“Cosce di maiale danesi dirette a Modena che rischiano di diventare prosciutti italiani, uva indiana spedita a Novara, frutta sudafricana proveniente dalla Moldavia con direzione Sicilia, preparati industriali a base di uova fatti in Polonia e attesi a Verona. E anche un tir carico di grano senza tracciabilità. Sono solo alcuni esempi del ‘fake in Italy’ scoperti dalla Coldiretti al Brennero, dove diecimila agricoltori con il supporto delle Forze dell’Ordine hanno fermato i tir carichi di prodotti alimentari provenienti dall’estero. Una mobilitazione, alla quale hanno partecipato anche agricoltori cremaschi e cremonesi, per dire stop all’invasione di cibo straniero spesso venduto come nazionale, con l’avvio di una grande raccolta di firme per una proposta di legge europea di iniziativa popolare che porti a estendere l’indicazione dell’origine in etichetta su tutti i prodotti in commercio nell’Unione Europea”. Così esordisce il comunicato dell’associazione che anche oggi, martedì 9 aprile, resterà alla frontiera per continuare dalle ore 9 con la verifica dei carichi di tir e autobotti in arrivo. Per l’occasione sarà svelata la black list 2024 dei prodotti stranieri più pericolosi, con l’analisi settore per settore sui cibi contaminati scoperti dopo essere entrati nel nostro Paese.
Scoperte definite preoccupanti
“Sono preoccupanti gli arrivi di cosce di maiale dal Nord Europa già pronte – sottolinea Coldiretti – per essere lavorate e magari diventare prosciutti venduti sul mercato con nomi del tipo “nostrano” o “di fattoria”. Ma c’è anche l’uva indiana diretta a Novara che entra nel nostro Paese in confezioni che non rispettano le normative e che dovranno dunque essere sostituite, con il dubbio avanzato dall’associazione che possa essere cambiata.
“Emblematico pure il caso dei preparati industriali a base di uova in arrivo dalla Polonia – conclude Coldiretti – considerato che l’Italia è pienamente autosufficiente per il suo fabbisogno nazionale. E non mancano cagliate danesi per fare il formaggio con destinazione Parma. Ma tra i prodotti scoperti nel corso dei controlli ci sono anche 25mila chili di latte austriaco diretti a Brescia, 23mila chili di pere dal Belgio dirette a Taranto, cipolle dell’est Europa spedite a Parma, formaggi con nome italiano fatti nel Nord Europa, tulipani olandesi in viaggio per Verona, 21mila chili di patate “nordiche” spedite a Crotone, prodotti da forno, carne di maiale e molto altro”.