L’alessitimia è una condizione non patologica, in cui un individuo ha una ridotta consapevolezza emotiva.
Con questo termine si fa riferimento a un costrutto caratterizzato da: marcata difficoltà di identificare e descrivere le proprie emozioni, incapacità a differenziare tra emozioni e le sensazioni corporee a esse associate e uno stile cognitivo caratterizzato da concretezza, con riduzione della sfera immaginativa.
Quali sono le conseguenze di questa situazione?
Un primo effetto, della limitata capacità di esprimere le proprie emozioni, è la tendenza a soffermarsi sulle manifestazioni somatiche legate all’attivazione emotiva. Questi sintomi vengono amplificati e interpretati, erroneamente, come segnali di una malattia fisica.
Inoltre, come conseguenza di una scarsa regolazione emotiva, i soggetti mostrano un’accentuata reattività del sistema nervoso autonomo, favorendo lo sviluppo di manifestazioni psicosomatiche.
Le persone alessitimiche non sono persone “senza sentimenti e senza emozioni”. Più che tutto non sanno riconoscere le emozioni e non riescono a esprimere i propri sentimenti.
Gli alessitimici percepiscono l’emozione, ma non hanno imparato a dare parole al proprio mondo emotivo, ritenendolo talvolta inutile o considerandolo come una debolezza.
In questo sta la differenza tra anaffettività e alessitimia: mentre la persona anaffettiva ha un’incapacità di provare emozioni, le caratteristiche della persona alessitimica sono quelle di non riconoscere e non saper esprimere i propri sentimenti.
Quali sono le cause dell’analfabetismo emotivo?
Le cause dell’alessitimia possono essere ricercate nel rapporto con le figure di riferimento durante il periodo dell’infanzia, dal quale dipende buona parte dello sviluppo psicoaffettivo di ogni persona.
Spesso l’alessitimia nasce in risposta ad un contesto familiare in cui non è presente una relazione affettiva adeguata, che permetta al bambino di sviluppare le capacità di mentalizzazione utili a riconoscere e modulare i propri stati emotivi.
Altre problematiche, che possono avere effetti deleteri sulla capacità di comprensione e comunicazione dei propri stati emotivi, sono:
• appartenenza ad un nucleo familiare in cui c’è poco spazio per l’espressione emotiva
• separazione dai genitori
• eventi traumatici
• carenze affettive
• disturbi del comportamento alimentare
• dipendenza da sostanze
Come si può affrontare l’alessitimia?
Molto spesso le persone che soffrono di alessitimia faticano a riconoscere questo come un disagio, non percependo alcuna sensazione nel non riconoscere o riuscire ad esprimere quello che provano.
I sintomi somatici diventano spesso un primo campanello d’allarme che porta a ricercare una cura e risposta nella medicina. Spesso non viene accettato, anche dopo numerosi accertamenti, che la causa dei sintomi non è fisica ma psicologica.
La cura, che si concretizza nell’intervento dello psicologo, ha come scopo principale quello aiutare la persona a percepire le proprie emozioni, riconoscerle, controllarle ed entrare in sintonia con l’altro.
I passi sono tanti e il percorso è spesso molto lungo, poiché l’alessitimico è, frequentemente, una persona che non ha mai sperimentato tutto questo, non è cresciuto in un ambiente in cui le emozioni avevano un nome, posto e valore, oppure ha perso la capacità.
Tutto deve essere quindi educato o rieducato.
Federica Perolini – Psicologa Crema