesso con enormi difficoltà, e oggi.

In questi anni molti giornali diocesani hanno chiuso, o chiudono per mancanza di risorse: un secolo dopo l’entusiasmo dei tempi di povertà, regna il pessimismo dei tempi di ricchezza. Incredibile! 

Noi vogliamo andare avanti con entusiasmo, integrandoci con il web secondo le esigenze dei tempi, guardando già alla grande festa dei 100 anni!!!

il direttore