Piacevole e fruttuoso incontro questa mattina alle 11.30 tra il vescovo Daniele e i dirigenti degli Istituti scolatici cremaschi. Incontro organizzato nella sala rossa dell’episcopio e seguito da un fraterno rinfresco, molto gradito. Un’iniziativa tradizionale che si svolge ogni anno prima di Natale, anche per scambiarsi gli auguri.
Mons. Gianotti ha voluto soprattutto ascoltare e ha aperto l’incontro dando due notizie.
La prima che, dopo molto anni di tentativi, la diocesi è riuscita ad avviare un Ufficio per la pastorale della scuola. Lo presiede il prof. Alessandro Venturin, insegnante di Religione al Munari, che si è messo a disposizione.
Seconda novità è che, nell’ambito delle visite pastorali, è stato invitato ad entrare nelle scuole. “Un’esperienza tra le più belle, ha detto mons. Gianotti. Il messaggio che ha voluto comunicare ai ragazzi è di vivere bene la loro scuola.”
In un altro analogo, significativo incontro con i docenti di una scuola è emerso che la scuola è parte di una realtà educante più ampia, compresa la Chiesa. Si è accennato all’uso delle tecnologie digitali che comporta cambiamenti nella stessa struttura dell’apprendimento e molti pericoli. Infine, la questione dell’educazione alla affettività e alla sessualità; e la difficile situazione interculturale con la presenza di alunni stranieri.
UN VIVACE DIBATTITO
Il vescovo Daniele ha poi lasciato la parola ai dirigenti, chiedendo loro come è possibile un’alleanza educativa. Vivacissimo il dibattito.
Gli interventi hanno toccato tantissimi argomenti. Innanzitutto la necessità di coinvolgere le famiglie, gli oratori e i gruppi di volontariato.
Si è sottolineato come le proposte fatte dall’Uciim siano molte positive. Prima erano rivolte alla formazione degli insegnanti di religione, oggi si è allargato il discorso a tutti gli insegnanti.
Si sono proposti anche corsi di orientamento per gli alunni. E si è apprezzato il lavoro che sta svolgendo il Consultorio Diocesano, come servizio alle scuole. S’è anche auspicato che si creino nelle scuole gruppi di studenti di ispirazione cattolica, anche per contrastare tanti gruppi non cattolici.
L’ORA DI RELIGIONE
Si è ritenuto molto importante rivalutare l’ora di religione, oggi un po’ sottovalutata. È uno strumento importante per raggiungere tutti gli alunni. Ma purtroppo non si fa molto per invogliare i ragazzi a sceglierla. L’ora di religione permette approfondimenti di vario genere, come l’educazione affettiva, l’orientamento, ecc.
Le iscrizioni sono in ribasso anche perché c’è anche per il gran numero di stranieri non cristiani. Un alcune classi non si iscrive nessuno!
Molti ragazzi, infine, scelgono l’insegnamento di religione per l’insegnante che deve quindi avere coscienza del ruolo che ha nella scuola.
Per quando riguarda l’educazione all’affettività i dirigenti temono che si butti addosso alla scuola un altro carico senza bene. Di fatto nelle scuole si educa già all’affettività. Chiedono comunque là disponibilità a strutturare alcune iniziative di formazione, per alunni e anche per genitori.
“Nell’educazione – s’è detto – riscopriamo le nostre radici: non dobbiamo nascondere i nostri valori per la paura di offendere gli altri.” E si è fatto l’esempio del presepio a San Bernardino.
L’INSERIMENTO DEGLI STRANIERI
È emerso anche il problema dell’inserimento nelle scuole degli stranieri. Ne abbiamo un gran numero che vivono un forte disagio nei confronti del nostro modo di vivere. Hanno la sensazione di essere esclusi, fanno fatica ad integrarsi socialmente. Va fatto un “vestito su misura” per questi ragazzi.
Le difficoltà sono soprattutto per gli alunni di cultura araba: hanno una doppia esperienza sociale, non hanno neanche una competenza linguistica e quindi fanno molta fatica a comprendere la società in cui vivono.
Per gli molti problemi, sono nati con il covid. E vi è il problema della forte diffusione delle droghe leggere anche tra i giovanissimi, anche se quanto emerge è una minima parte.