Legge sui parchi: colpo di scena, l’altro ieri in VIII commissione Agricoltura del consiglio regionale. La maggioranza ha sposato la posizione del Pd sul provvedimento e ha chiesto alla Giunta di ritirare la delibera sulla “Individuazione degli ambiti territoriali ecosistemici e dei parametri gestionali, ai sensi del comma 5, art. 3, della l.r. n. 28/2016 Riorganizzazione del sistema lombardo di gestione e tutela delle aree regionali protette e delle altre forme di tutela presenti sul territorio”.
Doveva essere un passo in avanti sulla riforma dei parchi voluta da Maroni e dall’assessore all’Ambiente Terzi che invece è stata, in sostanza, sonoramente bocciata da tutta la commissione.
La seduta ha visto prima una serie di audizioni di presidenti di parchi lombardi, compresa Federparchi Lombardia, poi i consiglieri avrebbero dovuto votare un parere all’atto di Giunta. E la maggioranza ha espresso chiaramente la volontà di chiedere il ritiro, lasciando esterrefatti i consiglieri di minoranza.
“Già durante la discussione della legge sui parchi avevamo manifestato criticità e perplessità. Le stesse che abbiamo ascoltato in commissione dai rappresentanti dei parchi”, ha ribadito in seduta Marco Carra, capogruppo del Pd in Commissione Agricoltura. “E quando abbiamo provato a proporre una modifica che prevedesse un’area vasta unica e omogenea lungo l’asta del Po, la Giunta l’ha cassata ritenendola inutile. Ora si dimostra che avevamo ragione. Però non ci si è voluti fermare a riflettere su quelle che erano le esigenze di chi sta sul territorio e questo è il risultato. Anzi, i parchi sono visti da questa maggioranza come un accidente, non come luogo di sviluppo, di turismo, che può far sì che i territori dove i parchi insistono abbiano maggiore attrattività.”
“Se non fosse andata così l’altro ieri – rivela il consigliere regionale del Pd Agostino Alloni – noi avremmo chiesto la settimana prossima, quando pensavamo si sarebbe dato il parere, il non passaggio al voto. Perché abbiamo sempre pensato ciò che mercoledì pomeriggio ci hanno detto i parchi: le aree vaste ipotizzate da Regione Lombardia sono tutto fuorché omogenee. Qui, però, la responsabilità politica è secca ed è riferibile agli stessi gruppi di maggioranza che ora fanno un passo indietro. Noi l’apprezziamo, ma era meglio pensarci prima.”
E anche la montagna ne risente grandemente, come ha sottolineato Corrado Tomasi: “Il territorio che ne ha sofferto di più è stata la montagna, cui è stata tolta la poca l’autonomia che aveva. E la Regione legifera nel merito senza nemmeno partecipare e ascoltare chi vive questi territori. Ora la maggioranza decide di ritirare la delibera, ma preoccupa il fatto che questa sia un’operazione fatta solo per timore della campagna elettorale e che, se la prossima volta a governare sarà la stessa coalizione, ricomincerà a togliere autonomia ai territori e concentrare tutto su Milano”.