Giovani Cremaschi sulla via Lauretana/2 Da Macerata a Tolentino

L’incontro con il Vescovo Nazzareno e la testimonianza di Maria sul terremoto

Domenica 5 agosto 2018 | Macerata-Tolentino 18km

Partenza di buon mattino (alle 4.50!!) quest’oggi da Macerata per raggiungere Tolentino.

18 i chilometri di pellegrinaggio che i giovani cremaschi hanno percorso sulla via Lauretana verso Assisi, per raggiungere – sabato – Roma dove li aspetta papa Francesco.

L’arrivo di pomeriggio a Tolentino presso l’Oratorio NOI dove il gruppo dei cremaschi ha ascoltato testimonianze sul sisma che ha colpito il centro Italia due anni fa dai diretti protagonisti: il vescovo Nazzareno e Maria.

Ma sentiamo le emozioni di Andrea Berselli:

In fondo è tutta una questione di ritmo! Per intraprendere e, soprattutto, per continuare un pellegrinaggio è necessario prendere il ritmo, almeno sotto tre aspetti.

Innanzitutto con se stessi. Per perseverare non è sufficiente una partenza sprint ma è necessario conoscere bene se stessi, ascoltare il proprio respiro, il cuore e l’intera nostra persona. È, quindi, indispensabile conoscere il proprio ritmo per pensare e progettare un lungo cammino.

In secondo luogo è necessario prendere il ritmo dei compagni di viaggio. Questo non significa che bisogna “diventare l’altro” ma essere in sintonia con lui, farsi veramente prossimo e non solamente un passante casuale. Conoscere il ritmo del compagno di viaggio è un segno di accoglienza e di fraternità, di vicinanza ed affetto che può aiutare a guardare e vivere in modo nuovo il nostro stare in questo mondo.

Infine è indispensabile prendere il ritmo di Dio perchè è solo cercando questo ritmo che si riesce a scoprire e valorizzare il senso di un pellegrinaggio.

Nella fatica sperimentata dalla sveglia delle 4.30, dal respiro, dalle spalle e dalle gambe, ma anche nella bellezza di un paesaggio collinare pieno di girasoli e di un cielo azzurro condiviso con tanti compagni di viaggio, è possibile riscoprire quel soffio di Dio che parla a quel cuore che accetta di mettersi sulla sua lunghezza d’onda. È certamente una sfida, non la si può chiamare diversamente, ma è una sfida che anche se appare difficile porta con sè delle grandi opportunità. Dopotutto un uomo può compiere cose grandiose se si sente parte di un progetto più grande!

Ecco che, se vissuti in questo modo, i 20 km di camminata, il gusto di un aperitivo all’arrivo pronto ad accoglierci, i pasti in stile veramente fraterno, le celebrazioni e il riposo possono aiutare a trasformare questi ritmi in relazioni di vita buona in cui ciascuno può ritrovare un nuovo volto di sè, la bellezza di condividere la vita con gli altri e sentirsi amati da Dio!

In conclusione l’invito per ciascuno non può che essere questo: “Danza la vita al ritmo dello Spirito, danza al ritmo che c’è in te!”.