Il messaggio del vescovo Daniele Gianotti per il nuovo anno scolastico

L'avvio della scuola, stamani, a Borgo San Pietro in Crema

Sulla soglia di un nuovo anno scolastico, mentre le scuole in questi giorni riaprono e vedono di nuovo a pieno ritmo la presenza e l’attività di studenti, insegnanti, personale A.T.A., provo a deporre la parola speranza.

Come parlare di speranza?

A che titolo mi permetto di farlo, io che la scuola l’ho lasciata ormai quasi mezzo secolo fa, al termine della secondaria di secondo grado (le “superiori”, come si diceva allora) e poi, in pratica, non ho più avuto a che fare in modo duraturo con questo mondo? E con che coraggio mi azzardo a parlare di speranza, visto che ciclicamente, quando si tratta di scuola, soprattutto quando ci si avvicina alla sua riapertura, ricomincia la solita litania (motivata, intendiamoci) intorno ai mali, ai problemi, alle tante cose storte della scuola italiana?
Mi giustifico così, almeno in parte: in questo ultimo anno e mezzo ho avuto l’occasione di entrare abbastanza spesso nelle scuole del Cremasco, in particolare in quelle per l’infanzia, nella primaria e nella secondaria di primo grado: perché ho avuto l’onore, il privilegio, di essere invitato nelle scuole, nel corso della Visita pastorale che sto facendo alla diocesi di Crema.
Lo ripeto: è un onore, per me, essere accolto nella scuola. E desidero esprimere qui la mia riconoscenza a tutti – Consigli di Istituto, dirigenti scolastici, insegnanti, personale A.T.A. e, in modo particolare, bambini e bambine, ragazzi e ragazze – per l’affetto, l’attenzione, la simpatia con cui sono stato accolto, per i dialoghi, a volte anche impertinenti (ma spesso divertenti), che abbiamo intavolato, per ciò che ho potuto ascoltare e vedere sostando nelle scuole.

La scuola, luogo di speranza

È proprio in occasione di questi incontri che matura in me la convinzione che la scuola possa essere vissuta come luogo di speranza: da non confondersi con un ottimismo superficiale. Per spiegarmi meglio, mi faccio aiutare da alcune parole del cantautore australiano Nick Cave, parole dette nel corso di un’intervista televisiva, in risposta a un giovane tentato di arrendersi sempre più al cinismo. “A differenza del cinismo – diceva Nick Cave – la speranza è guadagnata con fatica, ci pone delle pretese e può spesso sembrare il posto più indifendibile e solitario sulla Terra. La speranza non è una posizione neutrale; è avversaria, è l’emozione guerriera che può devastare il cinismo”.
La speranza, insomma, è impegnativa, esigente. Chiede di remare contro corrente, per non lasciarsi trascinare sulla china del tanto peggio tanto meglio.
Ne sono convinto: molti, nella vita quotidiana della scuola, lottano perché si affermi la speranza: speranza di una vita buona, di un futuro sensato, di un mondo in cui valga la pena vivere, non da tristi solitari, ma – per riprendere un’espressione di papa Francesco – in una “carovana solidale”.

Un buon anno ricco del coraggio della speranza

Tutto questo già avviene: non ci si lascia andare allo sfascio, per quanto gravi siano i problemi della scuola. L’augurio è che tutto questo continui, non venga meno, sia sempre più sostenuto da persone e istituzioni che hanno a cuore la scuola come luogo in cui si edifica la speranza.
In questo spirito, auguro buon anno scolastico a tutto il mondo della scuola; un anno ricco del coraggio della speranza, in questa nostra terra cremasca e dappertutto. Buon cammino!

Crema, 12 settembre 2024
+Daniele Gianotti