Itinerari dello Spirito/7. Santuario di Monte Altino

Si chiama santuario di Monte Altino perché è proprio posto su di un monte (a 850 mt).
All’origine sta un’apparizione della Madonna. Il 23 luglio 1496, Quinto Foglia, un abitante di Vall’Alta, lavorava nei boschi del Monte Altino con i suoi due figli. Per la prolungata siccità  e il caldo torrido i tre furono presi da grandissima sete. Vedendo che i figli rischiavano di morire, Quinto si rivolse alla Madonna. La Vergine esaudì la preghiera, gli apparve e gli disse di battere con il falcetto la roccia che gli stava davanti. Miracolosamente sgorgò uno zampillo di acqua sorgiva.
La notizia del fatto prodigioso via via si diffuse in tutti i paesi vicini. Si iniziò la costruzione di una piccola cappella (il 5 settembre 1496) che, negli anni e in conseguenza all’afflusso dei devoti, venne ampliata e abbellita varie volte.

Il santuario

La facciata è preceduta da un portico con tre arcate, rette da colonne doriche nella parte antistante e due ai lati brevi. Nella facciata, sopra l’arco centrale, nel timpano, se ne apre un altro, ribassato. All’interno, su due colonne, due angeli inginocchiati che reggono la “M” di Maria.
Tre le porte d’ingresso con timpani. Ad arco spezzato quello del portale centrale, con il simbolo del santuario: una fonte con tre zampilli d’acqua che escono da tre piccole teste (reca la data 1611). Tra i portali, due nicchie con due busti che richiamano la preghiera, opera moderna di Tobia Vescovi (1893-1978).
L’interno del santuario è a tre navate con archi romanici retti da pilastri e volte a crociera.
Nella seconda campata della navata sinistra, un organo positivo a canne. In fondo alla stessa navata una bella icona de La Madonna della tenerezza.
Veniamo al presbiterio, introdotto da un arco decorato con stucchi e tondi di santi. Sulla parete di fondo trova spazio la nicchia che contiene il gruppo statuario de L’apparizione della Madonna a Quinto Foglia e ai due figli.
Fu don Salvi – rettore dell’istituto Botta di Bergamo – a offrirsi per far scolpire il gruppo che noi oggi ammiriamo: il Foglia e i figli furono appositamente scolpiti, per il personaggio principale, la Madonna, si adattò alla meglio una statua già pronta.
In precedenza nella nicchia trovava spazio la pala di Giampaolo Cavagna (1556-1627) rappresentante La Discesa dello Spirito Santo. Era stata posta il 2 maggio 1598. Venne rimossa nel 1865, per far posto al gruppo scultoreo. Il Cavagna era tra i pittori più rinomati del suo tempo e la tela è veramente di alto pregio.

La fonte miracolosa

Dietro l’altare, il punto più suggestivo: un’apertura di un metro per 70 cm circa, creata sul lato est in basso a destra e coperta da un cristallo, permette di vedere la fonte miracolosa che sgorga dal sasso che la tradizione dice sia stato percosso da Quinto Foglia. Il muro più antico è proprio quello costruito attorno alla fonte, a forma di piccola cappella; a esso, in epoche successive ne sono stati addossati altri per ampliare la cappelletta iniziale. In basso la scritta che ricorda il miracolo qui avvenuto.
A est del presbiterio si trova la sacrestia dove è stato allestito il museo del santuario, con ex-voto, quadri e oggetti preziosi.
Dall’ultima campata di questa navata destra, si scende con quattro gradini nella penitenzieria. Progettata dall’architetto Sonzogni come luogo di silenzio per la preghiera e la confessione.

Gli affreschi

La scoperta degli affreschi del presbiterio è avvenuta in modo casuale, durante i lavori di restauro in occasione del 500° anniversario dell’apparizione (1996).
Sono molto belli, ma pesantemente martellati per farvi aderire l’intonaco, oggi tolto.
I dipinti sono di due epoche diverse, i più antichi risalgono alla prima metà del ‘500 e sono situati nella parte alta del lato a ponente del presbiterio. Rappresentano due Madonne che allattano: si tratta di ex voto realizzati da pittori locali, senza grandi pretese artistiche.
I più recenti, sulla parete destra del presbiterio, sono attribuiti a Cristoforo Baschenis il Vecchio (1580). Sono di ottima fattura e rappresentano La nascita di Maria, L’Annuncio della sua morte, Maria dormiente e L’Assunzione. Solo del terzo comunque si ha il quadro quasi completo, anche se un po’ rovinato, degli altri restano solo dei frammenti più o meno ampi.