Da ormai una settimana Enrico Fantoni, direttore del Centro Missionario Diocesano di Crema, si trova in Uganda, terra africana dove ha operato per tantissimi anni il compianto padre Sandro Pizzi, missionario originario di Ricengo. Con lui ci sono Lia De Giuseppe, Mimma Benelli, Silvana Bettinelli, Paolo Sambusiti, Alice Campari e Michele Mariani.
“Qui in Uganda – ci dice Fantoni, con il quale siamo in contatto giornaliero – è ancora viva la memoria e l’ammirazione per padre Sandro Pizzi, morto e sepolto qui dieci anni fa. Da Crema ben due associazioni operano in ricordo del missionario e in Uganda, soprattutto nella zona intorno a Gulu, nel nord del Paese, si sono moltiplicate le iniziative che, mescolando evangelizzazione e promozione umana, vengono incontro ai bisogni di una popolazione martoriata da decenni di guerre civili che hanno sconvolto praticamente tutto. La missione comboniana di Gulu è una missione ereditata, con la quale abbiamo mantenuto, come Diocesi, un ottimo rapporto di cooperazione. Vale la pena ricordare che tutti gli anni ci sono persone che da Crema vanno a Gulu per vivere una breve esperienza missionaria”.
Il gruppo cremasco è ospitato in una spaziosa struttura, il Palm Garden, che fa parte della Comboni Samaritans, la Ong locale che coordina tutte le attività che i missionari Comboniani hanno costruito nel tempo. “Con Massimo Opio, direttore di tutti i progetti – riferisce Fantoni – abbiamo parlato di tutte le iniziative, visitando poi il nido e l’asilo dove vengono ospitati i bambini figli delle donne che lavorano nella Cooperativa Wawoto Kacel. Con suor Giovanna Calabria siamo andati a trovare diverse famiglie e realtà dove la generosità, pur nelle difficoltà, è evidente. Abbiamo toccato con mano uno straordinario progetto utile per garantire una vita degna per tutti e un’istruzione per i bambini”. In un successivo incontro, suor Giovanna ha condotto i cremaschi nella sede, appena affittata dalle suore, di un gruppo di donne che da alcuni anni cerca faticosamente di rientrare nella società civile ugandese. Si tratta delle donne schiave soldato, donne rapite bambine dai ribelli e date in moglie ai guerriglieri. È un fenomeno che ben conosciamo a causa dell’Isis e di Boko Haram, ma che ha avuto la sua prima applicazione in Uganda a opera dell’Esercito di Resistenza del Signore, una formazione di guerriglieri fondamentalisti cristiani e acholi, che per 22 anni, fino al 2009, ha imperversato. Queste ex bambine, schiave sessuali e all’occorrenza guerrigliere pronte a uccidere, ormai donne con figli, segnate nel corpo e nello spirito, non vengono più accettate né dai parenti, né dalla società. Hanno trovato unico sostegno nelle suore comboniane.
Insieme a suor Maria Marrone, anch’essa comboniana, “abbiamo toccato con mano – spiega Fantoni – l’esperienza dell’arte-terapia da lei avviata, anche con l’aiuto del Gruppo Missionario di Chieve: organizza terapie di gruppo dove i bambini lentamente cominciano a raccontare storie terribili che mai avrebbero avuto il coraggio di rivelare. Molti bimbi riescono anche a perdonare chi ha fatto loro del male. In questo modo riprendono la scuola con un atteggiamento molto più costruttivo verso gli altri. L’attività di suor Maria non si ferma qui, perché attraverso questo lavoro viene a conoscere molte famiglie, ne intuisce i problemi e con l’aiuto dei suoi due collaboratori, riesce a intervenire, aiutando. Ma non è finita… Il sogno di suor Maria sarebbe quello di aiutare, pagando la scuola, i bambini sordomuti che, per le condizioni di povertà in cui vivono, non possono frequentare. Ne ha già calcolati 45! Chi è didponibile ad aiutare?”.
Nei prossimi giorni, conclude Fantoni, “un momento importante sarà l’incontro con l’arcivescovo di Gulu, monsignor Odama, al quale consegneremo un messaggio di amicizia del nostro vescovo monsignor Gianotti. Poi la visita alla tomba di padre Pizzi. Continueremo a conoscere le molte realtà che le suore, attraverso l’Ong Comboni Samaritans, hanno attivato: la Cooperativa delle donne, le scuole, i bambini capofamiglia alla fattoria, l’Orfanotrofio St. Jude, il Lacor Hospital… E molto altro ancora”.