“DIO ARRIVA GRATIS”. La Messa del Papa nella notte di Natale

“Mentre qui in terra tutto pare rispondere alla logica del dare per avere, Dio arriva gratis”. Lo ha detto il Papa, nell’omelia della Messa della notte di Natale, celebrata ieri sera, alle 21.30, nella basilica di San Pietro, affollata da fedeli di ogni parte del mondo e riscaldata dai canti tradizionali che s’intrecciano alle preghiere anche in arabo, francese, cinese, portoghese, swahili.

All’inizio la processione d’ingresso. E quando Francesco arriva  davanti all’Altare della Confessione, svela e bacia la statua di Gesù Bambino accanto alla quale sosta un gruppo di piccoli con i costumi tipici dei Paesi d’appartenenza, tra cui Iraq e Venezuela. 

“Il suo amore non è negoziabile – dice il Papa nell’omelia – non abbiamo fatto nulla per meritarlo e non potremo mai ricompensarlo”. E spiega: “È apparsa la grazia di Dio. Stanotte ci rendiamo conto che, mentre non eravamo all’altezza, Egli si è fatto per noi piccolezza; mentre andavamo per i fatti nostri, egli è venuto tra noi”. “Nella notte della terra è apparsa una luce dal cielo”, racconta il Papa: “La grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini, stanotte ha avvolto il mondo. Ma che cos’è questa grazia? È l’amore divino, l’amore che trasforma la vita, rinnova la storia, libera dal male, infonde pace e gioia”. “Stanotte l’amore di Dio si è mostrato a noi: è Gesù”, ha proseguito Francesco: “In Gesù l’Altissimo si è fatto piccolo, per essere amato da noi. In Gesù Dio si è fatto Bambino, per lasciarsi abbracciare da noi”.

Ma, possiamo ancora chiederci, perché San Paolo chiama la venuta nel mondo di Dio “grazia”? Per dirci che è completamente gratuita. Mentre qui in terra tutto pare rispondere alla logica del dare per avere, Dio arriva gratis. Il suo amore non è negoziabile: non abbiamo fatto nulla per meritarlo e non potremo mai ricompensarlo. Natale ci ricorda che Dio, spiega il Pontefice, continua ad amare ogni uomo, “anche il peggiore”.

Grazia, ricorda il Papa, è “sinonimo di bellezza”. Nella bellezza dell’amore di Dio stanotte “riscopriamo pure la nostra bellezza, perché siamo gli amati di Dio”.

Nel bene e nel male, nella salute e nella malattia, felici o tristi, ai suoi occhi appariamo belli: non per quel che facciamo, ma per quello che siamo. C’è in noi una bellezza indelebile, intangibile, una bellezza insopprimibile che è il nucleo del nostro essere. Oggi Dio ce lo ricorda, prendendo con amore la nostra umanità e facendola sua, “sposandola” per sempre.

Gesù ha cambiato la storia “col dono della sua vita”, non ha aspettato che “diventassimo buoni” per amarci, ma si è donato gratuitamente.

Anche noi, non aspettiamo che il prossimo diventi bravo per fargli del bene, che la Chiesa sia perfetta per amarla, che gli altri ci considerino per servirli. Cominciamo noi. Questo è accogliere il dono della grazia. E la santità non è altro che custodire questa gratuità.

Francesco ricorda quindi la “graziosa leggenda”, quella del pastore che accoglie nelle sue mani il Bambino datogli  da Maria e Giuseppe. Quel “dono dei doni” che, al termine della Messa, dodici bambini ritrovano anche nella statua di Gesù Bambino che accompagnano col Papa in processione al presepe in San Pietro, prima di un momento di raccoglimento e preghiera.