Il commento al Vangelo di domani, domenica 20 ottobre

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Di seguito proponiamo il passo del Vangelo di domani, domenica 20 ottobre e il relativo commento.

VANGELO: Lc 18,1-8

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

IL COMMENTO AL VANGELO

Oggi il Signore ci fa una domanda e le domande di Dio ci provocano sempre fino in fondo, sono domande che ci portano davvero al fondamento del nostro vivere. Quando il Figlio dell’uomo verrà, troverà la fede sulla terra? Quando il Figlio dell’uomo mi chiamerà, troverà la fede nel mio cuore?
Perché troviamo questa domanda alla fine del Vangelo di oggi? Perché la fede nel Figlio di Dio è la relazione più importante di tutta la nostra vita, è l’unica cosa di cui abbiamo realmente bisogno. Allora proviamo a fare un ulteriore passo avanti. Gesù narra ai suoi discepoli la parabola della vedova, che insiste con il giudice perché le faccia giustizia e, alla fine, data la sua insistenza, il giudice l’ascolta. Un’immagine, un insegnamento sulla necessità di pregare sempre. Chi può pregare sempre? Chi è in grado di poter pregare sempre? Lo Spirito che anche con gemiti inesprimibili prega dentro di noi; lo Spirito, la terza persona della SS. Trinità, continua a pregare dentro di noi, sempre. Si rivolge al Padre, si rivolge al Figlio e si rivolge anche al nostro cuore. Quindi Gesù, nello Spirito, prega sempre dentro di noi, è l’unico che può fare questo.
Allora pregare è prima di tutto ascoltare la preghiera di Gesù dentro al mio cuore. La preghiera è una relazione con l’unico Dio che mi ascolta, mi legge, mi guarda con il cuore… Con gli occhi del cuore e quindi con quegli occhi di misericordia che sempre mi rialzano, sempre mi salvano.
Se noi comprendessimo fino in fondo questa parola, non ci staccheremo più da Gesù. Se noi sentissimo davvero questo sguardo, questo ascolto, quest’amore di Dio su di noi che ci legge, ci guarda, ci ascolta con il cuore e quindi con una bontà estrema, con una Misericordia estrema, noi non smetteremo più di relazionarci con lui e la preghiera diventerebbe tale, cioè un bisogno dell’anima, un bisogno di andare dove il mio cuore ha un desiderio profondo, il Signore.
Cosa fa la donna della parabola? Questa vedova, prima di tutto, con profonda umiltà va a bussare alla porta del giudice. Noi tante volte non andiamo a Dio perché abbiamo l’orgoglio, la superbia di volere fare da noi stessi, di essere capaci di salvarci con le nostre mani dalle situazioni difficili e facciamo fatica a rivolgerci a Dio in reale umiltà, in reale abbandono. Questa vedova è una donna alla quale affettivamente manca un compagno, quindi è una donna privata di affetti e anche di qualcuno che la possa difendere. Ed è questa la nostra condizione: noi siamo uomini e donne esattamente come questa vedova e abbiamo bisogno affettivamente di essere sorretti, amati, perdonati e nello stesso tempo abbiamo bisogno di qualcuno che ci difende, che faccia da mediatore fra Dio e noi, cioè Gesù Cristo.
Ma capite che per chiedere aiuto, per dire di aver bisogno, per riconoscermi tale, io devo essere anche umile, devo riconoscere che sono piccola cosa?
La preghiera insistente di questa donna rivela anche il suo cuore. A questa donna sta a cuore qualcosa. A noi che cosa sta a cuore? Per cosa preghiamo? Per avere una macchina? Per avere dei soldi? Per cosa noi ci rivolgiamo a Dio? Per essere guariti da una malattia? Che cosa mi sta realmente a cuore? Noi siamo ascoltati solo nella misura in cui davvero il cuore si apre ed esprime la pienezza del suo desiderio. Posso io fidarmi solo di me? Posso fidarmi dei giudici? Di qualcuno che può mediare? Io posso fidarmi solo di Dio in Gesù Cristo! Ecco, allora, perché Gesù ci chiede la fede. Perché è la preghiera che porta a un rapporto di fede con Dio, a un rapporto di abbandono, di fiducia, di umile fiducia in lui. Senza la preghiera la fede non cresce, non si alimenta. È una fede con il “ma però”. Lei crede? Sì, ma però ci sono delle cose che non mi piacciono. Ma noi crediamo, o no, in Gesù Cristo? Perché il “ma” e il “però” non reggono la fede. Gesù ci chiede di pregare, di pregare prima di tutto perché a noi serve la fede in lui. Perché a noi serve una visione di vita attraverso gli occhi della fede, perché le cose e le persone che mi circondano devono essere lette e sostenute con gli occhi della fede altrimenti veniamo spazzati via, siamo troppo deboli.
Allora oggi la parola ci dice che la preghiera, come quella di Mosè (secondo quanto racconta la prima lettura della liturgia di oggi) è fatta anche di fatica, di intercessione, è fatta da una Chiesa che prega per me. Ecco perché il Signore ha messo nel mondo anche uomini e donne che hanno fatto della preghiera la loro vita, il loro ministero nella Chiesa proprio per sostenere le battaglie, tutti gli Amalèk che troviamo lungo la nostra vita. Abbiamo bisogno di gente, di uomini e donne che pregano, di santi che camminano lungo la strada e ci fanno vedere e ci parlano di Dio. Abbiamo bisogno di essere come questa vedova che non ha paura di esprimere il proprio bisogno perché non gli rimane altro che Dio. Allora la forza non la troviamo in noi per cambiare le cose, ma la riceviamo dal Signore, dalle sue mani. Oggi facciamo anche noi la preghiera: “Signore, aumenta la nostra fede, aumenta la capacità, davvero, di relazionarci con te, perché tu sei l’unico necessario, tu sei l’unico che mi legge, mi ascolta, mi aiuta con gli occhi del cuore e quindi mi usa misericordia.” Amen

Madre Maria Emmanuel Corradini, OSB
Badessa Monastero Benedettino San Raimondo – Piacenza