Associazione a delinquere di stampo mafioso e traffico di sostanze stupefacenti, oltre a tentata estorsione, tentato omicidio, ricettazione, furto aggravato, porto illegale di armi, intestazione fittizia, coercizione elettorale, usura. Sono questi i reati contestati a più persone nell’ambito di un’indagine condotta dalla Polizia di Stato di Milano, coordinata dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo lombardo, che ha portato all’esecuzione di diverse ordinanze di custodia cautelare. Arresti scattati nel milanese. Il lavoro della Direzione Antimafia ha fatto emergere le attività della ‘Ndrangheta locale con base a Pioltello che sarebbero riconducibili alle famiglie Maiolo e Manno. Un’ombra cupa che si allungherebbe, solo se le circostanze venissero confermate, anche sul territorio Cremasco.
Presunte ombre su Rivolta d’Adda da confermare e chiarire
Stando a quanto riportato dalle agenzie di stampa uno degli arrestati avrebbe dichiarato di aver incontrato il sindaco di Rivolta d’Adda in campagna elettorale. Sarebbe andato oltre millantando conoscenza con lo stesso primo cittadino e una promessa ricevuta in cambio di sostegno. Circostanze che il sindaco (che per assoluta chiarezza non risulta indagato) in toto smentisce garantendo di non conoscere chi lo chiama in causa e promettendo di adire vie legali per difendere il suo buon nome e quello dell’amministrazione comunale rivoltana. Sul punto chiederà la convocazione di un Consiglio comunale d’urgenza il gruppo di minoranza Rivoltiamo. “Se i fatti fossero confermati sarebbe di una gravità inaudita – spiega una nota del gruppo –, ma non possiamo credere che il nostro sindaco possa incontrare gente di malaffare (il riferimento è ai presunti collegamenti degli indagati con la ‘Ndrangheta, ndr). Chiederemo la convocazione di un Consiglio per ottenere le delucidazioni del caso”.