AREA OMOGENEA – Considerazioni del sindaco di Palazzo Pignano: “Cosa e quanto contano i sindaci?”

Il sindaco di Palazzo Pignano, Rosolino Bertoni

Il sindaco di Palazzo Pignano, militante della Lega Nord, Rosolino Bertoni, intervenire sull’elezione del Coordinamento dell’Area omogenea cremasca – venerdì 27 ottobre scorso – e sulla nomina di presidente e vicepresidente, una settimana dopo il 3 novembre.
“Due momenti – sottolinea subito critico – che hanno visto i partiti del Cremasco prevaricare i sindaci e imporre quella logica della spartizione ferrea, che prescinde dal merito e dalle capacità degli eletti.”
E nel precisare di non voler con questo “togliere nulla alle qualità dei nominati nel coordinamento”, fa osservare che “non si può infatti parlare di elezione, anche se formalmente si è svolta (io mi sono astenuto), ma di imposizione. Riassunta dal collega Antonio Grassi nella formula 7-7-1: sette membri al centrosinistra, sette al centrodestra e uno, chissà per quale diritto al sindaco di Castelleone”.
“Ancora più grave – incalza indignato Bertoni – è il fatto che i partiti sono venuti in assemblea dei sindaci con i nomi già definiti ancora prima, si noti bene, che l’assemblea approvasse le regole per le candidature.”
E conferma quanto riferito già dal nostro giornale: che “i promotori della spartizione non hanno gradito quando alcuni sindaci hanno evidenziato l’incongruenza e per questo è successo un pandemonio”.
Un comportamento già da “cartellino rosso”, sottolinea usando un esempio calcistico, ma “ancora più grave è che erano già stati decisi anche i nomi del presidente e del vicepresidente che il coordinamento avrebbe dovuto nominare la settimana successiva la sua elezione/imposizione”.
Nel frattempo però 18 sindaci, pari a un terzo circa dell’Area omogenea, hanno sottoscritto la proposta di un candidato vicepresidente diverso da quello concordato dai partiti.
“La proposta è stata bocciata e, per non dilaniarsi, i 15 del coordinamento hanno votato Pietro Fiori, sindaco di Castelleone, che nel 7-7-1 era l’1”, rileva il sindaco di Palazzo, ponendosi una domanda spontanea: “perché bocciare la proposta di 18 sindaci?”. Evidenziando che oltre tutto entrambi i candidati, quello concordato e quello proposto dai 18 sindaci, erano del centrodestra.
“Evidentemente i sindaci contano nulla rispetto agli accordi di partito”, commenta amareggiato.
“Senza contare che il sindaco di Castelleone ha sempre tenuto un atteggiamento molto prudente nei confronti del Cremasco”, sottolinea. “Si è sempre tenuto le mani libere – rammenta – definendosi terra di mezzo, nel senso che decideva di stare con Crema o Cremona secondo le circostanze e le convenienze del proprio comune, indipendentemente da una visione più ampia di territorio cremasco.”
Osservando inoltre che “sembra che anche la prossima elezione dei membri dell’ATO – di competenza dei sindaci – sia già stata decisa dai partiti da mesi”, Rosolino Bertoni si chiede fortemente perpelsso: “Cosa e quanto contano i sindaci del Cremasco?”
“Ora possiamo continuare in questo modo, ma alla fine anche nel nostro territorio, i 5 Stelle prevarranno, perché la gente è stanca di veder continuamente calpestata la democrazia”, commenta impietosi. “È soprattutto stanca di essere presa in giro dai partiti, dagli inciuci e dalle spartizioni selvagge. Rifiutare la proposta di 18 sindaci è la testimonianza più evidente – chiosa – dell’arroganza di chi si crede parte di un club di eletti e pensa di decidere per tutti.”