Affonda il colpo sulla Pierina, questa settimana, Simone Beretta, esponente di Italia Viva, spaziando – da par suo – anche ad altre partite aperte cittadine. “Alla Pierina hanno trovato resti di un villaggio dell’Età del Bronzo (databili 1500 a. C., ndr). Capiremo in seguito di che fine moriremo per mano delle Belle Arti. La qual cosa mi lascia tanto indifferente quanto preoccupato. Sembra una contraddizione, ma non lo è. Indifferente perché si è impotenti verso un’istituzione come la Sovrintendenza che, oltre i limiti del buonsenso, insiste a deresponsabilizzare la volontà politico-amministrativa come se quest’ultima fosse l’espressione di una carenza culturale e di una insensibilità storica verso le proprie tradizioni”.
“Serve buonsenso”
L’analisi berettiana conduce dritta al ponte di via Cadorna. “Non tutto è il duomo di Crema o la basilica di Santa Maria. Sono preoccupato perché se penso a quando risale la costruzione del nostro ponte e a quando risalirebbero i resti trovati alla Pierina non vorrei ritrovarmi di fronte a scelte prive di buonsenso e contro gli interessi generali. Esattamente come per il ponte. Cosa definisce il valore aggiunto di un’opera se non la risposta di visitatori interessati? Questo anche un amministratore è in grado di valutarlo”.
“Non c’è strategia”
Anche se pare che per i resti rinvenuti tutto si stia risolvendo con gli studi in laboratorio (la testimonianza dell’antichissimo villaggio è significativa, ma dal punto di vista storico più che archeologico), per l’ex forzista “spendere oltre un milione di euro per il recupero paesaggistico della Pierina senza che siano stati recuperati prima gli immobili presenti è sbagliato. Dimostra per l’ennesima volta che non c’è una strategia”. Ampio servizio sul giornale in edicola.