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Papa Francesco è in volo per la Mongolia

Papa Francesco sale sull’aereo a Fiumicino

È iniziato oggi il 43° viaggio apostolico internazionale di Papa Francesco, che si reca in Mongolia.

Questo pomeriggio, prima di lasciare Casa Santa Marta diretto all’aeroporto, Papa Francesco ha salutato 12 ragazzi di varie nazionalità, ospiti del Dormitorio “Dono di Misericordia”. Nei giorni scorsi hanno aiutato il Dicastero per il servizio della Carità nei preparativi per l’invio di viveri in Ucraina.

Giunto all’Aeroporto Internazionale di Roma-Fiumicino, alle ore 18.41 – a bordo di un A330/ Ita Airways – il Santo Padre è partito alla volta di Ulaanbaatar.
L’atterraggio all’Aeroporto internazionale “Chinggis Khaan” di Ulaanbaatar è previsto per venerdì 1° settembre alle ore 10.00 locali (04.00 ora di Roma).
Oltre al seguito papale, quasi settanta giornalisti accompagnano il Papa.

TELEGRAMMA AL PRESIDENTE MATTARELLA

Nel momento di lasciare il territorio italiano, Papa Francesco ha fatto pervenire al presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, un telegramma. “Nel momento in cui mi accingo a lasciare l’Italia – ha scritto – per compiere la prima visita di un vescovo di Roma in Mongolia, al fine di incontrare quel nobile popolo e la piccola ma vivace comunità cattolica, desidero rivolgere a lei signor presidente e a tutti gli italiani il mio cordiale saluto. Che accompagno con auspici di fruttuoso impegno per il bene comune e con la preghiera a Dio affinché sostenga quanti operano con iniziative di solidarietà”.

SALUTI AI GIORNALISTI

Di seguito, nel corso dei saluti rivolti agli operatori dell’informazione a bordo dell’aereo, Francesco ha parlato del Paese asiatico evidenziandone la cultura “silenziosa”. “La Mongolia si capisce con i sensi”, ha detto. Ha poi consigliato un po’ di musica di Borodin, musicista russo di San Pietroburgo, “capace di esprimere cosa significa questa lunghezza e grandezza della Mongolia”. Infine, commentando, in una risposta al giornalista dell’Ansa, l’incidente mortale sul lavoro avvenuto nel torinese, ha detto che i lavoratori sono sacri.