Si è conclusa nel migliore dei modi la rassegna A immagine del leone. Storia, istituzioni e architetture del potere a Crema in età Veneziana promossa dall’assessorato alla cultura del Comune, dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’università degli Studi di Bergamo, dalla Pro Loco Crema e dalla Società Storica Cremasca. Dopo gli incontri, la presentazione del libro di Simone Caldano, la mostra degli statuti di Crema presso la biblioteca “Clara Gallini” sabato 5 aprile, per l’intera giornata, si è svolto il convegno di stuti Il Palazzo Comunale di Crema (1525-2025): istituzioni, architettura, arti figurative.
Presso sala Ricevimenti del municipio, nel 500enario dall’avvio della sua costruzione, si sono alternati studiosi, docenti universitari, ricercatori che hanno narrato la storia del palazzo comunale di Crema da molteplici prospettive. Impossibile sintetizzare tutti gli interventi, solo alcuni cenni per comprenderne la portata. Il convegno è stato seguito da un buon numero di persone, fra le quali molti esperti di Storia locale cremaschi.
Gli interventi
Il convegno si è aperto con l’inaugurazione della riproduzione della pala di Lazzaro Bastiani, Incoronazione della vergine tra i santi Bernardo di Chiaravalle e Orsola (Pala Barbariga), per proseguire con il primo intervento a cura di Simone Caldano che ha rievocato la posa della prima pietra per costruire il palazzo comunale i Crema avvenuta il 20 aprile 1525. Presto il cantiere si arenò a causa della grave crisi economica, che coinvolgeva l’intera Repubblica di Venezia. Nel 1536 il podestà Gritti potè riavviare i lavori, che si conclusero nel 1547. Verosimilmente la progettazione non fu affidata a un architetto di spicco, ma fu gestita dai quattro provveditori alla fabbrica.
Martina Lazzari
A seguire, sempre moderati dalla presidente Elisa Sala, dell’università di Brescia, è intervenuta Martina Lazzari della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova. Un exursus nella trasformazione novecentesca del palazzo con particolare riferimento agli interventi molto impattanti degli anni cinquanta e Sessanta che trasformarono il municipio nell’edificio che ancora vediamo. Di grande interesse la documentazione fotografica proposta nonché le osservazioni sulla facciata dell’edificio che si cerò di mantenere senza particolari interventi nonostante l’intervento invasivo sugli interni. Tre i lotti dei lavori: la torre pretoria, il lato del palazzo di fronte al Duomo e quello a sud del Torrazzo (dove ora viene ospitato, fra gli altri, l’Orientagioveni).
Filippo Piazza e Matteo Facchi
Quindi, con un comprensibile cambiamento di programma, sono intervenuti Filippo Piazza (Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova) e Matteo Facchi (Società Storica Cremasca). Oggetto della dissertazione Podestà, nobili e benefattori: le tele del Palazzo Comunale di Crema fra Sei e Ottocento. Piazza si è soffermato sui ritratti dei rettori veneziani non sempre opere di buona fattura in quanto realizzate soprattutto per essere immagini ufficiali. I quadri, analizzati in ordine etimologico si trovano in diversi luoghi del municipio. Meritevoli di attenzione quelli in sala Ostaggi realizzati da Gian giacomo Barbelli. Altre opere sono da attribuirsi a Fra Galgario in particolare quella del podestà Filippo Farsetti, ora conservata presso il museo Civico di Crema e del Cremasco. Da segnalare che il palazzo comunale, torre compresa era anticamente affrescato all’esterno: con soggetti anche particolari (ad esempio un Nettuno), opere ormai del tutto scomparse.
Facchi si è soffermato su 4 gruppi di opere realizzate e/o conservate in palazzo comunale. Di queste molte sono andate perdute e se ne conosce l’esistenza in quanto menzionate su documenti. Affreschi esterni del Seicento così come del medesimo periodo anche il portale in marmo per l’ingresso sulla scalinata anch’essa modificata a metà XVII secolo. Lo stemma della città, il gruppo dei benefattori cremaschi e i dipinti della famiglia Benzoni (ramo di Montodine) giunti inspiegabilmente presso il palazzo comunale di Crema sono stati oggetto dell’intervento di Facchi.
Gabriele Cavallini
Quindi Gabriele Cavallini ha proposto il suo intervento concernente gli Interventi pittorici e decorativi nel Palazzo Comunale tra la fine del Quattrocento e il Cinquecento di cui citiamo l’affresco realizzato da Carlo Urbino dedicato a Renzo da Ceri e alla Battaglia di Ombriano del 1512, ora perduto. Un susseguirsi di importanti contributi ha segnato la giornata di studi di sabato. Sarebbe auspicabile la pubblicazione degli Atti del convegno perché i contenuti e anche le novità emerse non vadano dimenticate.
Le visite guidate presso il Comune svoltesi domenica 6 hanno concluso felicemente la rassegna, ottimo contributo di studi e ricerche alla storia della nostra città.