Il percorso nasce a fronte della consapevolezza che i due anni di pandemia hanno influito sullo stato di benessere dei più giovani facendo emergere la necessità degli stessi di essere maggiormente ascoltati da parte della comunità educante composta da famiglie, scuola, associazioni sportive e di volontariato, educatori e istituzioni.
Fasi della ricerca
La ricerca è stata coordinata dal Centro Studi Socialis dell’Università degli Studi di Brescia e realizzata in collaborazione con i consultori familiari K2 e Diocesano, già attivi in alcuni istituti.
Il lavoro si è articolato in tre fasi, una prima fase di costruzione di un questionario anonimo, in collaborazione con alcuni ragazzi, una seconda fase di somministrazione del questionario ai ragazzi frequentanti alcuni istituti cittadini e una terza fase, quella iniziata a dicembre 2023, di restituzione dei risultati alle scuole e alla città al fine di valutare le azioni messe in campo e le strategie educative adottate fino a oggi sempre in collaborazione con le scuole e con i numerosi operatori sociali impegnati sul tema dell’adolescenza.
Nel corso del primo semestre del 2024, è stato realizzato un percorso di approfondimento con lo scopo di avviare delle attività sperimentali all’interno di alcune scuole, per offrire prime risposte alle richieste di interventi per aumentare il benessere degli studenti.
Hanno aderito 9 scuole (Racchetti-da Vinci, Galileo Galilei, Sraffa, Marazzi, Cr.Forma, CFP Canossa, Pacioli, Stanga, Dante Alighieri) e il questionario è stato somministrato a circa 5.000 studenti.
Cosa significa “stare bene”?
L’indagine complessivamente è ruotata intorno a che cosa significasse per i ragazzi e le ragazze di Crema “stare bene”. Per ottenere una risposta sono stati analizzati differenti temi per comprendere rispetto a ciascuno quale fosse il loro stato d’animo:
• Nuclei familiari;
• Soddisfazione e benessere a scuola;
• Tempo libero;
• Relazioni;
• Uso dei media;
• Consumi;
• Benessere psicologico;
• Prospettive future;
La situazione in Italia
L’analisi rispetto allo stato di salute dei giovani non può prescindere da alcune considerazioni che emergono su scala nazionale. Nel 2023 è stato rilevato che il 14% dei minori nel nostro Paese si trova in una situazione di povertà assoluta.
A ciò si aggiunge una crescente sfiducia dei giovani nei confronti del mondo adulto: infatti secondo i dati raccolti da Open Polis il 54% degli adolescenti pensa che gli adulti non capiscano i ragazzi. Circa l’1,6% relativamente al benessere psicologico i dati raccolti dall’istituto superiore della sanità indicano che quasi 66.000 studenti in Italia tra gli 11 e i 17 anni sviluppa tendenze all’isolamento sociale (1,6% della popolazione scolastica).
Cresce anche il numero di ragazzi che si trovano in una condizione di dipendenza da social media, un fenomeno, che per il 76% di essi è collegato a difficoltà comunicative con i genitori.
L’ampio uso dei social ha determinato anche un considerevole aumento di condotte lesive della dignità dei ragazzi. Almeno il 25% dei ragazzi italiani dichiara di essere stato vittima di cyberbullismo almeno una volta. Il 4% afferma di esserlo stato anche più volte.
Allargando il quadro alla fascia della popolazione giovanile compresa tra i 18 e i 24 anni preoccupa la percentuale di NEET, ragazzi che nè studiano nè lavorano o cercano un lavoro. In Italia sono il 24% i ragazzi in questa condizione contro una media europea del 14% e una media nei Paesi OCSE del 15%.
Arrivano tuttavia anche segnali positivi: nel 2023 si è registrato un aumento dei giovani tra i 14 e 17 anni che hanno prestato attività gratuite in associazioni del 6,4%.
La situazione a Crema e nel Cremasco
L’indagine relativamente al nostro territorio è partita da una valutazione rispetto al benessere psicologico. I dati ci dicono che le ragazze stanno peggio dei ragazzi (dal punto di vista emotivo) o quanto meno lo riconoscono di più. Tra gli adolescenti sono la felicità e l’allegria le emozioni che vengono provate con più intensità come rilevato dal 50% degli intervistati.
Di contro emerge che circa 1 ragazzo su 4 non prova mai o quasi mai queste emozioni positive e soprattutto che 1 ragazzo su 3 afferma di sentire molta o moltissima ansia, rabbia e noia.
