Con cautela si riparte. L’amministrazione comunale di Romanengo martedì 5 maggio ha riaperto il cimitero, consentendo così la visita ai parenti defunti. Una esigenza avvertita dai romanenghesi che più di una volta si son chiesti e hanno chiesto al sindaco Attilio Polla e al suo staff quando questo sarebbe stato possibile. Un importante segno di un lento ritorno alla normalità, che da mercoledì prossimo si ritroverà anche nella riapertura del mercato settimanale.
“Abbiamo rimandato di una settimana rispetto ad altre realtà del territorio perché la situazione è più difficile da gestire – spiega il primo cittadino –. Si tratta di 4/5 banchi in tutto di generi alimentari che troveranno spazio, a debita distanza l’uno dall’altro, nell’area di piazza Amigoni con accesso da via Moro, davanti alla caserma dei Carabinieri. Recinteremo l’area in modo da poter gestire gli accessi anche grazie a un ‘nonno vigile’ che si posizionerà proprio in corrispondenza dell’ingresso all’area mercatale lato caserma dell’Arma e rileverà la temperatura corporea”.
In tema emergenza sanitaria l’Ente locale romanenghese è arrivato all’ultima tornata di consegna dei ‘Buoni Spesa’. “È la quarta da quando il Governo ha erogato a beneficio della nostra realtà 17mila euro. Sono arrivate in tutto 37 domande, 23 delle quali sono state accettate e a turno hanno ricevuto il sussidio. Vi sono famiglie che l’hanno ricevuto più di una volta e i nuclei o i singoli cittadini che sono stati scartati dall’assegnazione avevano comunque in essere altre forme di aiuto pubblico, quali ad esempio il Reddito di Cittadinanza. Come Unione dei Comuni ci siamo mossi compatti e gli altri due centri appartenenti, Ticengo e Casaletto di Sopra hanno ricevuto rispettivamente poco più di 2.000 euro per 3 domande e poco più di 3.200 euro per 17”.
Il Comune di Romanengo si è però mosso anche in autonomia creando un Fondo di Solidarietà ‘Pro Coronavirus’. “Abbiamo raccolto al momento grazie, a donazioni di privati e aziende – continua Polla – 5.000 euro. Valuteremo come utilizzarli, magari per pagare qualche bolletta a chi versa in condizioni critiche (assessore e assistente sociale definiranno il quadro). Vorremmo tenerne una parte anche per pagare test sierologici da effettuare in primis agli anziani”.
Leggi l’articolo in versione integrale su Il Nuovo Torrazzo in edicola