Manutenzione del verde. “Quelle capitozzature sono dannose”

Un cittadino, preoccupato per la situazione del verde pubblico in città, ci ha contattato per manifestare tutte le sue perplessità e proporre alcune riflessioni. “Dopo le recenti drastiche potature e capitozzature, soprattutto nei quartieri, vorrei sollevare la problematica una volta per tutte in quanto troppo trascurata negli ultimi anni”, dice.
“La mia non vuole essere una lamentela fine a se stessa, ma un semplice modo per portare all’attenzione il problema. Se tagliati nel modo in cui lo sono stati, gli alberi soffrono. Non è vero che si agisce sempre per la sicurezza, è un falso mito. Una pianta aggredita da tagli del genere si debilita, altro che rinforzarsi!”.

L’esempio del parco Braguti

A supporto delle sue parole, il nostro interlocutore produce una serie di immagini scattate nelle ultime settimane, tra cui quelle che pubblichiamo a fianco, che riguardano la capitozzatura degli alberi nel giardino delle scuole Braguti.
Prima di tutto, però, va subito spiegato il termine capitozzatura: definita anche “taglio a capitozzo”, è una tecnica di potatura che consiste nel taglio dei rami sopra il punto d’intersezione con il tronco o un altro ramo principale, in modo che rimanga solo quest’ultimo o una parte della chioma, dopo una rimozione molto ampia, dal 50 al 100%. La pratica, va detto, da sempre riceve aspre critiche.

Altrove esempi virtuosi

“La capitozzatura permette di potare un albero in circa mezz’ora, mentre una potatura più attenta può richiedere due-tre ore ad albero. Questo genere di interventi in teoria non dovrebbe essere più possibile – afferma il nostro lettore –. Il parco delle Braguti in quest’ultimi anni è stato martoriato, tra piante tagliate senza essere sostituite da altre della stessa specie e alberi capitozzati”.
Il cittadino rimanda subito al mittente la “scusa” della dimensione degli alberi. “È ridicola. Perché ci sono migliaia di esempi sia in Italia sia all’estero di piante, anche secolari, che convivono perfettamente nell’ambiente urbano senza bisogno di essere tagliate perché troppo grandi?”.

Le piante si indeboliscono

Quest’ultima, a suo parere, “è una scusa per giustificare il pessimo lavoro degli incaricati dal Comune di Crema. Inoltre è deleterio per le piante perché, ribadisco, non fa altro che indebolirle. Quindi, a conti fatti, diventano più ‘pericolose’ una volta che la loro altezza viene dimezzata”. Non ultimo, questi alberi “sono la casa di moltissimi animali che, purtroppo, stanno scomparendo, come picchi, cuculi, barbagianni, gufi, ecc. Ormai di verde pubblico ne rimane poco, specie nei quartieri, e non bisognerebbe ridurlo così!”.

“La legge parla chiaro”

A sostegno della propria tesi contro la capitozzatura anche l’ultima sottolineatura del cremasco che ci ha raggiunti in redazione: “Il testo della legge emanata dal Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare (decreto del 10 marzo 2020), parlando di manutenzione del patrimonio arboreo e arbustivo, in un passaggio spiega come chi si occupa del verde debba ‘evitare di praticare la capitozzatura, la cimatura e la potatura drastica perché indeboliscono gli alberi e possono creare nel tempo situazioni di instabilità che generano altresì maggiori costi di gestione…’”.
L’analisi – dopo che il Comune ha completato il Censimento arboreo cittadino e ha tra gli obiettivi 2023 un vero “Masterplan del Verde”, riguardante anche piani di potatura, piani di rinnovo delle alberature, nuove piantumazioni, ecc. – vuole porsi come ulteriore spunto di riflessione per il futuro.