Il 5° Congresso nazionale Nuove prospettive in Cardiologia, che si svolgerà venerdì 21 e sabato 22 aprile a Cremona presso l’auditorium dell’Istituto Figlie di San Camillo, si propone come appuntamento di aggiornamento e discussione su specifici argomenti cardiologici di grande interesse generale e rilevante impatto nella pratica clinica.
Il Congresso è articolato su due giornate di sessioni scientifiche, per consentire ai maggiori esperti del settore di trattare in modo adeguato i problemi più controversi della moderna Cardiologia: le “zone grige” in Aritmologia, la cardiopatia ischemica e le valvulopatie, l’insufficienza cardiaca, la Riabilitazione cardiologica e la Cardiologia dello sport.
Inama: “Tante sfide ancora aperte”
Ci fa capire l’importanza dell’evento il professor Giuseppe Inama, già primario a Crema e ora responsabile di Cardiologia e di Cardiologia riabilitativa alle Figlie di San Camillo di Cremona e past-presidente nazionale della Società Italiana di Cardiologia dello Sport. “In Aritmologia le sfide maggiori, ancora aperte, riguardano il trattamento intervenzionale della fibrillazione atriale e la prevenzione della morte cardiaca improvvisa, utilizzando i device impiantabili e sottocutanei. La fibrillazione atriale rimane al centro dell’interesse del mondo cardiologico e, in un periodo di scarse novità nella terapia farmacologica antiaritmica, la ricerca ci supporta con lo studio di nuovi materiali, di procedure ibride e di energie alternative per l’ablazione”.
Lotta alla morte cardiaca improvvisa
La lotta alla morte cardiaca improvvisa, prosegue Inama, “si può giovare di presidi impiantabili sempre più affidabili, di straodinaria efficacia e insostituibili in prevenzione secondaria e primaria. Rimaniamo ancora turbati da eventi mediatici come l’arresto cardiaco improvviso sui campi di gara, ma vediamo che oggi, a differenza del recente passato, si viene salvati e recuperati a una vita normale grazie a una rianimazione corretta e tempestiva sul posto e con l’impiego del defibrillatore automatico. Solo pochi anni fa non era così, ma i progetti di defibrillazione precoce con il coinvolgimento attento e qualificato del mondo del volontariato e l’addestramento diffuso ha permesso importanti risultati (ricordo l’esperienza pilota di Crema nel 2011-2013). Abbiamo imparato dalla pratica clinica e dagli studi internazionali pubblicati – continua – che l’arresto cardiaco, se non rianimato immediatamente, può portare a morte improvvisa nel soggetto in quanto è causato da una aritmia rapida caotica come la fibrillazione ventricolare. Da questa evidenza sono partiti in tutto il mondo i progetti di defibrillazione precoce con defibrillatore automatico negli ambienti sportivi e sul territorio, proprio per intervenire prontamente e interrompere subito con la scossa del defibrillatore la fibrillazione ventricolare causa dell’arresto cardiaco”.
Si parla anche di insufficienza cardiaca
L’insufficienza cardiaca è la più frequente causa di ospedalizzazione e ha ampio spazio nel Congresso. Rileva il professor Inama: “Nuovi farmaci si sono aggiunti a quelli tradizionali. Negli ultimi anni c’è stato un grande sviluppo nelle cure utilizzando dei nuovi farmaci che si stanno dimostrando straordinariamente efficaci. La decongestione ottimale del paziente scompensato rimane l’obiettivo principale nel contesto della cura e tutta la letturatura ha sottolineato gli effetti benefici di alcuni nuovi farmaci con una riduzione significativa della ritenzione idrica con effetti significativi sulla mortalità, sulle ricadute di scompenso e con miglioramento della qualità di vita”.
La Cardiologia dello Sport e la Riabilitazione cardiologica
C’è sempre, da parte del mondo cardiologico, un grande interesse verso la Cardiologia dello Sport sia per il coinvolgimento del cardiologo nel verificare l’eventuale non-idoneità degli atleti competitivi, sia per il ruolo sempre crescente nel consigliare e controllare l’attività atletica in soggetti non più giovani o con profilo metabolico a rischio o affetti da cardiopatia. “Una novità affrontata nel Congresso è la valutazione ecocardiografica, ed eventualmente con Risonanza magnetica cardiaca della disgiunzione annulo-mitralica, nei soggetti con prolasso valvolare mitralico e aritmie ventricolari per approfondire il reale rischio aritmico in questi soggetti”.
A Cremona si parlerà anche di Riabilitazione cardiologica, di aderenza alle terapie dopo sindrome coronarica acuta e nello scompenso cronico, di stili di vita e di prescrizione dell’esercizio fisico. “L’attività fisica e sportiva – raccomanda il professor Inama – deve essere sempre presente nello schema terapeutico di un cardiopatico con programmi di training personalizzati e deve essere considerata come una terapia”.
Una sessione di relazioni è poi dedicata alla Telemedicina che sta entrando sempre di più nella cura e nel controllo dei pazienti cardiopatici al di fuori dell’ospedale, con controlli a distanza utilizzando sistemi digitali avanzati.
Relatori anche i professionisti cremaschi
Fra i relatori sono presenti cardiologi cremaschi: il nuovo primario della Cardiologia di Crema dottor Michele Cacucci, il primario emerito dottor Maurizio Landolina e il dottor Claudio Pedrinazzi che presenterà una relazione sui nuovi progetti di monitoraggio cardiaco indossabili e impiantabili nel paziente.
Nell’ambito del Congresso, alle ore 10.30 di sabato 22 aprile verrà consegnato il Premio Cardiologia-Panathlon: “In questa edizione – rivela Inama – viene assegnato al professor Marco Metra, direttore dell’Istituto di Cardiologia dell’Università di Brescia e uno dei massimi studiosi al mondo dello scompenso cardiaco, che ha elaborato le ultime Linee Guida Europee trasferendo le sue intuizioni e i risultati delle sue ricerche pubblicate”.