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GMG di Lisbona. L’arrivo di papa Francesco

Il Papa è atterrato a Lisbona, poco dopo le ore 11.00, dove lo attende il “popolo” della Gmg, accorso nella capitale portoghese da ogni parte del mondo.

L’aereo papale è arrivato alla base aerea di Figo Maduro a Lisbona ed è sceso dall’ascensore, dopo il saluto del nunzio apostolico e del capo del protocollo. Subito dopo il Papa è stato accolto dal presidente della Repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa, per la cerimonia di accoglienza ufficiale, senza discorsi.

Dopo il saluto della Guardia d’Onore, il Papa e il presidente portoghese hanno attraversato la Alas de honra e si sono diretti verso la VIP Lounge, allestita nell’Hanger, dove ha avuto luogo la presentazione delle due delegazioni, portoghese e vaticana, e dove si si sono trattenuti per un breve incontro.

IL DISCORSO DEL PAPA ALLE AUTORITÀ

Poi il trasferimento all’ingresso principale del Palácio Nacional de Belém, Rua de Belém, distante poco meno di sette chilometri. Dopo la visita di cortesia al presidente e l’incontro privato, Papa Francesco ha pronunciato il suo primo discorso in terra portoghese, al Centro Cultural de Belém, rivolto alle autorità, alla società civile e al Corpo Diplomatico.

“Sono felice di essere a Lisbona, città dell’incontro che abbraccia vari popoli e culture e che diventa in questi giorni ancora più universale; diventa, in un certo senso, la capitale del mondo”. Fin dall’esordio, Francesco ha citato il “carattere multietnico e multiculturale” della capitale lusitana: “penso al quartiere Mouraria, dove vivono in armonia persone provenienti da più di sessanta Paesi – e rivela il tratto cosmopolita del Portogallo, che affonda le radici nel desiderio di aprirsi al mondo e di esplorarlo, navigando verso orizzonti nuovi e più vasti”.

“Sappiamo – ha continuato il Papa – che oggi le grandi questioni sono globali, eppure spesso sperimentiamo l’inefficacia nel rispondervi proprio perché davanti a problemi comuni il mondo è diviso, o per lo meno non abbastanza coeso, incapace di affrontare unito ciò che mette in crisi tutti. Sembra che le ingiustizie planetarie, le guerre, le crisi climatiche e migratorie corrano più veloci della capacità, e spesso della volontà, di fronteggiare insieme tali sfide. Lisbona può suggerire un cambio di passo”, la tesi di Francesco: “Qui nel 2007 è stato firmato l’omonimo Trattato di riforma dell’Unione europea”, dove si legge che “l’Unione si prefigge di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli” e “nelle relazioni con il resto del mondo contribuisce alla pace, alla sicurezza, allo sviluppo sostenibile della Terra, alla solidarietà e al rispetto reciproco tra i popoli, al commercio libero ed equo, all’eliminazione della povertà e alla tutela dei diritti umani”.

“Lisbona è la capitale più a ovest dell’Europa continentale”: “richiama dunque la necessità di aprire vie di incontro più vaste, come il Portogallo già fa, soprattutto con Paesi di altri continenti accomunati dalla stessa lingua”. Ne è convinto il Papa, che nel suo primo discorso a Lisbona, ha auspicato che la Giornata Mondiale della Gioventù sia, per il vecchio continente, “possiamo dire l’anziano continente, un impulso di apertura universale.”

Nel suo primo discorso a Lisbona, il Papa ha rivolto domande esigenti al nostro continente, accompagnate da precisi auspici come indicazioni di rotta. “Quale rotta segui, Occidente? La tua tecnologia, che ha segnato il progresso e globalizzato il mondo, da sola non basta; tanto meno bastano le armi più sofisticate, che non rappresentano investimenti per il futuro, ma impoverimenti del vero capitale umano, quello dell’educazione, della sanità, dello stato sociale”. “Preoccupa quando si legge che in tanti luoghi si investono continuamente fondi sulle armi anziché sul futuro dei figli. Io sogno un’Europa, cuore d’Occidente, che metta a frutto il suo ingegno per spegnere focolai di guerra e accendere luci di speranza”.

