Uruguay (2). Il Vescovo ha celebrato la festa della Madonna di Lourdes

Foto di gruppo al termine della celebrazione per la Madonna di Lourdes

Prosegue la visita pastorale del vescovo Daniele e della delegazione cremasca in Uruguay, presso la “Chiesa sorella” di San José de Mayo, nel Delta del Tigre, dove è presente don Paolo Rocca al quale si aggiungerà adesso don Maurizio Vailati in sostituzione di don Federico Bragonzi, rientrato a Crema.

La visita alle strutture

Il fine settimana appena concluso è stato dedicato alla conoscenza delle varie strutture che sono presenti nella grande parrocchia del Delta del Tigre. La prima è, ovviamente, la casa parrocchiale nella quale i cremaschi sono ospitati. “Quando entri dal cancello ­– ci scrive Enrico Fantoni, direttore del Centro Missionario Diocesano – sei immediatamente accolto da un profumo familiare, dolce, che riporta inevitabilmente indietro nel tempo: la Bertolina. Merito dei nostri don Federico e don Paolo, che hanno piantato una ricca pergola di uva americana.  Sempre nel cortile, esattamente di fronte all’ingresso, l’immancabile forno per preparare, sulla griglia, l’asado (pronunciato con due ‘s’), il piatto tipico dell’Uruguay. È pregevole il bel lavoro svolto da don Federico nella piantumazione del giardino con alberi da frutto”.

Una casa in ristrutturazione

Il problema delle strutture – balza all’occhio del visitatore – è tutt’altro che banale, “perché – riprende Fantoni – se da un lato richiede attenzione e cura continua perché non rischino il degrado, dall’altro richiede il coraggio di fare scelte coraggiose e impegnative. La realtà del Delta è pronta a farci scuola… Tra le strutture più importanti (e imponenti) della parrocchia c’è quella abitata dalle suore della Congregazione di Nostra Signora della Misericordia (la fondatrice è Santa Maria Giuseppina Rossello, originaria di Albissola): è stata per anni il centro della catechesi e della pastorale giovanile. È stata abbandonata per molto tempo e ora è oggetto di ristrutturazione: tra le altre cose possiede una bella cappella esagonale, che però necessita di interventi strutturali, soprattutto per rifare il tetto. I primi e indispensabili lavori di restauro, voluti da don Federico e da don Paolo, che è hanno capito subito le potenzialità pastorali, sono stati effettuati anche con il contributo degli amici cremaschi di Etiopia e Oltre. Ma altro potrebbe essere fatto”. Intanto la struttura oggi serve per ospitare qualche prete vagabondo, per la distribuzione di abiti, di prodotti per l’igiene, di giocattoli per i bambini…
Le altre due strutture parrocchiali presenti al Delta del Tigre si trovano in altrettanti quartieri della zona e spesso sono identificate col nome del quartiere più che con il nome del Santo di riferimento. Così nel quartiere di Villa Rives c’è la cappella dedicata alla Madonna Madre di Dio. Spiega Fantoni: “È una chiesetta in ottime condizioni e anche molto accogliente, anche se ci sembra fuori stagione… Si celebra la Messa ogni 15 giorni e vi sono locali adibiti al catechismo”.

La Cappella del Sacro Cuore

Ben diversa e molto più difficile la situazione dell’ultima Cappella. “Si tratta della Cappella del Sacro Cuore nel quartiere di Sofima, un acronimo di cui non conosco ancora il significato. Nel 2019, appena dopo l’arrivo di don Paolo, (ma la precisazione è puramente casuale) venne distrutta da un incendio. I danni furono ingenti, anche perché i pompieri arrivarono tardi. I lavori di ricostruzione stanno procedendo bene, anche se siamo ancora lontani dal poterlo utilizzare. Gli spazi di cui dispone sono tuttavia notevoli e i lavori procedono con l’aiuto di alcuni volontari. Il sogno di tutti è che si possa, quanto prima, riprendere sia le celebrazioni che le normali attività pastorali. Anche qui pazienza e tanta buona volontà!”.

La festa della Madonna di Lourdes

Sabato 11 febbraio anche a San José de Mayo c’è stata una festa importante per la Parrocchia: la Madonna di Lourdes. Ecco allora la solenne celebrazione in chiesa, presieduta dal nostro vescovo Daniele. Al termine è seguita una breve – ma non meno solenne processione – alla grotta che custodisce la statua di Nostra Signora. Dopo una preghiera alla Vergine, la benedizione di monsignor Gianotti e la foto di gruppo. Infine, l’immancabile picadito, l’aperitivo dolce e salato.