Un folto e interessato pubblico ha seguito la serata di venerdì 31 marzo, presso sala Pietro da Cemmo del Museo civico di Crema e del Cremasco, organizzata dall’associazione Ipazia di Crema. Ospite Fabrizio Vitali dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, introdotto da Camilla Cervi, presidente dell’ente curatore.
L’intervento
Oggetto della serata il telescopio James Webb, la sua costruzione, le sue caratteristiche, le sue meravigliose immagini.
Dopo una breve presentazione della propria formazione e carriera, Vitali si è soffermato sull’evoluzione e la storia dell’osservazione celeste da Galileo, al telescopio Hubble per approdare a quella meraviglia dell’ingegneria aereo spaziale che è, appunto, lo Webb che ha la capacità di “vedere ciò che per noi è impossibile” utilizzando la luce a infrarosso.
Se già il telescopio Hubble – che fu lanciato in orbita terrestre bassa nel 1990 e che è ancora operativo – aveva fatto fare un salto in avanti rispetto all’osservazione dello spazio, il telescopio Webb, per la costruzione del quale sono trascorsi circa 30 anni, ha rivoluzionato lo studio dello spazio, permettendo di osservare fenomeni che sono apparsi in contrasto con la regole della Fisica così come è a oggi conosciuta.
Vitali ha posto l’attenzione su molti aspetti fra i quali la costruzione del telescopio frutto della collaborazione tra Esa e Nasa e costato non meno di 20 miliardi di dollari. L’apertura della lente è di 6.6 mt che permette una visuale limpida e precisa di porzioni dello spazio dove osservare le nebulose molecolari (all’interno delle quali si stanno formando le stelle, ognuna delle quali avrà un sistema planetario), galassie lontane e quindi “giovani” formatesi prima di quanto era ritenuto, e ancora enormi buchi neri, anelli che ruotano attorno a pianeti in posizioni che non erano credute possibili, la qualità dell’atmosfera di alcuni pianeti e molto altro. La luminosità e la precisione delle immagini che il telescopio Webb invia alla Terra sono straordinarie e se rapportate alla dimensione di un granello di sabbia fanno comprendere l’immensità, che va oltre la nostra comprensione, dell’universo. Al termine dell’incontro si sono susseguite numerose domande poste dal pubblico a dimostrazione del grande interesse suscitato dall’intervento di divulgazione scientifica proposta dall’associazione Ipazia.