
Anche dalla Diocesi di Crema si innalza un convinto no alla violenza sulle donne, ma soprattutto si eleva una preghiera per ricordare le donne uccise. Così aderendo alla proposta delle Rete Con-tatto, Rete contro il maltrattamento alle donne, ieri sera alle ore 20 tutte le campane della Diocesi hanno suonato rintocchi a lutto in ricordo di tutte le vittime di femminicidio.
Alle 20.30, poi, una santa Messa presieduta da Sua Eccellenza mons. Daniele Gianotti e concelebrata da don Giuseppe, don Remo e padre Daniele presso la basilica di santa Maria della Croce. Nel luogo dove la Vergine Maria si è fatta vicina a Caterina degli Uberti ferita a morte proprio dal marito.
La preghiera per ricordare le vittime, incoraggiare le associazioni
Tra i fedeli presenti alla celebrazione anche alcuni volontari e volontarie che operano nel settore e l’assessora alle Pari Opportunità Emanuela Nichetti. Alcuni indossando un indumento rosso, come Rete Con-tatto aveva proposto di fare per portare nei luoghi della quotidianità il proprio no alla violenza sulle donne.
Nell’apertura della Messa il Vescovo ha tenuto sottolineare come la preghiera della serata fosse volta a ricordare le donne uccise dagli uomini che dicevano di amarle, a incoraggiare le associazioni che si impegnano ogni giorno a combattere la violenza e aiutare le vittime a proseguire con le proprie attività.
“Una Messa che viene celebrata nella giornata in cui si ricorda santa Caterina d’Alessandria, martirizzata e di cui si conosce poco, eppure è molto venerata – ha dichiarato -. Affidiamo alla sua intercessione la nostra intenzione di preghiera di questa serata”.
Non distogliamo lo sguardo dalle tante Caterine degli Uberti
Dopo le letture, il Vangelo proclamato da don Giuseppe, il Vescovo nella sua omelia ha voluto ricordare come la basilica di santa Maria della Croce sorga su un luogo dove una donna (Caterina degli Uberti) ha subito violenza in ambito familiare (carnefice il marito) e che l’ha condotta alla morte. Allo stesso tempo, ha proseguito, “è segno dei cieli nuovi e della terra nuova, della Gerusalemme nuova, cioè dell’umanità redenta che finalmente si unisce al Signore Gesù”.
Un luogo armonioso e ricco di immagini e figure che, ha sottolineato, “ricordano la storia presente con tutte le sue tribolazioni e fatiche, ma che orientano lo sguardo verso la beata speranza di un futuro pieno, di un riscatto definitivo”.
Ha poi posto l’attenzione sulla storia dell’umanità. “Che sia travagliata e convulsa il libro dell’Apocalisse lo sa molto bene e lo dice con le sue immagini potenti – ha detto -. E’ la storia piena di ombre e la violenza che colpisce le donne è uno dei segni più gravi di questa oscurità”.
Come fare, allora, per vincere queste tenebre? La soluzione non è nelle nostre mani, ne è convinto mons. Gianotti citando ancora il libro dell’Apocalisse. “I cieli nuovi e la terra nuova vengono da Dio. Eppure non siamo dispensati dall’impegno di contrapporci al male perché saremo giudicati secondo le nostre opere – ha affermato -. Dio ci chiede di non distogliere lo sguardo dalle tante Caterine degli Uberti che ancora ci sono nel mondo e nel nostro stesso Paese. Ci chiede di fare tutto quello che possiamo per fare in modo che la violenza contro ogni essere umano cessi“.
Adorazione notturna
La Messa è poi proseguita secondo la tradizione. Dopo l’Eucarestia, i Missionari dello Spirito Santo hanno ringraziato quanti si sono adoperati per la preparazione della basilica e il Vescovo per aver presieduto la celebrazione.
Così mons. Gianotti ha aperto l’adorazione notturna del Santissimo. Per questo motivo, infatti, la basilica è rimasta aperta ininterrottamente fino alle ore 7 di questa mattina.