Il Welfare Aziendale nasce dalla volontà dei datori di lavoro di gratificare tutti i loro dipendenti (o solo alcune categorie) condividendo i loro bisogni e cercando di alleggerirli da pesi quotidiani, organizzativi e anche economici. Con la finalità primaria di migliorare il rapporto vita-lavoro ai dipendenti vengono offerti beni, opere e servizi di utilità sociale, somme e prestazioni con finalità di educazione e istruzione. I servizi minimi di rilevanza sociale che dovrebbe garantire lo Stato vengono traslati nell’ambito privato, con agevolazioni fiscali e contributive per quei datori di lavoro che intendano farsene carico. In questo ambito si fanno rientrare le ultime novità introdotte dai recenti decreti legislativi, delle misure agevolative meramente economiche con il solo scopo di incrementare la busta paga dei dipendenti per aiutarli ad affrontare i pesanti rincari dovuti all’inflazione, l’aumento dei tassi di interesse, il caro-prezzi di utenze e benzina.
Limite elevato per chi ha figli a carico
Come già visto nel 2022, ma con qualche differenza, anche per quest’anno il datore di lavoro può decidere di erogare dei benefits ai propri dipendenti senza che siano considerati reddito di lavoro dipendente e quindi esentasse (o quasi!). Il limite normalmente esentasse pari a € 258,23 di beni e servizi (quindi solo in natura, non contante aggiunto in busta paga) viene elevata per il solo 2023 a € 3.000,00 ma unicamente per i dipendenti che abbiano dei figli fiscalmente a carico, anche se nati fuori dal matrimonio. Si ricorda che sono considerati a carico i figli che possiedono un reddito complessivo non superiore a € 4.000,00 (fino a 24 anni) o € 2.840,51 (sopra i 24 anni). Agli stessi dipendenti è riservata la possibilità di farsi rimborsare le bollette pagate per utenze elettriche, gas e acqua. E per gli altri dipendenti? Rimane fermo il limite (irrisorio) di € 258,23 e senza la facoltà di rimborso delle utenze.
Distinzione tra genitori e non
È curioso osservare come la normativa fiscale a regime imponga al datore di lavoro di attuare il Welfare Aziendale per tutti i dipendenti o per intere categorie e poi sia lo Stato per primo a introdurre una sorta di discriminazione tra chi è genitore e chi no. La maggiore somma costituisce un limite massimo di esenzione, ma poi tocca al datore di lavoro scegliere quale cifra destinare ai propri dipendenti, perché non lasciare un limite unico per tutti? In questo modo, all’interno di un’azienda, si rischia di penalizzare delle figure meritevoli per il solo fatto che non hanno dei figli a carico.
Buoni benzina
Oltre a questo, e in aggiunta a questo benefit, è bene ricordare ai datori da lavoro che è ancora possibile erogare buoni benzina esentasse nel limite di € 200 per l’intero anno 2023. Con una differenza rispetto al 2022 non da poco. L’importo regalato infatti non è considerato reddito di lavoro dipendente imponibile ai fini fiscali, ma lo è ai fini contributivi. Ciò significa che l’impresa erogante e il dipendente percettore comunque pagheranno i contributi sul valore dei buoni benzina con il risultato, rispettivamente, di un maggiore costo e di un minore importo netto. Peccato che questa novità sia stata introdotta con la conversione in legge del decreto istitutivo, con rassegnazione da parte di chi li aveva già comprati e ha dovuto assoggettarli a regole diverse.
Opportuno comporre un “paniere”
Si evidenzia inoltre che tutti i limiti di cui sopra non costituiscono una franchigia di esenzione ma sono limiti assoluti. Ciò significa che l’eventuale superamento di ciascuno di loro comporta l’integrale tassazione dell’intero importo. Quindi, dopo aver stanziato un budget aziendale, è opportuno fare attenzione sulla composizione del “paniere” di benefits da erogare per evitare di perdere i benefici fiscali correlati.
Roberta Jacobone
Commercialista del Lavoro – Crema