IL RISPETTO DELLA VITA

E papa Francesco ha lanciato un altro grido d’allarme: “Nel mondo evoluto di oggi è divenuto paradossalmente prioritario difendere la vita umana, messa a rischio da derive utilitariste, che la usano e la scartano. Penso a tanti bambini non nati e anziani abbandonati a sé stessi, alla fatica di accogliere, proteggere, promuovere e integrare chi viene da lontano e bussa alle porte, alla solitudine di molte famiglie in difficoltà nel mettere al mondo e crescere dei figli”, l’elenco di Francesco: “Verrebbe anche qui da dire: verso dove navigate, Europa e Occidente, con lo scarto dei vecchi, i muri col filo spinato, le stragi in mare e le culle vuote? Dove andate se, di fronte al male di vivere, offrite rimedi sbrigativi e sbagliati, come il facile accesso alla morte, soluzione di comodo che appare dolce, ma in realtà è più amara delle acque del mare?”. “E penso a tante leggi sofisticate sull’eutanasia”, ha aggiunto a braccio.

“Accanto ai giovani, uno non invecchia. Un oceano di giovani si sta riversando in quest’accogliente città”, ha aggiunto papa Francesco, che ha ringraziato “per il grande lavoro e il generoso impegno profusi dal Portogallo per ospitare un evento così complesso da gestire, ma fecondo di speranza”. A Lisbona, ha fatto notare il Papa, si sono dati appuntamento “giovani provenienti da tutto il mondo, che coltivano i desideri dell’unità, della pace e della fraternità, ci provocano a realizzare i loro sogni di bene. Non sono nelle strade a gridare rabbia, ma a condividere la speranza del Vangelo. E se da molte parti oggi si respira un clima di protesta e insoddisfazione, terreno fertile per populismi e complottismi, la Giornata Mondiale della Gioventù è occasione per costruire insieme. Rinverdisce il desiderio di creare novità, di prendere il largo e navigare insieme verso il futuro”. Diamoci dunque da fare con creatività per costruire insieme!”, l’invito ai giovani, ai quali Francesco ha additato “tre cantieri di speranza in cui possiamo lavorare tutti uniti: l’ambiente, il futuro, la fraternità”.

“In Europa e, più in generale, in Occidente, si assiste a una triste fase discendente della curva demografica”, ha continuato Francesco: “il progresso sembra una questione riguardante gli sviluppi della tecnica e gli agi dei singoli, mentre il futuro chiede di contrastare la denatalità e il tramonto della voglia di vivere”. “La buona politica può fare molto in questo, può essere generatrice di speranza”, la conclusione del Papa:

Chiudendo, il Papa ha menzionato “il senso del vicinato e la solidarietà”, molto vivi in Portogallo. “Com’è bello riscoprirci fratelli e sorelle, lavorare per il bene comune lasciando alle spalle contrasti e diversità di vedute!”, ha esclamato Francesco citando come esempio i giovani che, “con il loro grido di pace e la loro voglia di vita, ci portano ad abbattere i rigidi steccati di appartenenza eretti in nome di opinioni e credo diversi”.

“Sentiamoci tutti insieme chiamati, fraternamente, a dare speranza al mondo in cui viviamo e a questo magnifico Paese”.

IL PROGRAMMA DELLE PROSSIME ORE

Il secondo momento pubblico della prima giornata papale in Portogallo è previsto questo pomeriggio, alle 17.30 (18.30 ora di Roma), al Mosteiro dos Jerónimos, dove il Papa reciterà i Vespri con i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i consacrati/e, i seminaristi e gli operatori pastorali.

Francesco si reca in Portogallo per la seconda volta, dopo la visita al Santuario di Fatima avvenuta il 12 e 13 maggio del 2017, in occasione del centenario delle Apparizioni della Beata Vergine Maria alla Cova da Iria. Sarà il quarto Pontefice a visitare il Paese lusitano, dopo San Paolo VI, nel 1967, San Giovanni Paolo II, nel 1982, nel 1991 e nel 2000, e Benedetto XVI, nel 2010.