I principali fattori di insoddisfazione valutando tra amicizie, famiglia, rendimento scolastico, scuola e aspetto fisico risultano proprio l’aspetto fisico e l’andamento a scuola. Richiesto infatti quanto poco o per nulla soddisfatti fossero di questi aspetti il 38% ha individuato nell’aspetto fisico la principale causa di insoddisfazione, il 26% nella scuola e il 23% nel rendimento scolastico.
Questo mix si riflette in una serie di condotte che influiscono sullo stato di benessere dei giovani. Si stanno infatti manifestando una serie di disturbi. Il 13.9% degli intervistati riferisce di saltare i pasti e il 17.3% riporta una difficoltà nel dormire la notte. Il 14.4% teme i luoghi affollati.
Complessivamente emerge come per il 31% risulta complicato gestire la pressione derivante dalle aspettative, così come il 23.5% afferma di essere sopraffatto dall’ansia, mentre il 18.5% è comunque condizionato da essa. In generale il 37% mette in evidenza una generale preoccupazione.
A fronte di questo quadro si è sondata la fiducia che i nostri ragazzi ripongono negli altri quando si trovano in una situazione in cui necessitano sostegno o aiuto.
Gli amici e la famiglia sono i punti fermi per i nostri ragazzi. Emerge, quindi, che le relazioni personali vissute nella quotidianità sono quelle maggiormente in grado di aiutare laddove vi fosse bisogno.
L’attenzione si è quindi spostata sui contesti in cui i ragazzi si formano: famiglie e scuola.
Per quanto riguarda la famiglia si è indagata la percezione che i ragazzi hanno rispetto alla situazione economica famigliare, aspetto che indubbiamente ha dei riflessi sullo stato di benessere dei ragazzi.
Il 14.6% degli intervistati ha affermato che la propria famiglia nell’ultimo periodo ha attraversato una situazione di difficoltà economica, mentre il 15.3% ha detto di non sapere rispondere. Analizzando la provenienza delle famiglie cresce la percentuale tra le famiglie di origine straniera. Nel campione analizzato che ha risposto affermativamente il 20% ha origini straniere di prima generazione, mentre il 22% ha origini straniere di seconda generazione.
La ricerca si è quindi concentrata sulla scuola. Il 34% degli studenti si sente molto rispettato all’interno della scuola da parte dei profesori, ma solo l’11% si sente valorizzato per quelle che sono le proprie aspettative e qualità. Emerge tuttavia un 12% di studenti che è per nulla o poco soddisfatto della scuola. Il 16% degli intervistati cambierebbe scuola o indirizzo e il 25% afferma di averci pensato in passato.
Infine si è voluta verificare lo stato d’animo dei ragazzi verso il futuro. Il 42% è molto d’accordo o pienamente d’accordo con la frase “ mi spaventa il futuro”.
Tra i fattori che destano maggiore preoccupazione vi è l’inquinamento e i cambiamenti climatici, così come le diseguaglianze e le povertà, nonchè le guerre in corso.
Prospettive per oggi e per domani
“I bisogni e le esigenze degli adolescenti sono in costante mutamento. La ricerca voleva essere uno strumento per far emergere la voce dei nostri ragazzi. Questa scelta vuole segnare l’indirizzo dell’amministrazione di aprirsi costantemente all’ascolto dei più giovani. I ragazzi ci dicono che vogliono essere ascoltati e che hanno bisogno di essere ascoltati – commenta l’assessore alle Politiche giovanili Giorgio Cardile -. Oggi il quadro d’insieme è positivo, ma è evidente che ci sono campanelli d’allarme che suonano così come aspetti che già destano preoccupazione. Dobbiamo trovare soluzioni per ridurre emozioni quali ansia e paura che bloccano la loro capacità di esprimersi”.
“La scelta di porsi in ascolto dei ragazzi è frutto di un percorso di analisi incrociata delle condizioni dei giovani, condivisa con i partner del terzo settore. I dati ci dicono che è giunto il momento di programmare politiche che non siano più soltanto per i giovani ma anche costruite con i giovani – afferma l’assessora al Welfare Anastasie Musumary -. Per questo motivo abbiamo deciso di dedicare un programma specifico del nuovo piano di zona alle politiche giovanili”.
“Il questionario offre preziose indicazioni per tutta la comunità educante. Indubbiamente sia il mondo della scuola che l’amministrazione comunale saprà farne tesoro. In particolare anche partendo da questi dati stiamo affinando la proposta orientativa al fine di orientare meglio i giovani nella scelta del percorso scolastico ma anche lavorativo” aggiunge l’assessora all’istruzione e lavoro Emanuela Nichetti.