S’è svolta nella serata di martedì scorso la conferenza stampa per presentare le operazioni di restauro e ricollocamento del ciclo di affreschi del pittore cremasco Gian Giacomo Barbelli (1604-1656), strappati nel 1946 dalla “Chiesa Vecchia” di Casaletto Vaprio e conservati presso una collezione privata.
La conferenza è stata coordinata dal consigliere con delega alla Cultura, Samuele Zenone, e aperta dalla sindaca Ilaria Dioli, che con emozione e soddisfazione ha motivato la scelta operata dall’amministrazione che ha portato all’acquisto dei 16 strappi e presentato gli esperti che hanno preso parola durante la conferenza.
Il primo ad intervenire è stato il Soprintendente ABAP (Archeologia, Belle Arti e Paesaggio) dott. Gabriele Barucca, il quale ha sottolineato come l’operazione di ricollocamento rappresenti non solo un’azione pratica ma anche e soprattutto la valorizzazione della storia di una collettività portatrice di valori, dunque la base per il futuro delle nuove generazioni. Successivamente ha preso parola il Soprintendente ABAP per le province di Cremona, Lodi, Mantova, dott. Filippo Piazza: ha mostrato le fasi pittoriche che hanno contraddistinto l’artista Barbelli, definendolo come tipico esempio di pittore barocco. Ha inoltre definito come una sfida quella che nei prossimi mesi impegnerà gli studiosi nel comprendere meglio questo artista e il suo ciclo di affreschi: operazione che incuriosisce anche la cittadinanza.
Lo storico dell’arte cremasca prof. Cesare Alpini ha sottolineato come queste opere d’arte rappresentino la carta d’identità di Casaletto Vaprio; non solo come bene culturale da custodire e di cui essere orgogliosi, ma anche una fotografia del paese stesso e dei suoi valori: Barbelli è contraddistinto, infatti, da uno stile pittorico diverso a seconda che lavori in un piccolo paese o in una grande città come Bergamo e Cremona. Nel caso di Casaletto, sembra che egli utilizzi uno stile più famigliare, più dialettale nell’espletare il compito principale della pittura a quell’epoca: educare alla religione attraverso le immagini, soprattutto per chi non sapeva leggere e scrivere.
Infine, Paolo Mariani, restauratore incaricato di seguire i lavori, ha spiegato, ai presenti, anche attraverso una dimostrazione pratica, la tecnica dell’affresco e quali difficoltà comporta l’operazione di strappo cui sono stati sottoposti proprio quelli del Barbelli.
La conferenza si è conclusa con l’invito da parte del consigliere Zenone e della sindaca Dioli alla partecipazione attiva a quest’opera di valorizzazione, come se tutti potessimo concorrere alla creazione di una grande opera d’arte: lo si potrà fare attraverso l’Art Bonus, una misura introdotta dal MIBACT per incentivare il mecenatismo culturale: chiunque faccia una donazione si vedrà restituire dallo Stato il 65% in 3 anni. Perché, come ha sottolineato la Dioli in chiusura di serata: “Solo se crediamo in quello che facciamo potremo ottenere il risultato. E la bellezza è contagiosa: se viviamo nella bellezza, saremo testimoni e portatori della stessa intorno a noi”.
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