Lezione del vescovo mons. Cesare Pagazzi, ieri sera all’oratorio di Sergnano, con inizio alle ore 20.45. Originario della diocesi di Lodi, ha insegnato anche nel nostro seminario e nell’Istituto Scienze Religiose per vari anni, è quindi conosciuto da tanti preti e laici della diocesi. Oggi è segretario del dicastero della cultura e dell’educazione della Santa Sede.
Il Concilio di Nicea
Il suo compito quello di parlare del Concilio di Nicea, a 1700 anni dalla sua celebrazione.
Fu il primo concilio ecumenico della storia della Chiesa e venne convocato dall’imperatore Costantino. Si tenne nel maggio-giugno 325 e vi parteciparono da 220 a 318 vescovi, soprattutto orientali. La sua principale decisione fu stabilire esplicitamente la dottrina della consustanzialità del Padre e del Figlio, negando che il Figlio sia stato creato (“generato non creato”) e che la sua esistenza sia posteriore al Padre (“prima di tutti i secoli”). “Dichiarazioni – ha detto mons. Cesare – che recitiamo tutte le domeniche nel credo della Santa Messa.”
Ario e l’arianesimo
In questo modo, il Concilio veniva a negare le idee dell’arianesimo, il movimento molto diffuso che faceva capo al sacerdote Ario. Nel territorio attorno a Milano, ad esempio, s’è vissuto, proprio nel secolo IV, un forte il contrasto, tra ariani e ortodossi.
Ario affermava che Gesù era stato un grande personaggio, ma non era Dio. Lo diceva – ha spiegato mons. Pagazzi – per difendere Dio stesso: Dio infatti è Dio perché è uno. Non avendo differenze dentro di sé, se dici che in lui vi sono altre persone, appunto il Dio Gesù, è una minaccia all’unità di Dio, che è il suo valore più alto.
Inoltre per Ario è impossibile che in Dio ci sia un figlio, che Gesù, quindi, sia figlio di Dio: questa forma di dipendenza è una imperfezione: se devo ricevere qualcosa vuol dire che non l’ho e quindi non sono completo.
Lo svolgimento della riflessione del vescovo Cesare è continuata nel cercare di far capire le incongruenze del pensiero di Ario, indicando come spesse volte vi sia uno strisciante arianesimo anche nelle posizioni dei cristiani di oggi.