Ultimo saluto a Michele Cavallotti, nel dolore, nella fede e anche nell’ammirazione della sua persona, oggi in cattedrale alle ore 14.30.
L’INCIDENTE
Come è noto il giovane cremasco è morto il 3 ottobre scorso a Newberg, in Oregon (Stati Uniti d’America) cadendo con l’aereo che stava guidando in veste di istruttore di volo. Aveva 22 anni. A trovare la morte con lui anche un’altra persona; la terza – una ragazza – è rimasta gravemente ferita, ma si è salvata. Il giovane pilota si trovava negli States, dopo aver conseguito il diploma presso l’istituto aeronautico di Bergamo, per frequentare la scuola di volo della Hillsboro Flight Academy e conseguire il brevetto. Il velivolo sul quale stava viaggiando ha improvvisamente perso quota abbattendosi su una casa. Illesi coloro che si trovavano nella dimora.
LA SANTA MESSA
Dopo una lunga trafila burocratica i genitori hanno riportato a Crema, nei giorni scorsi, le ceneri di Michele e oggi pomeriggio alle 14.30 in cattedrale s’è celebrata la Messa di saluto e di suffragio. La cassetta delle ceneri posata davanti all’altare con una divisa di volo. L’ha portata in chiesa la sorella Marta, accompagnata dai genitori Ilenia e Giorgio. Tantissimi i parenti, amici, conoscenti e alunni della Fondazione Manziana, scuola frequentata da Marta, presenti in un duomo veramente affollato. L’Eucarestia è stata presieduta da don Angelo Frassi, affiancato da otto sacerdoti, tra cui l’amico di famiglia padre Enzo Biscardi, missionario della Consolata, un sacerdote dell’Istituto aeronautico di Bergamo, il parroco don Remo Tedoldi, il presidente della Fondazione Manziana don Giorgio Zucchelli ed altri amici.
IL MESSAGGIO DEL VESCOVO
All’inizio della celebrazione don Frassi ha letto il messaggio del vescovo Daniele. Innanzitutto le condoglianze e l’assicurazione della vicinanza nella preghiera. Poi mons. Gianotti ha detto: “Vogliamo lasciarci interrogare soprattutto dal dolore della famiglia, che ha perso all’improvviso, senza preparazione e senza la possibilità di un addio, un figlio così giovane. E ci lasciamo interrogare dal mistero della vita. Il Signore ci dà, nella fede, questa certezza: nulla va perduto di tutto ciò che Dio, il Padre, ha messo nelle mani del Figlio suo Gesù Cristo. Nulla va perduto e tutto è chiamato a essere trasfigurato in vita eterna.”
LA CELEBRAZIONE
I genitori hanno voluto che la celebrazione fosse tutta di speranza. Non il colore viola degli abiti liturgici, ma quello bianco. Il canto del gloria. La prima lettura, dal Libro della Sapienza, ha assicurato che “Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio. Che sono nella pace. Il giusto, anche se muore prematuramente, si troverà in un luogo di riposo. Giunto in breve alla perfezione, ha conseguito la pienezza di tutta una vita”. Una fotografia di Michele che ha messo in pratica le beatitudini, proclamate nel vangelo.
L’OMELIA
L’omelia è stata pronunciata da padre Enzo, che ha cercato di “trovare un senso per la morte improvvisa di un ragazzo giovane. La morte che non ha senso… quando per un guasto meccanico tutto finisce!” L’ha trovato ovviamente nella Parola di Dio e, rifacendosi alla Sapienza, ha detto che Michele ha vissuto in pienezza la sua vita e il Signore l’ha voluto per se, per preservarlo. Ha voluto incontrarlo nel momento della pienezza. L’ha chiamato perché la sua vita era compiuta, una vita beata, appunto secondo le beatitudini.
Ha ricordato quando Michele era andato da lui per trovare la via giusta nella sua vita. A 17 anni voleva diventare fisioterapista, una professione al servizio degli altri. Poi ha scelto di realizzare il suo sogno, quello di diventare aviatore. “Michele ha costruito nella propria vita un progetto. Ed era contento di aver raggiunto l’obiettivo. È per noi un modello: ci insegna che è possibile realizzare nella vita i propri sogni. Beato colui che nella vita realizza i suoi sogni!”
“Sogni che non si realizzano da soli, ma stringendo rapporti con gli altri. E Michele è stato capace di amare! È stato figlio, e stato amico ed è stato maestro.”
E commuovendosi, ha ricordato che, all’ultimo istante della vita, ha voluto realizzare un atto d’amore: mentre stava precipitando, il pensiero è andato alla salvezza della ragazza che era con lui. E ha fatto sì che si salvasse davvero!”
IL RICORDO DEGLI AMICI
Al termine della celebrazione, sei interventi che hanno raccontato Michele e i suoi 22 anni di vita. Il primo quello della cugina della mamma: “Sei stato un esempio per tutti. Eri bellissimo dentro. Davi amicizia e amore. Eri unico!”
Poi il saluto del preside della Secondaria di primo grado della Fondazione Manziana che ha ricordato Michele come arbitro, sottolineando la sua determinazione. E ha assicurato la vicinanza alla famiglia di tutta la Scuola Manziana, frequentata dalla sorella Marta.
Hanno parlato poi il preside e un sacerdote dell’Istituto Locatelli di Bergamo. Infine un’amica e compagna di classe, con parole commoventi.
Al termine sono intervenuti anche i genitori. Hanno ringraziamo sentitamente tutti coloro che sono stati loro vicini. Un pensiero al console italiano che li ha aiutati a sciogliere una matassa non semplice, del trasporto delle ceneri in Italia. La mamma ha ricordato il coraggio e la dedizione del figlio Michele: “Sapevi di essere amato e noi sapevamo che eri molto felice.”Intervento concluso con un grande applauso di tutta l’assemblea.
Una saluto a Michele e una preghiera anche da parte di tutti noi!!